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 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

CARTA CANTA: IL RICICLO PRODUCE RICCHEZZA

Dentro il cassonetto dei rifiuti c’è un tesoro antispreco che vale 9 miliardi di euro. È il ricco business del macero, una filiera che in Italia raccoglie, tratta e ricicla 3 milioni di tonnellate di carta e imballaggi di cartone dando lavoro a più di 30 mila persone. «Abbiamo più che triplicato la raccolta nell’arco di un decennio – commenta Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, il consorzio, nato nel 1985, gestisce il 69% del totale della raccolta differenziata comunale di carta La percentuale di riciclo è passata dal 45,9% all’80% e l’industria cartaria italiana ha utilizzato, nel 2009, oltre 5 milioni di tonnellate di macero, quasi il 60% della materia prima utilizzata». E già nel 2006, con due anni di anticipo, l’Italia ha raggiunto gli obiettivi fissati dal Legislatore europeo che prevedevano il riciclo di almeno il 60% degli imballaggi cellulosici immessi al consumo. Un trend positivo anche in un periodo di crisi.
L’anno scorso, infatti, malgrado la produzione di carta sia calata del 9%, la raccolta comunale è cresciuta ancora, con uno scatto del 5,3%, aumentando il flusso commerciale di maceri destinati all’export, soprattutto verso la Cina. Nel giro di pochi anni, l’Italia è diventata un grande esportatore, con circa 2 milioni di tonnellate (+23% rispetto al 2008) spedite all’estero. Complessivamente la raccolta procapite si attesta a 52,6 kg per abitante ogni anno rispetto ai circa 50 del 2008. Un circolo virtuoso che ormai è diventato uno standard in tutta Europa.
Con 2000 chili riciclati al secondo, la carta è il materiale più riciclato. Nel Vecchio Continente si producono circa 32 milioni di tonnellate di rifiuti cellulosici ogni anno. Di queste sono riciclate circa 24 milioni di tonnellate, pari al 74,9%. I paesi con il più alto tasso di riciclo sono la Germania con 7 milioni di tonnellate (80%), la Francia con 4,2 milioni di tonnellate (87%) e il Regno Unito con 3,8 tonnellate (79%). Una boccata d’ossigeno per l’ambiente (in dieci anni di raccolta differenziata in Italia si è evitata la costruzione di circa 200 nuove discariche) ma anche per l’industria cartaria. Soprattutto per un paese come l’Italia dove le imprese produttrici di cellulosa sono alle prese con una profonda crisi strutturale, dove solo il prezzo dell’energia pesa il 20% sui costi fissi di produzione. Industria della carta ma non solo. Dalle confezioni della pasta, ai cartoni di vino fino alle eleganti scatole di cioccolatini, il 50% delle quasi 5 milioni di tonnellate degli imballaggi in carta e cartone da macero prodotte nella Penisola va a sostenere l’industria alimentare. E il 99% di questi imballaggi, quindi la quasitotalità, è prodotto con materiali da riciclo.
Ma la doppia della vita della carta, secondo un’indagine di Comieco Value Quest, sta sviluppando altri settori economici. Nel report "l’Altra faccia del macero" emerge infatti un mondo nascosto in cui la carta riciclata si trasforma in oggetti di arredamento, d’arte e design, un comparto che oggi vale circa 10 milioni di euro e una produzione equivalente pari a 12.700 mila tonnellate. «La raccolta è arrivata a percentuali molto alte – continua Montalbetti ma possiamo ancora migliorare. Ad esempio nella qualità. Ed è ciò che abbiamo cercato di spiegare nel corso delle giornate Riciclo aperto, un appuntamento pensato per mostrare ai cittadini il valore del nostro lavoro».
Ora il traguardo è la raccolta assoluta. E arrivare a sfiorare il 100%. Ma la grande sfida è al Sud. Nel 2009 nelle regioni meridionali d’Italia la raccolta è cresciuta dell’11,8%, con punte del 20% in Campania, del 25% in Sardegna mente in Sicilia è in calo del 7%. «La normativa sulla raccolta funziona. Quello che deve cambiare è la cultura politico amministrative di certe aree del paese. E quindi uscire dalla logica delle emergenze. Un discorso che non vale solo per il Mezzogiorno, ma per tutto il paese. Ad esempio, per migliorare la qualità della raccolta, dove spesso per incuria dei cittadini si mischiano rifiuti di diverso tipo vanificando l’opera di raccolta, bisognerebbe introdurre sanzioni ai condomini inadempienti». Se la raccolta gira a mille, in coda alla filiera, sul versante riciclo e produzione i problemi non mancano.
A causa della difficile congiuntura che ha colpito l’industria cartaria, il calo della domanda ha rischiato di mettere in crisi i produttori. Le quotazioni dei maceri hanno raggiunto valori estremamente bassi in europa e nel caso della Spagna anche negativi.
Dice Corrado Scapino, presidente di Unire, l’associazione confindustriale che rappresenta le imprese del riciclo, circa 150 imprese specializzate. «Lo stato di salute delle aziende è discreto, ma il comparto soffre di un nanismo strutturale, legato alla mancanza di una vera liberalizzazione del settore, che impedisce un vero sviluppo. La legge sull’assimilazione dei rifiuti ostacola il mercato libero e vincola le imprese del settore. Guardiamo alla Francia, dove la più grande impresa del settore, da sola, impiega 25 mila dipendenti. Da noi la normativa favorisce gli appalti in house, le multiutilities. E a queste condizione il nostro settore non riesce ad approfittare dei risultati raggiunti dalla raccolta carta e dalla forte crescita dell’export». A fronte di una produzione cartaria di 8,6 milioni di tonnellate, i prodotti di carta e cartone immessi al consumo nel 2009 sono stati 7,4 milioni, di cui il 65,7% riciclati e il 13,1% recuperati come energia. Esiste però una percentuale ancora alta di prodotti non recuperabili, non riciclabili o conservati nel tempo (16,5%) e una percentuale del 4,7% di rifiuti avviati a discarica e ad altri usi.