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 2010  dicembre 08 Mercoledì calendario

Essere belle non è una colpa, essere Disegni sì - Onesto e non spiritoso disegnatore, nonostante il cognome allusivo, Stefa­no Disegni annaspa dopo avere concepi­to una striscia oscena contro due don­ne, Elisabetta Canalis e Belen Rodri­guez, motivatamente colpevoli, nella concezione berlusconiana dell’autore, di essere più belle che intelligenti

Essere belle non è una colpa, essere Disegni sì - Onesto e non spiritoso disegnatore, nonostante il cognome allusivo, Stefa­no Disegni annaspa dopo avere concepi­to una striscia oscena contro due don­ne, Elisabetta Canalis e Belen Rodri­guez, motivatamente colpevoli, nella concezione berlusconiana dell’autore, di essere più belle che intelligenti. Una evidenza apparente, giacchè non è di­mostrato che la loro evidente bellezza superi una intelligenza che non abbia­mo elementi per considerare insuffi­ciente o limitata. Sulla materia il confuso Disegni im­provvisamente ricorda (come se gli ca­pitasse tutti i giorni) di esse­re stato intervistato da alcu­ni inviati di Raiuno sulla sua trovata di rappresentar­le senza testa, con la delica­tezza di vestirne una da sol­dato nazista con la svastica e l’altra da deportato ebreo con la stella di Davide. Diffi­cile immaginare scemenza e cattivo gusto miscelati me­glio. Ma lo smemorato Dise­gni è orgoglioso di sé: «Infat­ti la prima domanda che mi hanno posto è stata proprio “Perché hai ritratto Elisa­betta e Belen senza testa?”, poi si sono scusati, dicendo che non avevano colpa, lo­ro eseguivano solo degli or­dini, come Norimberga. Ho detto che mi pareva eviden­te: le due ragazze non aveva­no fatto carriera grazie alla testa, ma grazie a tutta una serie di altre parti del loro organismo. “Vuoi dire che sono stupide?”, ha quindi domandato uno e poi è an­dato a piangere in bagno. “No, non sono affatto stupi­de”, ho detto io. “Anzi sono due furbacchione, ma - ho aggiunto - furbizia e intelli­genza non sono la stessa co­sa”. E qui mi sono piaciuto molto » . Contento lui, che si è tan­to piaciuto, da esserselo di­menticato. E infatti nell’in­tervista mandata in onda non parla di furbizia, ma, con malignità, di «scaltrez­za », volendo significare che hanno fatto qualcosa di mol­to vantaggioso, mettendo a frutto la loro bellezza per ot­tenere vantaggi. Un quadro desolante, evidentemente non veritiero, come ha pron­tamente, e con molta effica­cia, sottolineato Gianni Mo­randi chiamato al telefono. Io sono stato, ovviamente, meno bonario, perché fati­co ad accettare l’indignazio­ne che ha accompagnato l’affermazione coniata da me (rivelerò oggi: in duo con Martinazzoli), rivolta a Rosy Bindi, da Berlusconi: «più bella che intelligente» (Martinazzoli viveva bea­to); e l’indifferenza con cui l’universo politicamente corretto e lo stesso voto fem­minile hanno rea­gito alle volgarità di Disegni. Con eleganza, contra­riamente a Rosy Bindi, Elisabetta Canalis non ha vo­luto rispondere. Io, come sempre, ho semplicemen­te voluto indicare la contraddizio­ne. Non ho ragio­ne, come Dise­gni, di dubitare della intelligenza della Canalis e della Rodriguez e osservo che a far carriera non per la testa sono state innumerevoli donne apparentemente non per la testa che hanno avuto l’intelligenza di valo­rizzare la loro bellezza, da Cleopatra a Marilyn Mon­roe. Soltanto «furbe» per Di­segni? E cosa pensare di Sophia Loren, Brigitte Bar­dot, Silvana Mangano, Clau­dia Cardinale, Charlotte Rampling, Grace Kelly, Ju­lia Roberts, Jennifer Lopez, Monica Bellucci, e modelle come Cindy Crawford, Nao­mi Campbell, Claudia Schif­fer. Tutte «scaltre»? La bel­lezza è una colpa? Il mondo è pieno di deficienti che ve­dono la versatile Belen e si limitano ad apprezzarne la bellezza. Venere è male? E le maglie e le olimpie e i nu­di di Modigliani sono ammi­rati da persone indifferenti alla intelligenza. Disegni crede, nella sua ottusità, che la bellezza sia una colpa e che ce se ne debba vergo­gnare perché essa si affer­ma prepotentemente senza fare «le nottate su una storia del teatro di Silvio D’Amico per diplomarsi alla Accade­mia di arte drammatica, pa­gandosi gli studi, facendo la cameriera». La Flora di Ti­ziano ha studiato all’Acca­demia di arte drammatica? Dispiace infierire sul pove­ro Disegni, il quale non ne prende una. E, mentre sicu­ramente, per le sue mode­ste e penose vignette viene pagato, io, come sanno an­che le pietre, per non rinun­ciare a fare il sindaco di Sale­mi, vado in televisione gra­tis, non sono pagato come i Fazio, i Saviano e i Benigni. E non ho alcun tariffario. Contrariamente a lui non di­co quello che penso per «me­stiere », ma per assoluta li­bertà. E, se vengo querelato, mi pago il lusso di aver detto quello che penso. Nel suo ca­so mi auguro che, a pagare per le menzogne che ha det­to di me sia l’editore del gior­nale sul quale ha scritto per compiacersi di avere ingiu­s­tamente insultato e mortifi­cato due ragazze che hanno solo la colpa di essere belle. Visto il suo disprezzo per lo­ro, gli auguro di trovare mol­te Rosy Bindi, per dimostra­re che Berlusconi e io, suo ispiratore, avevamo torto e che, nella vita, essere belle è una colpa.