Frammenti, 6 dicembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "FOA, VITTORIO"
Ricerca fatta con "Foa"
[NERIO NESI] Lombardiano lui stesso, Bertinotti aveva poi seguito Vittorio Foa e Lelio Basso nella scissione dello Psiup.
“Il Foglio”, 13/3/1996 – Scheda Parrini su NESI Nerio
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[NAPOLITANO Giorgio:] «[…] Per quel che riguarda me e anche altri - e voglio almeno citare un nome, quello di Gerardo Chiaromonte, col quale ci fu piena sintonia, sempre - noi fummo partigiani convinti dell’unità tra Pci e Psi ben prima che apparisse all’orizzonte Craxi. Lo fummo quando segretari erano Nenni, Mancini e De Martino; lo fummo nel rapporto con Riccardo Lombardi e Lelio Basso, con Antonio Giolitti e Vittorio Foa, e tenemmo fermo quell’obiettivo e quell’impegno anche dopo che Craxi diventò segretario […].
Paolo Franchi, ”Corriere della Sera” 29/6/2005
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[…] L’idea è di raccogliere intorno al Manifesto le forze sparse della nuova sinistra: fallita l’acrobatica aggregazione con Potere Operaio, [LUCIO] Magri stringe con Vittorio Foa, che guida le truppe sciolte dell’ex Psiup, un’alleanza che porterà alla nascita del Pdup. Ma i tempi forse non sono maturi. Nemmeno il successivo accordo con Avanguardia Operaia, sotto la sigla elettorale di Democrazia proletaria, assicura al Pdup un’adeguata rappresentanza, e intanto il Pci fa il pieno di voti nel 1976, mentre la nascita del movimento del ’77, violento ed eversivo, spiazza a sinistra Magri e compagni.
Michele Anselmi, ”Il Foglio” 28/1/2001 – Scheda Parrini su MAGRI Lucio
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[GIORGIO BOCCA:] «[…] Il mio maestro assoluto è Vittorio Foa»
Alain Elkann, ”La Stampa” 1/2/1998 – Scheda Parrini su BOCCA Giorgio
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AGNOLETTO Vittorio «Severo ed educato, come ai tempi del liceo Berchet quando faceva il leader studentesco nella Milano ribelle degli anni Settanta (prima nel Pdup di Vittorio Foa quindi nelle file di Democrazia proletaria) […]».
Sara Gandolfi, “Sette” n. 26/2001 – Scheda Parrini su AGNOLETTO Vittorio
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«[...] Quanto ci divertiremo il prossimo anno, il 2000, quando a presentare il Festival sarà il cardinale Tonini in coppia con Vittorio Foa e con l’assistenza della Montalcini vestita come la Oxa. Andate all’Inferno».
Vittorio Feltri, il Giornale 25/02/1999
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DE MARTINO Francesco. «Nel Partito socialista entrò tardi, nell’agosto del ’47, assieme a personalità del calibro di Vittorio Foa, Riccardo Lombardi ed Emilio Lussu, […]».
Paolo Franchi, ”Corriere della Sera” 19/11/2002 – Scheda Parrini su DE MARTINO Francesco
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[REVELLI Nuto] All’esperienza resistenziale risalgono i legami durati una vita, con gli amici azionisti (Agosti, Bianco, Bobbio, Foa, Galante Garrone, Natalia Ginzburg, i due Venturi, Primo Levi, per citarne alcuni).
Alberto Papuzzi, ”La Stampa” 6/2/2004 – Scheda Parrini su REVELLI Nuto
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MARCENARO Pietro. [...] Chi nella Cgil non lo ama dice che è snob, se non ti reputa al suo livello quasi non ti considera, ha un carattere freddo e spigoloso. Tutti però gli riconoscono una preparazione culturale fuori dal comune: è considerato l’erede di Vittorio Foa, padre nobile della sinistra. Di Foa, [...] è allievo e amico fin dai tempi della costituzione del Psiup. E con Foa ha scritto il suo libro più importante: Riprendere tempo (Einaudi ’82) dove già s’affrontavano le tematiche di riduzione dell’orario di lavoro [...]»
Enrico Marro, ”Sette” n. 29/1999 – Scheda Parrini su MARCENARO Pietro
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FOA Lisa. Giornalista. […] Nel 1945 sposa Vittorio Foa: prima di separarsi avranno tre figli. [...] Lisa, ricordata come ”Lisetta” in Lessico familiare di Natalia Ginzburg, sposò un altro personaggio di quel libro, Vittorio Foa, e ne ebbe tre figli: Anna, Renzo e Bettina.
Pietro Veronese, ”la Repubblica” 5/3/2005 – Scheda Parrini su FOA Lisa
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FOA Lisa. Giornalista. […] Nel 1945 sposò Vittorio Foa e ne prese il cognome (’ appartengo a una generazione che per consuetudine adottava quello del marito”). Lo mantenne anche dopo la separazione decisa a metà degli anni ’70, seguita dal silenzio e forse da segreti rancori. Infatti nel suo libro Vittorio Foa viene citato quasi di sfuggita, con ostentata freddezza (’venivano in casa per parlare col mio coniuge, noto uomo politico”). Lisa Foa ebbe tre figli (il giornalista e saggista Renzo, la storica Anna, l’economista Bettina) ma si calò senza risparmio nella vita attiva [...]»
Paolo Conti, ”Corriere della Sera” 5/3/2005 - Scheda Parrini su FOA Lisa
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MASCARELLO Bartolo. «[...] Amico di Nenni e di Vittorio Foa»
Sergio Miravalle, ”La Stampa” 13/3/2005) – Scheda Parrini su MASCARELLO Bartolo
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[CASES Cesare] Lo “scettico blu”, proprio in virtù del suo scetticismo, non oscillava nelle prese di posizione politiche: strenuamente contrario alla Guerra del Golfo, rimbrottò il favorevole Vittorio Foa [...].
Alberto Papuzzi, “La Stampa” 28/7/2005 – Scheda Parrini su CASES Cesare
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REICHLIN Alfredo […] Due i suoi libri più noti: Il silenzio dei comunisti, brevi lettere sul comunismo italiano del Novecento, scritto assieme a Foa e Mafai. E Ieri e domani [...].
’Corriere della Sera” 27/5/2005 – Scheda Parrini su REICHLIN Alfredo
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[…] A un intellettuale come Romano Luperini, che ha vissuto il ’68 dalla parte dei contestatori, che ha fatto parte del gruppo pisano di Potere Operaio e che per una decina d’anni è stato nella direzione di Democrazia proletaria accanto a gente come Vittorio Foa, la parola impegno evoca un passato mai rinnegato e un presente che vorrebbe diverso […].
Paolo Di Stefano, ”Corriere della Sera” 28/9/2005 –Scheda Parrini su LUPERINI Romano
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Molti esponenti storici della sinistra italiana - estranei ai giochi di partito e di corrente - hanno avuto molto di che obiettare sul merito dell’operazione Unipol-Bnl e della sua gestione da parte dei Ds. Vittorio Foa, significativamente, ha commentato: "Sono iscritto ai Ds, non a Unipol, è chiaro? "
Corríere della Sera, 18-9-2005
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L’elenco completo degli 861 ex senatori che prendono il vitalizio parlamentare. Nome per nome, gli anni di contributi e l’assegno mensile.
22 anni di contributi . Importo mensile 8.828 euro:
Foa Vittorio
L’Espresso 08/02/2007, Primo Di Nicola
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[…] Togliatti e Nenni, Vittorio Foa e Giancarlo Pajetta, Bobbio e Saragat avevano eletto a luogo di dibattito politico le splendide passeggiate verso il Gran Paradiso, con le discussioni che finivano sul campo di bocce davanti al Bellevue […].
Curzio Maltese, la Repubblica 12/3/2007 Lettere
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[…] Quando parlavamo degli anni giovanili, Primo [LEVI] mi spiegava che c’era stata una cesura con la generazione di intellettuali immediatamente precedente, quella per capirci dei Bobbio e dei Mila, o di Vittorio Foa, suo cugino.
ALBERTO PAPUZZI, La Stampa 1/4/2007
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INDICE DEI NOMI DEL VOLUME: MASSIMO PINI "CRAXI. UNA VITA, UN’ERA POLITICA" MONDADORI 2006
Collocazione: A2
Foa, Vittorio, 37, 48
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[…] L’altro ieri Walter Veltroni ha citato Vittorio Foa: «La destra è figlia legittima degli interessi egoistici dell’oggi; la sinistra degli interessi di coloro che non sono ancora nati».
Francesco Giavazi, Corriere della Sera 29/6/2007
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Mercoledì 27 giugno, Sala Gialla del Lingotto […], Veltroni ha parlato e ha detto quanto segue.
[…] Il discorso è cominciato con lo slogan: «Fare un’Italia nuova». Sono stati citati, nell’ordine e quasi sempre con la pausa necessaria a permettere alla folla di applaudire: De Gasperi, Prodi, Fassino, Rutelli, Ciampi, Michele Salvati e Pietro Scoppola, Olof Palme, di nuovo Prodi, Vittorio Foa, […].
Anno IV - Centosettantacinquesima settimana, Dal 25 giugno al 2 luglio 2007
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[…] Un mese fa a Torino Walter Veltroni ha detto, citando Vittorio Foa, « la destra è figlia legittima degli interessi egoistici dell’oggi. La sinistra è figlia legittima degli interessi di quelli che non sono ancora nati. Dobbiamo essere conseguenti nell’uso del nostro tempo: dedichiamo almeno un’ora al giorno a discutere se si debba andare in pensione a 57, a 58 o a 60 anni, ma solo qualche secondo a progettare una risposta al fatto che continua ad aumentare il numero dei bambini che vivono in famiglie al di sotto della linea di povertà relativa. C’è un patto fra le generazioni che dobbiamo avere il coraggio di non dimenticare».
Francesco Giavazzi,Corriere della Sera 21/7/2007
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[…] Adesso è fatta, […] Walter Veltroni chiude la parentesi da candidato leader e si presenta con la corona sulla testa davanti ai cronisti […]: "[…] Voglio fare tre ringraziamenti: a Vittorio Foa, ai ragazzi di 16 anni, ai tanti immigrati regolari che sono andati a votare" […].
LA REPUBBLICA, ALESSANDRA LONGO, 15/10/2007
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[…] Se Victor Hugo accusò di «cesarismo» Napoleone III, Vittorio Foa - più modestamente - consigliò mentre il governo Prodi era nel marasma: «Il Professore deve diventare un Giulio Cesare. Bisogna dargli non il consolato ma la dittatura, per salvare la res publica dallo sfarinamento e dalle lobbies».
Dal cesarismo ai Cesaroni il modello Silvio è contagioso di Mario Ajello, Il Messaggero, 28/11/2008, pag. 8
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[…] Veltroni, all’epoca direttore dell’«Unità », gli [A BERLUSCONI] consentì addirittura di scrivere un editoriale in prima pagina per spiegare l’uso delle sue tivù. Vittorio Foa lo definì una «bolla di sapone»...
[LUCIANO VIOLANTE:] «Davvero Foa disse questo?... […]».
Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 27/03/2009
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[…] Come disse una volta Vittorio Foa all´on. Pisanò in un dibattito televisivo: "Se vinceva lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della Repubblica e parla qui con me".
Adriano Prosperi, la Repubblica 19/06/2009
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[…] Senza dimenticare la lezione di Vittorio Foa (a cui è dedicato il romanzo [DI VELTRONI, NOI) […].
Francesco Borgonovo, Libero 22/8/2009
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[SUL MANIFESTO] […] Sfortuna volle che libero su piazza, per un nuovo fidanzamento politico, ci fosse solo il Partito d’unità proletaria, cioè quel che restava della sinistra del Psiup: Vittorio Foa e un pugno di quadri sindacali massimalisti. […] Finisce male pure con Foa, e quella volta si dimostrò che aveva ragione Rossana Rossanda […] Il Pdup per il comunismo viene sciolto prima ancora di essere ufficialmente nato.
Stefano Cappellini, il Riformista 24/11/2009
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[MASSIMO MILA], accusato di far parte di Giustizia e Libertà, fu arrestato, su delazione della spia dell’OVRA Pitigrilli, il 15 maggio ”35, nella retata che azzerò l’intero gruppo torinese di GL, da Bauer a Foa.
Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 6/3/2010;
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8 SETTEMBRE 1943 […] Allora l’«Italia ufficiale» - un’intera classe dirigente, quella che «sta in alto» - crollò. […] In quella data, in cui una parte della storiografia recente ha voluto vedere - con colpevole cecità - solo «la morte della patria», si consumava invece, pur tra contraddizioni, incertezze, cadute, per un certo numero di italiani, anche un «nuovo inizio». Si costituiva […] al di fuori di ogni ufficialità, un’etica condivisa.
[…] Ma è soprattutto Vittorio Foa il protagonista che, con maggior lucidità e sistematicità, esprimerà questo carattere «fondativo» di una libertà praticata individualmente (e in interiore homini) prima ancora di essere conquistata collettivamente (e per tutti). Vittorio Foa che il 23 agosto, uscendo dal carcere dopo 8 anni di reclusione, aveva salutato il proprio compagno di cella con la citazione vichiana «sembravano traversie ed eran in fatti opportunità»; e che pochi mesi più tardi, in uno scritto clandestino sui Quaderni dell’Italia libera dedicato a «I partiti e la nuova realtà italiana», firmato con lo pseudonimo di Carlo Inverni, aveva, come Sartre, «tessuto l’elogio» dell’occupazione tedesca con queste parole: «… da un punto di vista profondo e lungimirante, l’occupazione germanica è un gran bene per l’Italia» perché con essa «è andato infranto il triste privilegio italiano di non aver vissuto, come gli altri popoli europei, integralmente l’esperienza di struggitrice della guerra»; e perché nel contempo - a differenza di quegli altri popoli - esso non deve soltanto combattere e vincere un nemico esterno ben identificato nel suo volto minaccioso e violento, ma dovrà insieme combattere se stesso, il vuoto miraggio dei destini imperiali, l’arido egoismo che rinnega il lavoro comune dei popoli, in una parola il nazionalismo». Il crollo catastrofico dell’8 settembre - era la sua conclusione - «segna l’inizio di un processo rivoluzionario perché ha coinvolto gli italiani in un ingranaggio vorticoso dal quale potranno uscire solo con le loro forze» […].
Marco revelli, La Stampa 7/3/2010, pagina 32
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Leone Ginzburg, […] a Torino […] fu mandato al liceo Massimo d’Azeglio dove conobbe, tra gli altri, i fratelli di Natalia, Cesare Pavese, Giulio Einaudi, Norberto Bobbio e Vittorio Foa.
Natalia Ginzburg, Una biografia di Maja Pflug, La Tartaruga Edizioni, 2004, pagg. 183
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[…] Quaderni rossi”, rivista promossa dall’Istituto Morandi e dalla Camera del lavoro torinese. Il primo numero, aperto da Vittorio Foa, pubblicava ”documenti sulla lotta di classe alla Fiat”, avvisaglie di un ciclo al quale mette fine la marcia dei quarantamila quadri per le vie di Torino […].
Il Foglio 23/06/2010
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«Mia madre mi raccontava sempre che il giorno in cui ero nato era morto un eroe». Lo scrive Vittorio Foa, in Il cavallo e la torre: «Il giorno della mia nascita era successa una cosa molto importante; per la prima volta un uomo aveva attraversato in volo le Alpi». Quell’uomo era Geo Chávez, peruviano di 27 anni […].
CARLO GRANDE, La Stampa 19/7/2010, pagina 35
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[…] Lo psiuppino Michele Giua, antifascista leggendario del gruppo torinese di Giustizia e libertà, arrestato nel 1935 con Vittorio Foa su denuncia dello scrittore doppiogiochista e spia dell’Ovra Pitigrilli, […].
Marina Valensise, Il Foglio 23/07/2010
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Qualche anno fa, dottamente, e con un certo divertimento, Miriam Mafai discusse con Vittorio Foa e Alfredo Reichlin sul “silenzio dei comunisti” – e ne seguì apposito libretto Einaudi, e ne conseguì apposito spettacolo teatrale con regia di Luca Ronconi. […].
Stefano Di Michele, Il Foglio 21/8/2010
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Un paio di blog riportavano l’età di alcuni membri dell’Assemblea Costituente: Andreotti 27, Scalfaro 28, Dossetti 33, Giolitti 31, Iotti 26, Moro 30, Rumor 31, Foa 36 […].
Filippo Facci, Libero 22/9/2010
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Silvio Pellico, […] Vittorio Foa e Massimo Mila, nelle carceri fasciste, si preoccupano di non diventare come lui, assumendo come antimodello Felice Orsini (quello delle bombe).
Mario Isnenghi, Corriere della Sera 16/10/2010
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[…] Va nella stessa direzione la politicizzazione del sindacato, la sua vicinanza ai partiti politici della sinistra, ciò che spiega l’inconsueta presenza, nella storia della Cgil, di sindacalisti provenienti dalla politica e di intellettuali senza una esperienza diretta di lavoro di fabbrica (Vittorio Foa, Bruno Trentin).
Bianca Beccalli, Corriere della Sera 04/11/2010
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[…] Tra gli amici della famiglia Ginzburg-Levi: Cesare Pavese, Vittorio Foa […].
Wlodek Goldkorn, L’espresso 25/11/2010
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[…] Il grande storico Carlo Ginzburg ricorda sull’Espresso in edicola che il padre Leone, “italiano per scelta”, eroe e martire dell’antifascismo, visse con Vittorio Foa le leggi razziali come “un tradimento dell’eredità del Risorgimento”, con il quale “si identificava fortemente”.
Marina Valensise, Il Foglio 20/11/2010