LEANDRO PALESTINI, la Repubblica 9/12/2010, 9 dicembre 2010
SPOT DI VESPA DURANTE CENERENTOLA "CHI DIFENDE I NOSTRI FIGLI?", È BUFERA - ROMA - È
polemica per lo spot di Porta a porta che martedì sera ha interrotto l´incantesimo del film Cenerentola (RaiUno), dedicato alle famiglie, per ricordare che di lì a poco si sarebbe parlato della scomparsa di Yara Gambirasio e della morte di Sara Scazzi. Titolo sul video: "Sparire e morire a un passo da casa". Bruno Vespa è entrato nella favola di Walt Disney annunciando: «Stiamo vedendo Cenerentola, un film che ha fatto sognare generazioni di bambini. Ebbene proprio ai bambini e ai loro genitori, alle nostre famiglie, è dedicata la riflessione di questa sera: come possiamo difendere in nostri figli?». Aggiungendo elementi thriller: «Chi mai potrebbe immaginare che una bambina di 13 anni scompare in 700 metri di strada o che un´altra di 15 finisce in un garage, così sembra almeno, e non ne esce? Faremo una riflessione con gli ultimi aggiornamenti su questi drammatici casi di Bergamo e di Avetrana. A più tardi».
Antonio Marziale, presidente dell´Osservatorio dei minori, ha chiesto l´intervento di Sergio Zavoli, presidente della Vigilanza Rai. «Non è ammissibile che una delle sempre più rare occasioni di intrattenimento dedicate ai bambini e alle famiglie debba essere funestata da uno spot inquietante», accusa Marziale: «Un condensato di pochi secondi a effetto, in grado di generare apprensione tra i minorenni e gli adulti intenti a seguire il capolavoro disneyano». Protesta il presidente dell´Associazione sociologi, Pietro Zocconali. Rincara la dose Giuseppe Giulietti (Articolo 21), che accusa la consuetudine del servizio pubblico a «trasmettere a tutte le ore spot e programmi sulla paura, sui casi di cronaca». Assai critica Angela Nava, consigliere del comitato Media e minori, che spiega come certi spot possano annidarsi nelle favole tv. «L´applicazione del Codice tutela minori è ormai ingessato, si ferma alle fasce orarie, senza tenere conto che nei giorni festivi e prefestivi i palinsesti tv sono mirati verso il pubblico dei minori, e a Natale le famiglie si fidano», spiega la pedagogista, presidente del coordinamento genitori democratici. Sottolinea la delusione per la scelta di Vespa. «Un giornalista come lui dovrebbe stare attento al contesto in cui si inserisce un suo spot. Si passa dalla matrigna di Cenerentola a una storia vera che getta nell´angoscia le famiglie. Nelle favole, che hanno una funzione catartica, i piccoli vedono la soluzione del problema, la strega viene sempre sconfitta. Invece quello spot è uno squarcio sulle angosciose "favole" del 2010, che non trovano soluzione. Vespa ha fatto un brutto scivolone, dovrebbe ammettere l´errore, ne guadagnerebbe in credibilità».
Bruno Vespa respinge le accuse. «Io sono tra i soci fondatori della Carta di Treviso, faccio attenzione da sempre al pubblico dei minori, questo allarme è ingiustificato» sostiene il giornalista. Dice di essersi posto il problema. «Sapendo di essere ascoltati da un pubblico particolarmente sensibile, abbiamo accuratamente evitato ogni riferimento forte alle vicende che hanno coinvolto Yara e Sara. Non ho usato la parola omicidio, né assassinio, niente di truce». Il titolo "Come difendere i nostri figli"? «Questo è purtroppo un tema all´ordine del giorno di tutte le famiglie con figli pre-adolescenti e adolescenti che hanno visto abbassarsi in modo inatteso le soglie della sicurezza verso limiti sempre più difficilmente gestibili».