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 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

Grevi Vittorio

• Pavia 2 settembre 1942, Pavia 3 dicembre 2010. Giurista • «[...] Docente a Pavia di procedura penale, animatore dell’Associazione degli studiosi del processo penale, columnist del Corriere della Sera. Ironico, ma inflessibile, autore di decine di pezzi che hanno svelato, in modo sobrio e inesorabile, i trucchi ad personam delle leggi di Berlusconi [...]» (l.mi., “la Repubblica” 5/12/2010) • «[...] come pochissimi nel suo campo, non si era messo all’asta. Eppure, quantomeno negli ultimi 15 anni, al professor Vittorio Grevi sarebbe bastato pochissimo per salire alla Corte Costituzionale o entrare al Consiglio superiore della magistratura: al nume della procedura penale (uno dei tre italiani della Fondation internationale pénale et pénitentiaire), al professore in cattedra da ordinario già a 29 anni, a uno dei padri del nuovo codice, all’influente commentatore di questioni giuridiche su Il Giorno e da tanti anni sul Corriere della Sera, sarebbe bastato qualche giudizio un poco più “morbido” su questa o quella legge, qualche rigidità in meno nel difendere i principi costituzionali, qualche ammiccamento in più al potente di turno in previsione della voce in capitolo sulle prossime nomine, talvolta addirittura anche soltanto qualche accorto silenzio al momento giusto. E invece Grevi [...] aveva armato gli anticorpi dell’autentica libertà dell’intellettuale anche contro le comprensibili lusinghe delle pur legittime aspirazioni personali [...] Così, pur sapendo benissimo che quello che andava insegnando dalla cattedra pavese o dicendo nei convegni o scrivendo su questo giornale gli avrebbe precluso ambìti traguardi, Grevi non si è mai venduto, questa è la parola brutale ma che oggi va usata. E non è un caso che il professore, visto come fumo negli occhi dagli instancabili facitori di leggi ad personam e dagli Attila dei tribunali, ma nel contempo sempre guardato di sottecchi con una punta di sospetto da settori dell’opposizione adusi a pretendere dai tecnici del diritto militanza politica anziché cultura giuridica, attento difensore delle prerogative della magistratura e tuttavia indigesto a certe toghe che non gli perdonavano l’inflessibilità verso lacune professionali e derive corporative della categoria, abbia pagato a carissimo prezzo personale la propria indipendenza mentale: bersaglio di veti politici sia quando i prescelti di “rito ortodosso” erano di centrodestra sia quando il pallino delle scelte era in mano al centrosinistra [...] autore di testi basilari come “Libertà dell’imputato e Costituzione” (1976), fondatore e a lungo segretario dell’“Associazione tra gli studiosi del processo penale”, direttore o condirettore delle riviste Cassazione penale e Rivista italiana di diritto e procedura penale, curatore con Giovanni Conso di commentari e compendi di procedura penale, e anima delle collane editoriali “Giustizia penale oggi” e “Procedura penale” [...]» (Luigi Ferrarella, “Corriere della Sera” 5/12/2010).