PAOLA JADELUCA, la Repubblica Affari&finanza 6/12/2010, 6 dicembre 2010
BURKINA FASO FA SCUOLA DI INNOVAZIONE ARCHITETTONICA
L’innovazione tecnologica non si annida solo nelle nanotecnologie, nei chip di ultima generazione. Si può fare innovazione anche inventando un nuovo modo di utilizzare il già esistente, materiali semplici composti in modo diverso. Fa scuola da questo punto di vista la scuola elementare di Gando, in Burkina Faso, costruita nel 1999 dall’architetto Diebédo Francis Kéré. Primo esempio di edificio di design, la scuola è stata realizzata secondo i principi dell’architettura sostenibile. Partiamo dalle pareti: sono realizzate con blocchi di terra compressa e stabilizzata. Materiale povero, del posto, ma reinventato secondo principi moderni, dunque, la terra assorbe il calore e mantiene la temperatura a gradazione moderata. Fasci di calcestruzzo corrono per tutta la larghezza del soffitto e si intrecciano con sbarre di acciaio a supporto di un soffitto fatto anche questo di blocchi di terra: il comfort climatico è stato garantito da uno spazio lasciato libero tra il soffitto e il tetto spiovente, che fa ombra alla facciato, tenuto su da metallo corrugato poggiato su fasci di acciaio spiovente. Invece di gru e camion, difficili da reperire e trasportare, l’architetto ha trovato una soluzione realizzabile con una sega e un saldatore. La cosa più difficile è stata insegnare alla gente del posto come usare i due strumenti. Tutto il villaggio è stato coinvolto nella realizzazione del progetto e questo è servito da imput per successive opere, che la gente ha imparato a realizzare unendo le forze. La scuola del Burkina Faso è solo uno dei progetti innovativi di architettura sostenibile "Small Scale, Big Change, New architecture of social engagement", in mostra al Moma di New York. Tra questi Quinta Monroy Housing, un progetto realizzato a Iquique, in Cile, capace di realizzare l’impensabile: come stipare 150 famiglie, in 30 metri quadri su un ettaro di superficie. Il team coordinato dall’architetto Alejandro Aravena ha trovato una soluzione sostenibile, bella e che riprende il tradizionale stile delle abitazioni del luogo, ciascuna separata da un cortile. Una soluzione, per di più, economica: il costo è stato di 7.500 dollari a casa. Un caso che tutti gli architetti dovrebbero studiare. A partire dal pool di architetti che ha realizzato Corviale, il serpentone di Roma. Il più lampante errore di programmazione architettonica nella storia dell’urbanistica italiana.