ANNA ZAFESOVA, La Stampa 9/12/2010, pagina 21, 9 dicembre 2010
Il presidente kazako “A me l’elisir di vita eterna” - Ha solo settant’anni e se li porta benissimo, governa con mano salda un Paese più grande dell’Europa Occidentale da vent’anni e nulla gli potrebbe impedire di farlo per altri due lustri
Il presidente kazako “A me l’elisir di vita eterna” - Ha solo settant’anni e se li porta benissimo, governa con mano salda un Paese più grande dell’Europa Occidentale da vent’anni e nulla gli potrebbe impedire di farlo per altri due lustri. Silvio Berlusconi, che si dichiara suo amico, lo ha appena lodato: «Ho visto i sondaggi fatti da una autorità indipendente che ti hanno assegnato il 92% di stima e amore del tuo popolo», gli ha detto qualche giorno fa. Ma come ogni potente che ha conquistato tutti i beni terreni, Nursultan Nazarbaev è angosciato da quell’unica cosa che non riesce a governare: la vita e la morte. Per la precisione, la sua vita e morte. L’idea di aver convinto i suoi sudditi a prorogare i suoi poteri praticamente all’infinito, ma di dover a un certo punto abbandonare tutto per cause che non dipendono da lui ha spinto il presidente del Kazakistan a chiedere agli scienziati di scoprire il segreto dell’immortalità. In un discorso all’università della capitale Astana - che porta il nome dello stesso Nazarbaev - il leader kazako ha proposto al nuovo istituto di ricerca appena inaugurato di studiare «il ringiovanimento dell’organismo», così come «il genoma umano, la produzione di tessuti umani e la fabbricazione di medicinali basati sui geni». Parlando poi agli studenti, Nazarbaev ha aggiunto: «Come medicina del futuro, la gente della mia età spera sul serio che tutto questo accada il prima possibile». Da bravo ex marxista - ha portato in tasca per vent’anni la tessera del Pcus, arrivando anche a guidare il partito comunista del Kazakistan - Nazarbaev non ricorre a sortilegi e stregonerie, esigendo che il miracolo gli venga invece fornito dalla scienza più avanzata. Al comitato per la Ricerca del governo, a una riunione qualche mese fa, aveva posto come obiettivo trovare «medicine anti-invecchiamento, metodi per il ringiovanimento naturale, per l’immortalità». Un programma che non considera troppo ambizioso: «Tutti fanno ricerca su questi argomenti», ha spiegato ai suoi ministri, «lo fanno i Paesi che hanno più successo nel mondo, e chi non seguirà questa strada resterà emarginato». L’aspettativa di vita di un kazako medio è di meno di 68 anni (e scende a 62 anni se si contano solo i maschi). Ma l’aver già battuto di due anni la media nazionale e di poter contare sull’immortalità dei comuni mortali, quella di continuare a vivere nei figli - Nazarbaev ha tre figlie femmine che occupano posizioni di potere nella repubblica e gli hanno dato sette nipotini - non basta. Come non basta un posto nella storia comunque già assicurato, come primo presidente, dal 1990, del Kazakistan indipendente, considerato sia in Russia sia in Occidente il più laico e ragionevole dei corrotti e autoritari khan ex comunisti dell’Asia Centrale, padre-padrone di una nazione che conta su immense ricchezze naturali (petrolio e gas, ma non solo) e appare immune agli estremismi tribali e religiosi che stanno dilaniando il resto della regione. Non basta la nuova capitale Astana, un gelido sogno faraonico nella steppa, dove monumenti di un lusso pacchianamente sovietico sono affiancati da auditorium e palazzi progettati da Sir Norman Foster e altri grandi firme giapponesi e italiane dell’architettura. E certamente non basta quel miliardo di dollari di proventi petroliferi dello Stato che, secondo le accuse dell’opposizione, Nazarbaev avrebbe depositato sui suoi conti in Svizzera. Il presidente resta ossessionato dall’invecchiamento e dalla morte. Durante un congresso dei popoli del Kazakistan, ha replicato a sorpresa a un deputato di origine coreana che gli augurava di rimanere al potere fino al 2020: «Forse, allora, sei pronto ad offrirmi un elisir di lunga vita. Forse voi avete queste pozioni in Corea. Io sono pronto a restare fino al 2020, basta che mi troviate un elisir». In effetti, impedimenti giuridici non ce ne sono: la presidenza di Nazarbaev scade alla fine del 2012, e uno speciale emendamento alla Costituzione esenta lui - e solo lui - dal limite di due mandati consecutivi. E, nel caso non riuscisse a raccogliere il 90% e passa dei voti che abitualmente riceve, dal giugno 2010 la Costituzione offre a Nazarbaev lo status speciale di «Leader della nazione», che gli permette di dettare la politica anche senza più essere presidente. Manca l’ultimo passo, brevettato in Corea del Nord da Kim Il Sung: dichiararsi presidente in eterno, anche dopo la morte.