Marco Guidi, il Giornale 7/12/2010, pagina 35, 7 dicembre 2010
«Razzisti a Lecce? Mi danno del barese e dovrò andarmene» - Possono tre partite cancellare cinque anni? La domanda frulla nel cervello del difensore maliano Souleymane Diamoutene già da mesi
«Razzisti a Lecce? Mi danno del barese e dovrò andarmene» - Possono tre partite cancellare cinque anni? La domanda frulla nel cervello del difensore maliano Souleymane Diamoutene già da mesi. Da quando un gruppetto di qualche decina di ’ragazzini’, come li definisce lui, ha cominciato a prenderlo di mira mentre si allena a Calimera, centro sportivo del Lecce. Quelle tre gare sono il totale dellasua esperienza in prestito a Bari, nello scorso campionato, dopo cinque anni in giallorosso. Una macchia indelebile nella carriera di un giocatore, secondo il tifo più becero della curva salentina. Ecco perché Diamoutene non sarebbe più degno di vestire la maglia del Lecce. Un concetto espresso a cori e sfottò, sino a giovedì scorso. Quando i più sfrontati hanno scavalcato la recinzione del campo e si sono diretti minacciosi verso di lui. Diamoutene, ha avuto paura? «Insomma... Di certo non è una cosa che fa piacere. Erano in cinque o sei e venivano verso di me con aria aggressiva. Il capogruppo era un ragazzino di 18 anni. Non sapeva manco chi fossi: mi ha persino chiesto se fossi davvero io Diamoutene, quello che aveva giocato anche nel Bari... ». Dopo che è successo? «Hanno cominciato a insultarmi. “ Sporco barese,togliti la maglia“ mi urlavano. E mi spingevano. I miei compagni Fabiano e Sini mi hanno preso in disparte e convinto ad allontanarmi dal campo». E il giorno successivo ha saputo da mister De Canio di non essere convocato per la partita con il Genoa… «Un po’ me lo aspettavo. L’allenatore mi ha detto di avermi escluso per scelta tecnica. Però io mi sono sentito messo in disparte. Proprio ora che stavo giocando spesso e anche abbastanza bene…» Crede che De Canio si sia fatto influenzare dai tifosi violenti? «Mah. Forse si poteva fare un bel gesto nei miei confronti. E io ci tenevo a dare una mano al Lecce. Diciamo che accetto la scelta dell’allenatore, ma c’è qualcosa che non mi è piaciuto…» Nei forum dei tifosi giallorossi le si contesta un’esultanza anti-Lecce sotto la curva del Bari, lo scorso anno. Se la ricorda? «So bene a cosa si riferiscono. La mia prima partita ufficiale a Bari. Era il 12 dicembre: Bari-Juventus 3-1. Dopo tanta panchina, finalmente ero titolare. Giocai bene, battemmo la Juve. Ero al settimo cielo!». E si lasciò un po’ andare, mentre la curva cantava: ’Chi non salta un leccese è’… «Voglio che tutti i tifosi del Lecce sappiano come sono andate le cose. A fine partita mi sono recato con tutta la squadra sotto la curva del Bari per festeggiare. Avevamo battuto la Juve: non capita tutti i giorni. Saltellavo con i compagni, non sentivo nemmeno che cantavano i tifosi. Ma di sicuro non ho mai mancato di rispetto al Lecce». Quando ha firmato per il Bari nell’agosto 2009, pensava che i tifosi del Lecce la potessero prendere così male? «Sono un professionista, è normale che io possa giocare da una parte e poi da un’altra. Guardi: ho diversi amici tra gli ultras giallorossi. Mentre giocavo con il Bari spesso venivo a Lecce a trovarli. Giravamo per il centro e nessuno mi rompeva». Fino a quest’anno. Quando è tornato si aspettava quest’ accoglienza? «Ad agosto i tifosi mi hanno garantito il loro appoggio. Mi hanno incitato a dare il massimo per il Lecce. Sanno che sono un giocatore grintoso. Anche oggi mi stanno vicini, tranne qualcuno… ». L’aggressione le sta facendo pensare all’addio? «Amo Lecce e la sua gente. Ma da giovedì qualcosa dentro di me è cambiato. Non mi sento tranquillo e a gennaio andrò via. Fosse per me rimarrei ancora tanti anni qui. Solo che quei ragazzini… ».