Maurizio Crosetti, la Repubblica 6/12/2010, 6 dicembre 2010
QUELLI CHE ESALTANO L‘EYSEL E CHE NESSUNO VUOLE PUNIRE
E se il vero problema del calcio non fosse la minaccia di sciopero, e neppure la crisi tecnica, ma la resistenza dei barbari? La loro clamorosa, tracotante impunità?
Qualche minuto prima di Fiorentina-Cagliari, ieri. Dalla curva Fiesole s´alza quello che potremmo chiamare un coro di repertorio, perché appartiene a decenni di vergogna. Riesumato, come una carcassa putrescente, dopo i recenti scontri tra tifosi viola e bianconeri a Torino. È una canzone terribile: inneggia alla strage dell´Heysel. Fa il tifo per gli assassini. La musica è quella delle medievali "Montagne verdi" (Marcella Bella, 1972). "Ti ricordi lo stadio Heysel/le bandiere del Liverpool/10 mila sono partiti/39 non tornan più". Due volte in pochi giorni si è sentita questa canzone, allo stadio di Firenze, dove l´anno scorso si videro magliette con il numero 39; prima, in Coppa Italia contro la Reggina, e poi ieri pomeriggio. In entrambi i casi non è accaduto niente, la partita si è svolta come se nulla fosse.
Eppure esistono regole precise contro la violenza verbale. Insultare i morti non è meno grave dei cori razzisti: allora, non si vede perché non diffidare, e semmai squalificare il campo. Non importa che gli autori del coro siano al massimo cinquanta, cento idioti: si devono filmare, identificare e cacciare. Fuori dallo stadio, se occorre per anni. Come gli aggressori di Diamoutene a Lecce, altra vergogna di questi giorni (con l´ingiusta beffa per il ragazzo neppure convocato contro il Genoa, altro che scelta tecnica). Invece, si è riusciti soltanto a militarizzare gli stadi, permettendo però al serbo Ivan di invadere Marassi, lui e le sue cesoie. Oppure si sono inventati provvedimenti draconiani come la tessera del tifoso, la quale allontana i veri sportivi e non scoraggia i delinquenti. Così gli impianti si svuotano, perdono i tifosi normali ma non i teppisti che lanciano bombe carta e parole, non meno esplosive.
Per chi l´avesse dimenticato, la sera del 29 maggio 1985 allo stadio Heysel di Bruxelles, prima di Juventus-Liverpool, morirono 39 persone, 32 delle quali italiane, e 600 furono i feriti. Decine di famiglie ancora piangono. Tifare per chi ha ucciso è come essere complici, significa uccidere ancora un po´ la memoria, la pietà, il ricordo, e quel poco di umanità che resta.