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 2010  dicembre 07 Martedì calendario

TRA "VECCHI" E "CATACOMBE" LA POLITICA RICADE SULL´ANAGRAFE

Giovani e vecchi, ci risiamo. Riattizzata dalle incandescenti rivelazioni di WikiLeaks sulle incerte condizioni di salute del presidente Berlusconi, la questione anagrafica rimbalza ancora una volta nel dibattito politico italiano contribuendo senz´altro a renderlo ancora più vuoto, misero, grottesco e crudele di quanto già appaia.
Giorni orsono, infatti, i report della diplomazia americana avevano posto la faccenda nei modi che si sono letti riguardo al fisico, alla stanchezza, ai colpi di sonno e perfino a certe preoccupanti analisi del Cavaliere. Bene, l´altroieri questi ha ammesso di avere «assolutamente, una certa età». Ma poi ha rilanciato definendo «vecchi» i suoi nemici Fini e Casini. Al che, non è chiaro se anche a nome del presidente della Camera, il leader dell´Udc ha ritenuto di non lasciar passare sotto silenzio l´epiteto e così ha ribattuto al premier: «Se siamo vecchi noi, ed è vero, lui allora è catacombale».
Sulla precisione di tale aggettivo è lecito mantenere qualche dubbio. O meglio: data la funzione svolta dalle catacombe nei primi secoli del cristianesimo, il sospetto è che forse più propriamente Casini avrebbe potuto usare nei confronti dello stato di Berlusconi l´attributo «cimiteriale», o «tombale», o «sepolcrale». Ma siccome Pier resta pur sempre un democristiano, ha circonfuso il suo dire in una nuvoletta di fumo, sia pure dal forte odore di zolfo.
Due anni orsono, del resto, Massimo D´Alema era stato più raffinato, ma in fondo anche più indulgente, definendo il Cavaliere «un sito archeologico, benché tirato a lucido». Anche in questo caso l´immagine inespressa era quella di un rudere; e tuttavia a loro modo le vestigia continuano a vivere, mentre nelle catacombe ci si arrivava per restare lì sotto in via definitiva. Questo può spiegare perché Cicchitto si sia molto arrabbiato e abbia diffuso una nota su Casini che «evidentemente ha perso il controllo della parola» - perdita in ogni caso abbastanza diffusa a Montecitorio e dintorni.
Per il resto, si perdoni qui il bisticcio, ma questa dell´età di Berlusconi è storia vecchia, molto vecchia. O almeno, se ne trova traccia fin dal 2000, e per certi versi bisogna ammettere che il fatto che se ne parli ancora, sia pure in termini archeologici e catacombali, va a onore del premier. L´inaugurazione risale al duello con Rutelli (2001), che al momento della sfida appariva bello, fresco e piacione, mentre Silvio era nonno già da un pezzo (della prima figlia di Piersilvio), anche se a quei tempi faceva finta di niente. Così come oggi non perde occasione per esibire la sua vitalità, spesso mettendosi nei guai, anche seri.
E comunque. Chi usa l´arma biologica contro Berlusconi sa benissimo di fargli male perché l´età - e quindi la paura della morte - è la sua vera grande e terribile ossessione, come di tanti altri uomini di potere. Ha detto Fini, al massimo dell´ira: «Ma io ho vent´anni meno di lui». Ha detto Veltroni nell´ultima campagna elettorale: «Io avrò la sua età nel 2026 e state certi che allora farò altro nella vita».
Per il momento il dibattito non è trasceso, come per altri, sul piano delle dentiere, delle stampelle e dei pannoloni, arrestandosi sulla soglia del lifting e del trapianto. Ma più l´ora fugge e più aumentano i rischi, in tutti i sensi. L´altra sera, ad esempio, è intervenuto alla radio il medico di corte, professor Zangrillo, per garantire che il 74enne premier «è un uomo dotato di una vitalità straordinaria e clinicamente dimostra 50 anni». Sennonché nel 2004 un altro dottore di fiducia, il leggendario Scapagnini, aveva proclamato che l´età biologica del Cavaliere, allora 67enne, era di 55 anni.
Se ne deduce, grazie ai loquaci e premiatissimi clinici della Real Casa, che più passa il tempo e meno Berlusconi invecchia, anzi ringiovanisce. Nel frattempo, per le meraviglie del possibile, ha smesso di giurare sulla testa dei figli e ha cominciato a farlo su quella dei suoi innocenti nipotini.