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 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FOFI, GOFFREDO"


Ricerca fatta con "Fofi"

[MARCO BELLOCCHIO:] «[…] ”Buongiorno notte è stato capito più a destra che a sinistra, a sinistra qualcuno si è irrigidito di fronte all’infedeltà storica. Mi ha criticato pure il mio vecchio amico Goffredo Fofi, che vedevo da ragazzo nelle riunioni dei Quaderni piacentini insieme con Piergiorgio e Grazia Cherchi. Ma non me la sono presa [...]»
Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 28/12/2004 – Scheda Parrini su BELLOCCHIO Marco

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Archiviata la richiesta di risarcimento miliardario presentata da Lina Wertmuller nei confronti del critico Goffredo Fofi, che nel ’96 definì «bidoni pieni d’immondizia» molti film della regista. Motivo: la querela fu presentata fuori dai termini di tre mesi previsti.
"Corriere della Sera" 23/4/2002

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[DONZELLI] casa editrice di via Mentana. Che è anche un simpatico ritrovo per intellettuali di sinistra non vanitosi, noti come Maffettone, Fofi e Berardinelli o più spesso poco noti e provenienti per lo più dal Meridione.
’Il Messaggero”, 23/2/2002 – Scheda Parrini su DONZELLI Carmine

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[DOMENICO STARNONE] Secondo qualcuno sarebbe lui la misteriosa Elena Ferrante: «Elena Ferrante è una scrittrice senza volto. Mai vista e mai ascoltata. […] Nel gioco frenetico e finora vano del suo svelamento, qualcuno avanza il sospetto che quel nome nasconda un uomo, Goffredo Fofi, che è peraltro il primo cui la Ferrante concede un’intervista, mediata dal suo editore[…].
Luigi Galella, ”La Stampa” 16/1/2005 – Scheda Parrini su STARNONE Domenico

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[ENZO JANNACCI] quello che da trent’anni El purtava i scarp del tennis a Milanìn Milanòn, le porta anche Nino D’Angelo a Napoli ma se non fosse per Fofi gli riderebbero ancora dietro; […].
Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 17/10/1998 – Scheda Parrini su JANNACCI Enzo

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DE SICA Christian. […] Grande successo in coppia con Massimo Boldi • «[...] ”[...] Maurizio Porro sul ”Corriere della Sera’ ha scritto che abbiamo fatto incassare più di mille miliardi in venti anni. O il Paese è completamente idiota, oppure i due idioti De Sica e Boldi non sono tanto idioti [...] Un grosso nemico era Fofi [...]».
Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 3/2002

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D’ANGELO Nino. «[…] ascoltatevi l’ultimo album, Terra nera, e poi smettete di ridacchiare se vi dicono che l’ex ragazzo con il caschetto è un piccolo genio. ”Ha cominciato Goffredo Fofi - ricorda Nino. - Scriveva sempre delle cose terribili su di me, e io gli mandai Tiempo. Tiempo fu il mio primo disco d’insuccesso, il primo in cui cercavo una mia strada musicale. E Fofi se ne innamorò. Sono le cose che non ti aspetti, e ti cambiano la vita […]”».
Gabriele Ferraris, ”La Stampa” 6/3/2002 – Scheda Parrini su D’ANGELO Nino

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«Fino a due anni fa era di moda la rissa continua, ora è di moda il conformismo totalizzante, e guai a esprimere riserve su Fo e Strehler, Pieraccioni o Benigni. Chi si contenta gode, e in Italia oggi ci si contenta facile e si gode parecchio. Siamo ancora ad ”anni di consenso”? Ma sì, ”la vita è bella”, nonostante tutto, nonostante Auschwitz e Hiroshima e anche Agnelli e Berlusconi, Veltroni e Cecchi Gori, Cerami e Benigni, Pieraccioni e Fo...» (Goffredo Fofi)
Goffredo Fofi, Panorama 15/01/1998

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[LA VITA È BELLA] «Che ”piaccia a tutti” è da vedere, e conosco molte brave persone che il film ha indignate; che ”piaccia agli ebrei” vuol dire, se è vero, che c’è anche tra loro chi si accontenta di molto poco; e fosse anche vero che ”piace a tutti”, potrò ben dire che a me non è piaciuto?»
Goffredo Fofi, Panorama 15/01/1998

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L’ultimo film di Roberto Benigni, ”La vita è bella”, ha suscitato dapprima consensi unanimi poi, a mano a mano che qualcuno prendeva coraggio, ripetute stroncature (Goffredo Fofi su ”Panorama, Alfonso Berardinelli sul ”Corriere della Sera”, La Porta sull’’Unità, l’appuntamento quotidiano sul ”Foglio” ecc.).
Scheda 40679

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FERRANTE Elena. […] Qualcuno ha detto che dietro di lei si nascondevano Fabrizia Ramondino o, addirittura, Goffredo Fofi (che, insieme a Martone e ad altri, è uno dei suoi interlocutori in Frantumaglia).
Francesco Erbani, ”la Repubblica” 26/10/2003 – Scheda Parrini su FERRANTE Elena

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[…] Quindi arrivano la stagione sessantottina dei Quaderni piacentini, con Piergiorgio Bellocchio, Grazia Cherchi e il non-piacentino Goffredo Fofi […].
Alberto Papuzzi, “La Stampa” 28/7/2005 – Scheda Parrini su CASES Cesare

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[MARCO BELLOCCHIO:] «[…] Era il 1962 quando mio fratello Piergiorgio, con Grazia Cherchi, Cesare Cases, Goffredo Fofi, Franco Fortini e molti altri fondò i Quaderni Piacentini, rivista marxista su cui si sono, ci siamo formati in tantissimi […]».
Corriere della Sera 29/10/2005, pag.39 Barbara Palombelli

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[…] Elena Ferrante […] (sempre secondo queste dicerie) non sarebbe altro che lo stesso Goffredo Fofi, il suo primo e unico intervistatore. Un bel giallo letterario che però l’editore di I giorni dell’abbandono e di L’amore molesto, Sandro Ferri, il solo ad avere contatti con la scrittrice, a incontrarla e a sentirla spesso, ci smonta subito. «Smentisco che Elena Ferrante sia Goffredo Fofi» dice con aria divertita. Lo ringraziamo della smentita, però forse sarebbe meglio, ai nostri fini, sapere se anche Fofi smentisce.
«Anche Fofi smentisce, anzi quando glielo hanno detto è scoppiato a ridere», assicura Ferri. Peccato perché sarebbe stato bello che un critico come Fofi, il quale per almeno una decina di volte ha urlato alla scoperta di un grande scrittore (dopo averne letto il primo libro) e per altrettante volte ha poi decretato che di grande scrittore non si trattava (stroncandone il secondo libro), avesse poi scoperto che il grande scrittore tanto cercato era lui stesso […].
Antonio D’Orrico Sette, 18/04/2002

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[ROBERTO SAVIANO:] «[…] Uno dei miei maestri, Fofi, me lo diceva sin da ragazzino, senza condividere non ha senso leggere e scrivere».
Dagospia maggio 2008 (nel testo: Antonio D’Orrico per il Magazine)

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FERRI Sandro Editore. «[…] Famiglia allargata, con molti amici, da Grazia Cherchi a Goffredo Fofi, da Domenico Starnone a Anita Raja».
Paolo Di Stefano, ”Corriere della Sera” 7/10/2008 – Scheda Parrini su FERRI Sandro

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[GIUSEPPE TORNATORE] Il suo nemico personale tra i critici.
«Goffredo Fofi. Ostile ai film che ho fatto e a quelli che farò. Potrei già scrivere la recensione che dedicherà al mio prossimo film. Non ci conosciamo e non ci siamo mai incontrati. La sua è un’avversione pura. Di fronte alle cose pure non si deve recriminare. Come critico cinematografico, non lo stimo molto. Lo apprezzo di più come critico letterario».
Giancarlo Dotto, La Stampa 17/11/2008

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[CHRISTIAN DE SICA:] "[…] il teatro l’ho fatto soprattutto per non cristallizzarmi". Insomma per uscire dalla trappola del cinema natalizio. "Non ricominci. Un critico famoso, una volta mi ha detto: ’Io parlo male di tutti quelli che fanno i soldi’". Era Goffredo Fofi. "Lo ha detto lei. Io voglio stare in pace con tutti […]".
Edmondo Berselli, L’espresso 18/12/2008

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[…] Goffredo Fofi, critico solitamente insofferente, dice: «E’ nata una scrittrice» [DI DARIA BIGNARDI].
Claudio Sabelli Fioretti, La Stampa 23/2/2009

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[…]I sogni muoiono all’alba, unico film diretto da Indro Montanelli […] Nel film però colpisce il sostanziale rispetto con il quale Montanelli descrive i personaggi dei giornalisti comunisti. In quell’epoca, e in quel contesto, ci voleva coraggio. Così come ha avuto coraggio Fofi nel dire che, pur considerandolo un grande giornalista, ha sempre detestato Montanelli […].
Alberto Crespi, l’Unità 7/9/2009

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Goffredo Fofi aveva presentato la domanda di partecipazione a Lascia e raddoppia?. Voleva giocarsela sul cinema tedesco.
Scheda 185162

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[…] Nella raccolta di suoi [DI CAMILLA CERERNA] indimenticabili articoli, Quando si ha ragione (L´Ancora del Mediterraneo, 2002) curata con amore e nostalgia da Goffredo Fofi, […].
Natalia Aspesi, la Repubblica 16/10/2009

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[CARLO VERDONE] Libro sul comodino in questi giorni.
’La vocazione minoritaria” di Goffredo Fofi. Un grande uomo libero che dice quello che pensa.
Silvia Truzzi, il Fatto Quotidiano 31/12/2009

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[…] Goffredo Fofi, che considera i graphic novel la forma espressiva "più vivace, più ardita, più nuova e più ricca prodotta in ambito letterario e artistico negli ultimi vent´anni", in Storie di fumetti (Skira) parla di un genere che sfugge all´omologazione sia "perché esige in chi lo fa una grande fatica esecutiva" sia perché richiede ai suoi autori un "obbligo di originalità formale".
Benedetta Marietti, Repubblica 31/12/2009

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AMELIO Gianni - Il ladro di bambini. Prefazione di Goffredo Fofi. […] Videografia Feltrinelli, Milano 1992.
Venezia

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[…] Volume edito da Enzo Sellerio e da Cinesicilia col titolo ”Le carte di Kubrick” […] Goffredo Fofi, nella prefazione, ripercorre le interpretazioni che ”noi critici, noi spettatori” davamo dei film di Kubrick, arrancandogli dietro, fino al disorientamento di fronte all’ultimo film, ”Eyes Wide Shut” […].
Adriano Sofri, Il Foglio 5/2/2010

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[…] Eja, Eja, baccalà, a cura di Goffredo Fofi e Anna Saleppichi, postfazione di Gianni Brunoro, […].
Mario Bernardi Guardì, Libero 25/2/2010

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FAULKNER William STEIN Jean - Intervista con William Faulkner di Jean Stein. Introduzione di Goffredo Fofi. Traduzione di Valerio Piccolo. Minimum Fax, roma 1999
Subur

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PRATOLINI Vasco - Cronache dal giro d’Italia (Maggio Giugno 1947). Introduzione di Goffredo Fofi. Postfazione di Alberto Polverosi. La Vita felice, Milano 1995
Subur

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[…] Sul domenicale del Sole 24 Ore, Goffredo Fofi si interrogava: «’Profitto, business, capitale” è la base della morale camorristica, ma solo di quella?». Dopo essersi fatto la domanda, il critico si dava pure la risposta, questa: i boss «sono anche e soprattutto imprenditori».
Alessandro Gnocchi, il Giornale 20/4/2010, pagina 28

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[…] Nel ”72 Fabrizia Ramondino anima la Mensa dei bambini proletari che aveva sede in vico Cappuccinelle a Montesanto, in un palazzo che si teneva in piedi a stento. Con lei c’erano Geppino Fiorenza e Goffredo Fofi. Il gruppo era affascinato dalle iniziative comunitarie, un po’ don Lorenzo Milani, un po’ Danilo Dolci.ù
Francesco Erbani, ”la Repubblica” 24/6/2008 – Scheda Parrini su RAMONDINO Fabrizia

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[…] Ricordo Cases sfogliando un volume pubblicato dalle Edizioni dell’Orso, ”Per Cesare Cases” (p. 221, euro 17), a cura di Anna Chiarloni, Luigi Forte e Ursula Isselstein. Oltre agli interventi dei curatori, si leggono testi degli amici di ”Quaderni piacentini” Piergiorgio Bellocchio, Francesco Ciafaloni, Goffredo Fofi; […].
Alfonso Berardinelli, Il Foglio 24/04/2010

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[NINO D’ANGELO] Dietro la sua svolta artistica c’è invece Goffredo Fofi: «Un intellettuale vero. Era l’unico critico che veniva a vedermi quando tutti gli altri mi snobbavano. Magari poi mi bastonava, ma era un punto di riferimento».
Ilaria Solari, Gioia 04/06/2010 (28/5)

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«La verità è che l’Inno [DI MAMELI] a sinistra, anche nel Pci, non appassionava nessuno», ricorda Goffredo Fofi. «Noi dei gruppi extraparlamentari ci sentivamo una retorica patriottarda, era usato nei film militareschi e parafascisti del dopoguerra... Cantavamo altro». Nel ”71 alcuni militanti gli chiesero se poteva aiutarli a riscrivere le parole dell’Internazionale di Franco Fortini. Come andò a finire l’ha narrato Cesare Bermani in Non più servi, non più signori: Fofi girò «su un foglietto rosa» il testo di Fortini a Luigi Manconi. Manconi lo riscrisse da capo, con gli slogan di Lotta continua. Oggi dice: «Non ricordo discussioni particolari su Fratelli d’Italia». Certo quella generazione, in piazza, non ci pensava minimamente a cantare Mameli. Le eccezioni erano poche […].
Jacopo Jacoboni, La Stampa 15/6/2010

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Moderno Antimoderno (Aragno, pagine 506, 40) […] Ma fra ideologia, letteratura e politica, al centro di questo libro c’è un personaggio decisivo: l’intellettuale. Qui la polemica arriva al suo punto più caldo. Obiettando o approvando, si parla di Prezzolini, Gobetti, Chiaromonte, Vittorini, Bobbio, fino a Goffredo Fofi e Piergiorgio Bellocchio.
Alfonso Berardinelli, Corriere della Sera 21/06/2010

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[VINCINO:] «[…] Devo molto, anche sul piano personale, a Danilo Dolci, alle cui marce della non violenza ho più volte partecipato, e a Goffredo Fofi […]».
GIULIA STOK, La Stampa 31/7/2010, pagina 41

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[..] Secondo Goffredo Fofi il graphic novel è «il campo espressivo e artistico più vitale oggi nel mondo».
BENEDETTA TOBAGI, la Repubblica 31/7/2010

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VACCARI Luigi - Io e mio padre. Manni, Lecce 2001.
Contiene
Interviste. Il rapporto che hanno avuto personaggi noti con il loro padre.
Interviste a:
[…] Goffredo Fofi

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[…] I Novanta [ANNI] portano alla ribalta il laboratorio di Goffredo Fofi de Lo Straniero tra le più vivaci e interessanti (l´ultimo numero ha uno speciale proprio su Camus).
RAFFAELLA DE SANTIS, la Repubblica 6/8/2010

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[GAD LERNER] Veniamo alla sua stagione d’impegno e militanza politiche, in Lotta continua. Ricorda un libro che abbia inciso in maniera determinante in quella scelta?
«Io avuto la fortuna, fra le più grandi, di aver incontrato veri maestri, fin dall’adolescenza. […] incontrai Grazia Cherchi e Goffredo Fofi. Venivano a trovarmi a casa mia, […]».
ALBERTO PAPUZZI, Tuttolibri-La Stampa 28/8/2010, pagina VIII

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[…] Certo nessun critico potrebbe verosimilmente seguire l’insieme della nostra produzione letteraria. Sarebbero infatti almeno 120 i romanzi italiani di qualche interesse che ogni anno un critico dovrebbe leggere. […] Eppure i critici si ostinano, contro ogni evidenza, a recensire romanzi, a scrivere libri, a stilare canoni. Come uscire da questo rompicapo? Suggerisco un’ipotesi lievemente spiazzante. Il punto è che tutti (o quasi) – e mi scuso per l’estensione indebita – fingiamo di essere critici letterari, in realtà siamo altro. […] Ma quali sono le veraci passioni degli altri critici che fingono – ovviamente esagero un po’ – di essere critici letterari? Azzardo – e mi assumo ogni responsabilità delle mie definizioni epigrammatiche –: […] Fofi insegue l’utopia di una verità utile alle minoranze sociali del ben fare, […].
Filippo La Porta, Il Sole 24 Ore 29/8/2010

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[…] tre volumi della editrice Otto/Novecento: Cronache dal Giro d’Italia (maggiogiugno 1947) di Vasco Pratolini, con introduzione di Goffredo Fofi.
Luigi Sampietro, Il Sole 24 Ore 29/8/2010

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[…] Goffredo Fofi. Nel 2008 aveva osannato la lista dei magnifici cento film da salvare. Ora deplora (sempre sul Sole 24 Ore) l’ignoranza degli studenti che sanno a memoria le battute di Paolo Villaggio e faticano a collocare Francesco Rosi, pur concedendo loro molte attenuanti. E’ colpa degli anni Ottanta, spiega nell’articolo, se i liceali non conoscono “il cinema degno di un popolo negli anni in cui abbiamo avuto un popolo degno”. Scioglilingua a parte, intende dire che gli studenti ignorano la storia e l’identità nazionale, cosi come i grandi registi le hanno messe su pellicola. Pensiero un po’ insano, pensando a certi titoli della lista, da Federico Fellini a Dino Risi: gli italiani sono un popolo di eroi della Resistenza, di puttanieri, di voltagabbana, di piccoli truffatori, di smargiassi, di ladri per necessità (anche musoni, pensando a certi film di Antonioni). E’ colpa del genocidio culturale perpetrato dalla tv, insiste Fofi, se i giovani ignorano queste cose, giacché l’elettrodomestico “non ha tenuto fede ai suoi scopi costitutivi, conoscenza e sano divertimento” (ma chi l’ha detto? e “sano divertimento”, assieme a “letture amene”, risale più o meno ai tempi del “Cuore” deamicisiano, quando neanche il cinema era stato ancora inventato). E neppure hanno mai sentito nominare l’imperdibile libro del Fofi medesimo. Titolo: “Il cinema italiano servi e padroni”, pubblicato dalla Feltrinelli quando era la Feltrinelli, nessuno aveva crisi di coscienza e pensava di passare alla concorrenza perché l’editore inneggiava alla lotta armata e al potere “che sta sulla canna del fucile”.
Nanni Moretti sbottò in un suo film con la frase “ve li meritate i film di Alberto Sordi”, e nessuno spese una parola per difendere Albertone. Fofi, sempre a proposito di Sordi, parlò di “quintessenza del qualunquismo”. Provateci voi a deplorare gli studenti di Roma che dopo Fantozzi mettono in cima alla classifica “Un americano a Roma” […].
Mariarosa Mancuso, Il Foglio 28/08/2010

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[…] Da una vita, Nino D’Angelo combatte i pregiudizi.
«È la mia storia. Goffredo Fofi scriveva di me cose atroci. Poi si ricredette e mi fece conoscere Roberta Torre, la regista di Tano da morire. Feci una colonna sonora che vinse il David di Donatello e la considerazione degli altri mutò in un amen».
Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 15/9/2010

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[GIAMPIERO MUGHINI] E Goffredo Fofi?
«Eravamo come fratelli. Tempo fa gli scrivo. ‘Ma dai, perché non ci vediamo?’ Lui mi risponde, terrorizzato, ‘l’importante, Giampiero, è che che ci sia poca gente’. Per me è morto quel giorno. L’ho visto al ristorante, ha avuto l’impudenza di accennare un saluto. Ecco tornare Il settarismo barbarico, il cannibalismo ideologico. Ambiti che mi ripugnano. Loro il bene, io il male. Figli di puttana».
Mal. Pag., il Fatto Quotidiano 28/11/2010