LIU XIAOBO, La Stampa 9/12/2010, pagina 1, 9 dicembre 2010
IL DISCORSO CHE NON POTRÒ LEGGERE
L’ atto di accusa (numero 247 [2009]della Prima Corte popolare intermedia di Pechino) mi imputa di aver commesso il crimine di «incitamento alla sovversione dell’ordine dello Stato» basandosi su 310 caratteri estratti da sei articoli e dalla «Carta 08», citati quali prova della mia violazione del comma 2 dell’articolo 105 del codice penale.
on ho obiezioni rispetto ai fatti elencati nell’atto di accusa, tranne per l’imprecisione dell’affermazione «dopo aver raccolto la firma di più di 300 persone».
I sei articoli sono stati effettivamente scritti da me, come è vero che ho partecipato alla «Carta 08», ma ho raccolto solo 70 firme circa, e non più di 300, perché le altre non sono state raccolte da me. Viceversa, rispetto all’accusa che mi viene mossa mi dichiaro innocente. Nel periodo di oltre un anno in cui sono stato privato della libertà, negli interrogatori della polizia, della pubblica accusa e dei giudici mi sono sempre dichiarato innocente. Qui parlerò della mia innocenza su diversi piani: in relazione agli articoli della Costituzione cinese, alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, alle mie posizioni sulla riforma politica, alle tendenze della storia e ad altri punti.
1) La crescente presa di coscienza dei diritti dell’uomo, le sempre più frequenti difese dei diritti civili, la promozione del progresso del governo cinese nella concezione dei diritti umani sono solo alcuni dei risultati più importanti che la politica di riforma e apertura ha conseguito. Nel 2004 il Parlamento cinese ha emendato la Costituzione introducendovi la frase «lo Stato rispetta e garantisce i diritti umani», facendo della garanzia dei diritti umani un principio costituzionale del governo legittimo dello Stato.
I diritti dell’uomo che lo Stato deve rispettare e garantire sono regolati dall’articolo 35 della Costituzione, e il diritto di espressione è uno dei fondamentali. Con la manifestazione delle mie diverse opinioni politiche ho esercitato, da cittadino cinese, il diritto alla libertà d’espressione sancito dalla Costituzione, e non solo non potrei subire restrizioni politiche e privazioni arbitrarie, ma anzi dovrei ricevere il rispetto dello Stato e la protezione della legge. Per questo l’accusa che mi viene mossa ha violato i miei diritti fondamentali di cittadino cinese, ha infranto la legge costituzionale dello Stato cinese, è un tipico esempio di reato di opinione, è il perdurare dell’antica inquisizione letteraria nella Cina contemporanea, e dovrebbe essere moralmente censurato e punito come violazione della Costituzione.
2) In base ad alcune frasi estratte dai miei articoli sono accusato di «incitamento alla sovversione dell’ordine dello Stato, al rovesciamento del sistema socialista attraverso la diffusione di notizie false, denigrazioni e altri metodi». Questa è un’accusa priva di fondamento. «Diffondere notizie false» è contraffare, fabbricare notizie del tutto infondate, diffamare le persone. «Denigrare» è calunniare il prestigio e la dignità degli altri creando notizie dal nulla. Entrambe le azioni hanno a che fare con la verità o la falsità dei fatti, con la reputazione e l’interesse di altre persone, mentre i miei sono commenti critici, espressione del mio pensiero e dei miei punti vista, giudizi di valore e non giudizi di fatto. Non ho causato danno ad alcuno. Quindi la diffusione di notizie false e la denigrazione non hanno nulla a che vedere con le mie affermazioni. In altre parole, criticare non è diffondere notizie false, né tantomeno opporsi è denigrare.
3) In base ad alcuni passaggi della «Carta 08» sono accusato di vilipendio del partito di governo, di «incitamento alla sovversione dell’ordine dello Stato». Ho il sospetto che questa accusa sia basata su frasi estrapolate dal contesto, non prenda in considerazione l’intero messaggio della «Carta 08» e ignori il puntodi vista complessivo espresso in tutti i miei articoli.
In primo luogo, le «tragedie nel campo dei diritti umani» menzionate nella «Carta 08» sono fatti realmente accaduti nella storia della Cina contemporanea: il «Movimento contro la destra» ha definito erroneamente «destrorsi» più di 500.000 persone, il «Grande balzo in avanti» ha provocato la morte per cause non naturali di oltre 10 milioni di persone, la «Rivoluzione culturale» ha creato una grande catastrofe nazionale, il «4 giugno» è stato un evento sanguinoso in cui molte persone sono morte e molte altre sono state arrestate.
Questi sono avvenimenti universalmente riconosciuti come «tragedie nel campo dei diritti umani», e in effetti hanno compromesso lo sviluppo della Cina, «hanno intralciato lo sviluppo stesso del popolo cinese e vincolato il progresso della civiltà umana». Per quel che riguarda l’abrogazione della prerogativa del partito di detenere il monopolio del potere, si tratta solo della richiesta al partito di governo di attuare una riforma che restituisca il governo al popolo, costruendo in definitiva lo Stato libero «del popolo, governato dal popolo, a favore del popolo».
In secondo luogo, i giudizi espressi e le tesi politiche proposte nella «Carta 08» hanno come obiettivo a lungo termine la creazione di una repubblica federale, libera e democratica, e indicano 19 provvedimenti per una riforma graduale e pacifica. Sono le diverse storture dell’attuale e claudicante riforma che spingono a chiedere al partito di governo di attuare una riforma che cammini su due gambe, in cui cioè economia e politica avanzino insieme in sincronia (...).
In sintesi, gradualità, pace, ordine, controllo e interazione dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto sono le parole chiave della mia riforma politica per la Cina, poiché in questo modo i costi sono bassi e i risultati alti. Conosco l’opinione comune e fondamentale del cambiamento politico: una trasformazione sociale ordinata e controllata è migliore di una senza ordine e controllo. Persino l’ordine di un cattivo governo è migliore del disordine dell’anarchia. Per questo mi oppongo a una gestione politica dispotica e monopolista, ma assolutamente senza «incitare alla sovversione dell’ordine dello Stato». In altre parole, l’opposizione non equivale alla sovversione.
4) In Cina c’è la massima «chi perde in orgoglio guadagna in modestia» e un proverbio occidentale contiene il monito «il superbo non sfuggirà alla punizione divina». Conosco i miei limiti, quindi so bene che le mie affermazioni non sono perfette, né del tutto corrette. In particolare negli articoli di commento a fatti appena accaduti non ci sono argomentazioni rigorose, sono sfoghi scritti sull’onda dell’emotività. Le affermazioni erronee o le conclusioni che tengono conto solo di alcuni aspetti, senza basarsi sulla visione complessiva dei fatti, sono inevitabili, ma tali affermazioni, pur avendo dei limiti, non hanno nulla a che fare con il commettere un crimine e non possono assolutamente essere considerate prove di reato.
Dal momento che il diritto alla libertà di parola comprende non solo il diritto di esprimere opinioni corrette, ma anche quello di esprimere opinioni errate, devono essere ugualmente garantiti sia il diritto di esprimere opinioni giuste e punti di vista della maggioranza sia quelle sbagliate e quelli della minoranza. 23 dicembre 2009