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 2010  dicembre 07 Martedì calendario

LA LISTA DEI SITI "SENSIBILI" USA. SPIATE AZIENDE ANCHE IN ITALIA


Il documento è classificato secret/noform (quest’ultimo è un acronimo che indica come la nota non debba essere divulgata a governi stranieri), il codice è 09STATE15113, è datato 2 febbraio 2009 ed è firmato dal segretario di Stato Hillary Clinton. E’ una sorta di lunghissimo inventario di tutte le strutture del mondo considerate sensibili per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, siti che «se persi, potrebbero danneggiare in modo cruciale la salute pubblica e la sicurezza economica del territorio degli Usa». In particolare si tratta di industrie farmaceutiche e di infrastrutture di energia, alcune con sede in Italia. L’ordine impartito dalla Clinton alle missioni diplomatiche dei rispettivi Paesi è di svolgere un’attività di intelligence, in parole povere di spionaggio, su queste aziende «senza consultare i Paesi ospitanti» e di offrire «l’offerta di aiuto o la promozione di servizi per garantirne la sicurezza».
Il lunghissimo elenco, messo on line da Wikileaks, indica centinaia di impianti sparsi in tutti i continenti, dall’Africa al Sud America, dal Canada al Medio Oriente, dall’Europa all’Australia: una lista di potenziali bersagli molto preziosa per chi vuole programmare attentati (tant’è che il Guardian e altre testate si sono rifiutate di pubblicare il documento).
Per quanto concerne l’Italia, i siti sensibili per gli Usa sono la sede di San Polo di Torrile (Parma) della multinazionale Glaxo Smith Kline, una industria farmaceutica che, specifica la nota della Clinton, si occupa «dello sviluppo di nuovi prodotti in forma sterile e della produzione di vaccini e di liquidi e liofilizzati sterili a livello mondiale» e del gasdotto Trans-Med, un impianto lungo oltre 2.000 chilometri che trasporta gas dall’Algeria al Nord Italia. Sempre per quanto riguarda il nostro Paese, il documento pubblicato da Wikileaks, cita anche un farmaco, il Digibind, che, specifica la nota, è «usato per il trattamento dei morsi di serpente», un antiveleno prodotto dalla stessa Glaxo.
Ma il principale interesse americano in Italia è il particolare rapporto che lega il governo Berlusconi al Cremlino. Ed ecco che in un cablogramma inviato il 19 novembre del 2008 dall’ambasciatore a Roma Ronald Spogli all’ex segretario di Stato Condoleezza Rice si legge: «L’Italia è un partner affidabile e un alleato importante della Nato, ma le sue iniziative ribelli sulla Russia possono solo fare confusione e ridurre la sicurezza collettiva». Spogli racconta ancora alla Rice che con Berlusconi «la situazione in Italia è cambiata e ciò ci consente di fare progressi sulla nostra agenda», con particolare riferimento alla soppressione dei caveat per le truppe in Afghanistan e l’espansione della base Usa a Vicenza. Ma, prosegue Spogli, lo stretto rapporto personale di Berlusconi con Putin si è risolto nel sostegno italiano per quasi tutte le iniziative russe tese a indebolire il sostegno transatlantico all’allargamento della Nato e i nostri tentativi di limitare i peggiori istinti del Cremlino».
L’anno successivo un altro ambasciatore Usa, David H Thorne, riporta un’affermazione di Berlusconi sulla leadership russa: «Putin è il centro del potere in Russia e Medvedev è un suo apprendista». Palazzo Chigi si è affrettato a smentire questa frase. «Il presidente del Consiglio non ha mai pronunciato le frasi che gli vengono attribuite». Resta da vedere chi dei due non dice la verità.
Agli americani sembra invece piacere molto il ministro degli Esteri Franco Frattini. «Ha una forte reputazione internazionale e gode del rispetto dell’opposizione di sinistra in Italia», è quanto si legge in un messaggio siglato da Elizabeth L. Dibble, numero due dell’ambasciata di via Veneto, il 13 gennaio 2010. «Anche se non ha una base elettorale, la sopravvivenza politica di Frattini non sembra dipendere più da Berlusconi”, conclude il dispaccio.