Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 5/12/2010, pagina 96, 5 dicembre 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
1˚gennaio 2002 Zero virgola
Il pensionato Rossi incontra sulle scale il pensionato Bianchi e si informa: «Tu li hai già?» Bianchi risponde di no. «Nemmeno io, vado appunto a prenderne un po’». Al vicino bancomat c’è una lunga coda, ma su tutte le facce si legge più eccitazione che impazienza. Finalmente la bocca bancaria partorisce la misteriosa novità: bellissimi biglietti croccanti che i due clienti stropicciano, guardano contro luce, intascano con la vaga sensazione di essere più ricchi. È arrivato l’euro, la moneta unica europea che, si può dire, abbia come padrino il fungo di Hiroshima, la terribile bomba dopo la quale ogni guerra significherebbe la distruzione del pianeta. E così, finito il secondo conflitto mondiale, nasce un primo e poi un secondo e poi un terzo accordo comunitario europeo, con una serie di sigle che si assomigliano tutte e che tutte tendono a stabilire una minima concordia fra Stati che si sono scannati per secoli. Un solo governo? Impossibile. Un solo esercito? Infattibile. Leggi penali e fiscali identiche per tutti? Troppo complicato. Ma forse, partendo più modestamente dalla moneta, si può salire il primo gradino. Dopo anni di discussioni, tutti i Paesi accettano di rinunciare alla propria e sostituirla con la nuova, chiamata appunto euro. È pur sempre un salto avventuroso e le profezie tra gli economisti si sprecano. Ma gli italiani sembrano prendere bene questo evento rivoluzionario. C’è curiosità, c’è fiducia, i nuovi biglietti piacciono, vanno addirittura a ruba. Il pensionato Rossi ne consegna uno alla cassa del suo supermercato abituale e la cassiera, accanto alla quale siede un assistente, calcola laboriosamente il resto dovuto. Il cliente studia sul palmo le monete e le monetine ricevute e constata che c’è stato un arrotondamento di qualche centesimo a suo favore di zero virgola: quest’euro sembra davvero una buona cosa. Ma il pensionato Bianchi, alla cassa del suo supermercato, constata invece un arrotondamento a suo danno di zero virgola: quest’euro ha tutta l’aria di una fregatura. Col passare dei giorni, molti italiani si convincono che è proprio così e se ne lagnano amaramente. Gli esercenti negano, ma continuano ad arrotondare. Quando la vecchia lira cessa definitivamente di circolare, la maggior parte dei consumatori ha la sensazione che i prezzi siano raddoppiati o quasi. Come sempre, si dice, sono mancati i controlli e tuttavia la nuova moneta ci ha messi al riparo da micidiali speculazioni sulla nostra valuta, come accadeva in passato. A poco a poco ci si rassegna allo zero virgola e solo alcuni restano a rimpiangere gli ampi lenzuoli da diecimila lire.