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 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

IL POSTINO SUONA ANCORA DUE VOLTE ( ADESSO PERÒ A PAGAMENTO)

Nel noir del ’34 ambientato a San Francisco, il postino suonava sempre due volte. E non c’era da augurarselo. Qui sì: se non ci trova torna e ci riporta la raccomandata. Ma si paga (un euro e mezzo). È il mercato: il rassicurante postino simbolo di un welfare d’altri tempi ha cambiato casacca.
Non è più il personaggio interpretato da Massimo Troisi, tutto bicicletta e cuore, che recapitava orgogliosamente ancorché malato le missive a Neruda. Ormai è telematico, industrializzato, con un palmare ipertecnologico pronto a registrare la transazione e a ricevere moneta elettronica in cambio di servizi sempre più ricercati. Come un Tron combatte la sua battaglia per la vita contro nemici veloci come la luce: l’email, Facebook e Twitter. Per quanto ci riuscirà non si sa. Ma per adesso si difende: ogni giorno i postini consumano 900 mila chilometri di suole. Intendiamoci: la posta arriverà ancora a lungo nel paesino disperso e antieconomico. Ci mancherebbe solo che al digital divide si aggiungesse una sorta di analogic divide. Che progresso sarebbe se avessimo cittadini di serie B isolati dal tempo, dal web e anche dalla vecchia cartolina?
Sarà interessante vedere come il gigante Poste guidato da Massimo Sarmi saprà reagire all’ultimo passaggio verso la liberalizzazione — anticipato dal Corriere ieri — dovendo al contempo sostenere il peso di quei 600 milioni che ogni anno vengono bruciati dall’obbligo del servizio universale. In gioco c’è il maggior bacino occupazionale italiano: oltre 150 mila persone. A dire la verità una formula anticrisi c’è già. Per essere un ex monopolista il gruppo ha imparato bene la lezione del mercato. Con i suoi 14 mila sportelli fa da tempo concorrenza alle banche, agli operatori telefonici e, da poco, anche alle assicurazioni. E i cont i gl i danno ragione: è uno dei pochi operatori postali al mondo che riesce a chiudere il bilancio in utile con scorno e invidia di molti. Ma a ben vedere tutto ruota intorno a quella rassicurante figura del vecchio postino che Hollywood ha tanto amato. Apriremmo la porta (ai servizi) se non ci fosse lui?
Massimo Sideri