Franco Bechis, Libero 8/12/2010, 8 dicembre 2010
TALMUD TRADOTTO COSÌ IL CAV SOFFIA GLI EBREI AL FLI
Gianfranco Fini ci ha impiegato una vita per scrollarsi dalle spalle il passato e conquistarsi il favore di una delle comunità più piccole, ma potenti del paese: quella ebraica. Ci sono voluti anni di abiure e distacchi, pazienti lavori diplomatici degli amici Alessandro Ruben e Giancarlo Elia Valori che furono alla base del suo antico viaggio in Israele. A Silvio Berlusconi è bastato un secondo e quattro righe di testo per conquistare da quella piccola, ma potente comunità non solo simpatia, ma gratitudine e riconoscenza proprio un uno dei momenti più difficili e delicati della vita del governo.
Lo scorso tre dicembre infatti il governo Berlusconi ha mandato in Senato a firma del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Mariastella Gelmini (fedelissima berlusconiana) le scelte del ministero e dell’intero esecutivo per finanziare in ogni settore la ricerca: dalla scienza alle lettere, dalle arti alla tecnologia. La somma trovata, pur fra le pieghe dei tagli imposti da Giulio Tremonti, è rilevante: un miliardo e 754 milioni di euro. Ed è anche più alta di quella proposta l’anno precedente (era un miliardo e 628 milioni di euro), contrariamente a quel che si dice in convegni non solo delle forze di opposizione. È in quel fiume di fondi pubblici che spunta una decisione piccola ma importantissima per la comunità ebraica: il fondo governativo per la ricerca ha deciso di finanziare un progetto che il Cnr ha siglato con l’Unione delle Comunità ebraiche italianeCollegio rabbinico nazionale. Si mette a disposizione un milione di euro per il 2011 e se ne garantiscono già altri quattro milioni fino al 2015 (qualsiasi governo sarà tenuto a rispettare la decisione) per «la traduzione integrale in lingua italiana, con commento e testo originale a fronte, del Talmud, opera fondamentale e testo esclusivo della cultura ebraica».
Il Talmud accanto alla Torah
è il principale testo sacro della tradizione ebraica ed è un’opera monumentale. Letteralmente la parola Talmud significa “insegnamento” ed è in sostanza la “Torah orale” rivelata sul monte Sinai a Mosè e da lui trasmessa di generazione in generazione fino a quando non fu messa per iscritto da maestri e sapienti dopo la distruzione del secondo Tempio di Gerusalemme, nel timore che gli israeliti potessero scomparire. Scritto in aramaico è stato tradotto dal rabbino Adin Steinsaltz in ebraico moderno, un lavoro che ha visto schierati con lui i massimi esperti di testi sacri ebraici e
che è durato 50 anni, con alcune traduzioni terminate proprio in questo 2010. Quella traduzione ha naturalmente contribuito a diffondere il Talmud fra gli ebrei di tutto il mondo in modo più comprensibile di quanto non fosse avvenuto finora. Grazie al rabbino Steinsaltz il testo sacro è stato tradotto più agevolmente anche in francese, russo, tedesco e inglese. In italiano esistono solo alcune parzialissime traduzioni, ma il lavoro sarà più semplice di quello di Steinsaltz perché basterà partire dall’ebraico moderno e dalle interpretazioni del testo già adottate in questi 50 anni (era
la parte più difficile). Vista la complessità dell’opera, non deve stupire l’impegno finanziario per la traduzione in italiano (5 milioni di euro), visto che per cinque anni dovrà lavorare una squadra di trenta professionisti.
La scelta del governo e del Cnr ha ovviamente scatenato l’entusiasmo sia del rabbino capo di Roma, rav Riccardo di Segni, sia del direttore del collegio rabbinico, Gianfranco Di Segni (che è biologo molecolare proprio al Cnr) secondo cui «con la traduzione si potrebbe rendere accessibile ai più il Talmud. Potrebbe essere un primo passo per spingere molte persone ad intraprendere il difficile cammino dello studio dei trattati indispensabili per comprendere la nostra realtà».
Se il favore della comunità ebraica italiana non è cosa da poco conto per Berlusconi in un momento politicamente così delicato, nel decreto per la ricerca del 3 dicembre scorso non ci sono solo le assegnazioni straordinarie al Cnr per il progetto Talmud, ma anche altri piccoli e grandi finanziamenti molto significativi per la ricerca: come i primi fondi per il progetto “bandiera Epigenomica” (costo di 30 milioni in tre anni) per «lo sviluppo della scienza genetica, con particolare riferimento alla teoria del sequenziamento del Dna e del Rna». A grandi capitoli sarà comunque il Cnr il maggiore beneficiario dei fondi per la ricerca (627 milioni di euro) seguito dall’Agenzia spaziale italiana (574 milioni), dall’Istituto nazionale di fisica nucleare di Frascati (308 milioni di euro) e dall’Istituto nazionale di astrofisica (103 milioni di euro). Sempre nell’ambito del finanziamento al Cnr sono stati trovati anche 300 mila euro a titolo di «contributo straordinario per attività di ricerche internazionali con Israele nell’ambito del programma di ricerche Lens».