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 2010  dicembre 07 Martedì calendario

Nel 2010 l’addio all’inventore dello Swatch Quest’anno l’orologeria con la «O» maiu­scola, ha perduto due protagonisti di livello assoluto

Nel 2010 l’addio all’inventore dello Swatch Quest’anno l’orologeria con la «O» maiu­scola, ha perduto due protagonisti di livello assoluto. Il primo è il fondatore e presidente dello Swatch Group, Nicolas G. Hayek, colpi­to il 28 giugno, all’età di 82 anni,da un’attacco cardiaco, nel suo ufficio di Bienne. Non pote­va essere altrimenti. Aveva lo spirito di un ra­gazzo costantemente a caccia dei propri so­gni, leader indiscutibile dell’universo svizze­ro delle lancette. La sua energia era indomabi­­le: carismatico, visionario, pieno di energia, creativo, veloce, cortese ma intransigente, sempre con il nodo della cravatta allentato, le maniche della camicia arrotolate e i suoi tre­quattro orologi al polso. Semplicemente uni­co. Chiunque, al suo posto, alla sua età dopo ciò che aveva costruito, plasmato e organizza­to, con la certezza della continuità nel segno della famiglia (i figli Nayla e Nick Jr. già da tem­po con ruoli di assoluta responsabilità, e, ora, il nipote Marc Alexander al quale è stato affi­dato il difficilissimo compito di timonare brand haut-de-gamme quali Breguet, Blan­cpain e Jaquet Droz), si sarebbe ritirato a una vita più tranquilla. Non lui. Nato a Beirut il 19 febbraio 1928, nei primi anni ’80,con l’industria elvetica del segnatem­po in crisi totale sotto gli attacchi frontali dei colossi giapponesi, intuì con chiarezza la stra­da della rinascita e del rilancio dell’incompa­rabile tradizione Swiss Made, prefigurando in modo inequivocabile il futuro strategico del mercato. I simboli, infatti, di questo rilan­cio furono lo Swatch (elettronico, semplice, economico ma d’ottima qualità,divenuto su­bito un fenomeno collezionistico), l’integra­zione dei processi produttivi, la concentrazio­ne dell’orologeria in grandi gruppi. Ha creato nel tempo un fenomeno come Swatch Group, attivo su tutti i segmenti del mercato (Swatch, Breguet, Blancpain, Glashütte Original/Union, Jaquet-Droz, Tif­fany, Léon Hatot, Omega, Longines, Rado, Tis­sot, Clavin Klein, Certina, Mido, Hamilton, Pierre Balmain, Flik Flak e Endura, i marchi), e ago della bilancia nella definizione degli equilibri del mercato. In questi ultimi anni Hayek, che aveva sempre destinato con con­vinzione sforzi e impegni finanziari nella ri­cerca tecnologica e nell’innovazione, si era buttato nel campo dell’energia eco-sostenibi­le applicabile anche fuori dall’orologeria. Il 27 ottobre scorso,poi, l’improvvisa scom­parsa di Luigi Macaluso all’età di 62 anni, pre­sidente del Gruppo Sowind, al quale fanno ca­po la storica manifattura Girard-Perregaux e JeanRichard, realtà emergente di eccellente livello nel panorama dell’Alta Orologeria. Le redini del Gruppo saranno prese dalla moglie di Macaluso, Monica Mailander e dai figli Ste­fano e Massimo, da tempo impegnati in ruoli chiave all’interno della struttura. Macaluso era alla guida di Girard-Perregaux dai primi anni ’90 e,anno dopo anno,aveva creato attor­no a questo straordinario brand che, nel 2011, celebrerà i 220 anni di attività, un vero e pro­prio polo manifatturiero dell’Alta Orologeria. Era un manager italiano che aveva saputo im­porsi in Svizzera, nel settore più caro ai nostri vicini elvetici. I figli Stefano e Massimo hanno voluto evidenziare come questa determina­zione sia stata «la logica conseguenza di un disegno già tracciato, il frutto di un lavoro av­viato. È un tributo nei confronti del coraggio e delle capacità imprenditoriali e creative di Luigi Macaluso che crediamo abbia saputo dare grandezza internazionale ad un mar­chio di assoluto prestigio, come Girard-Perre­gaux, contribuendo all’affermazione del con­cetto di Alta Orologeria».