FEDERICO GEREMICCA, La Stampa 8/12/2010, pagina 13, 8 dicembre 2010
Renzi al Pd: io parlo con Silvio, voi volete allearvi con Fini... - Non è pentito. E naturalmente nemmeno spaventato dal vespaio di polemiche che come al solito ha scatenato
Renzi al Pd: io parlo con Silvio, voi volete allearvi con Fini... - Non è pentito. E naturalmente nemmeno spaventato dal vespaio di polemiche che come al solito ha scatenato. Per questo, se deve scegliere una cifra per replicare ai suoi critici, punta sull’ironia. Un’ironia, però, che diventa tagliente quando si rivolge al Pd. Reo confesso di un incontro ad Arcore col presidente del Consiglio, Matteo Renzi dice: «Bastonano me perché parlo con Berlusconi: e intanto loro vogliono fare un governo con Fini o - ancora peggio - addirittura un’alleanza elettorale con lui. A me pare assurdo: soprattutto perché non si rendono conto di quanto quell’idea sia lontana dal sentire della nostra gente». Che fa sindaco, divaga? «Non divago affatto, replico». Replichi stando al merito della questione, allora. «E’ che non ho capito qual è la questione. Perché se il punto è che non ci si fida di Renzi, allora qualunque cosa io dica è inutile. E se invece il problema è che sono andato ad Arcore, beh, mi passi la frase fatta, ma è come guardare il dito invece che la luna». E quale sarebbe la luna? «Che Berlusconi è venuto in Toscana per tre campagne elettorali di fila - quelle del 2008, del 2009 e del 2010 - a promettere una legge speciale per Firenze che non abbiamo mai visto. Allora l’ho chiamato per chiedergli a che gioco si giocava». E l’ha invitata ad Arcore. «Precisamente». E lei ha accettato. «E che dovevo dirgli, ci vediamo a Monza allo svincolo dell’autostrada?». Bersani s’è arrabbiato, però. «L’ho capito. Se è per questo ho avuto un sacco di critiche anche su Facebook. La rete, però, è eccezionale: qualcuno mi ha segnalato una dichiarazione di Pier Luigi che diceva che per ottenere una riforma del mercato del lavoro ad Arcore ci sarebbe andato anche a piedi. E poi, scusi, forse che i nostri non sono mai andati a casa di Prodi a parlare di cose di governo?». Paragona Prodi a Berlusconi? «Me ne guardo bene! Però se il punto è quello, posso rassicurare Bersani: con Berlusconi non ho ballato il Bunga Bunga. Semplicemente voglio capire perché quel che è stato dato ad Alemanno a Roma non può averlo Firenze, che sta segnando un più 21 per cento nelle presenze turistiche ed è stata raggirata con promesse elettorali». Lo rifarebbe? «Per Firenze mille volte. Anche se sono preoccupato per le reazioni. Lasciamo stare il Pd, dove ormai c’è chi è sempre pronto - qualunque cosa io faccia - ad aprire campagne contro di me. Mi colpiscono certe reazioni avvelenate della gente comune, perché danno il senso del clima che si respira nel Paese. Viviamo da tre lustri come fossimo in un derby continuo: ci vorranno anni per ripulire le menti...». A proposito di Pd: il responsabile enti locali, Zoggia, dice che un buon democratico in questi giorni si prepara per piazza San Giovanni, non va ad Arcore. «A Davide, che è l’ex presidente della Provincia di Venezia, purtroppo sconfitto alle ultime elezioni, vorrei rispondere con un sorriso...». Faccia. «Stia sereno, a San Giovanni sabato ci sarò. Solo che magari torno indietro presto, che ho Benigni a Firenze, ma stia certo che ci sarò». E con Berlusconi, in conclusione, com’è andata? «Non mi ha detto che siamo simili, e non abbiamo parlato di rottamatori e di Pd». Ma è stato riferito... «Ecco: è stato riferito. Ma non è vero. Rivelando l’incontro, qualcuno forse pensava di farmi uno scherzetto. Magari qualcuno del Pdl delle mie parti, al quale il faccia a faccia è andato di traverso». Che le ha detto Berlusconi della crisi e del modo in cui pensa di uscirne? «Quello che si legge sui giornali. Di più non dico. Nemmeno sotto tortura». Qualche battuta, almeno, l’avrà fatta, no? «Zero». Zero battute!? «Vabbè, una». Dica. «Si parlava di calcio, e lui si lamentava un po’ del possesso palla del Milan nei finali di partita. Io gli ho detto: ma lo lasci lavorare, Allegri, non è nemmeno comunista! E lui: “Comunista? Peggio che comunista: è livornese. Li-vor-nese, capisce?” Ma questa, per favore, non la scriva, perché magari Berlusconi s’arrabbia ancora più per il calcio che per la politica. In fondo, come me».