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 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

IMPRENDITORI STRANIERI, DUE SU TRE «UNDER» 50

Crescono meno di prima. Ma continuano a registrare un altro segno più. A differenza dei colleghi italiani che calano, anche se di poco. Dal terzo trimestre dell’anno passato allo stesso periodo del 2010 nel nostro Paese gli imprenditori stranieri - tra titolari, soci, amministratori - sono aumentati del 4,6 per cento. Nello stesso periodo di riferimento, quelli italiani hanno registrato una flessione dello 0,3 per cento. Se poi si cambia arco temporale, si scopre che dal 2005 al 2009 gli imprenditori nati all’estero sono aumentati del 28,5%, quelli connazionali diminuiti del 2,1.

Lo studio, curato dalla Fondazione Leone Moressa di Mestre sui dati Infocamere, calcola che nelle Camere di commercio distribuite nel Paese alla fine di settembre erano oltre 620mila i soggetti stranieri registrati come imprenditori. La capitale degli affari non cambia: la maggior parte si trova infatti nella provincia di Milano (compresa Monza e Brianza) che ne conta poco più di 73mila. Seguono Roma (56mila) e, a distanza, Torino (quasi 30mila). Tutte al Nord (Firenze, Brescia, Bologna, Verona, Treviso e Genova) e una sola al Sud (Napoli) le altre province che formano la "top ten" dove si concentrano 4 imprese straniere su dieci.

Nel quadriennio 2005-2009 le performance sono differenti: l’area di Milano ha visto un saldo positivo "soltanto" del 16,7 per cento. Mentre le due dirette inseguitrici - la capitale e il capoluogo piemontese - segnano rispettivamente +37,8 e +42,9 per cento. «La differenza di performance è dovuta al fatto che la provincia milanese ha un tessuto imprenditoriale più consolidato e datato», spiega Valeria Benvenuti, curatrice del dossier per conto della fondazione Moressa. Che fa notare anche le performance di altre aree: «La provincia di Prato segna nello stesso quadriennio un balzo del 60,6 per cento, Pavia addirittura del 67,5». Sempre a Prato, poi, un imprenditore su sei è straniero, a Teramo, Trieste e Gorizia uno su dieci.

I settori

Commercio e costruzioni continuano a rappresentare i settori di attività che riguardano il maggior numero di imprenditori nati all’estero: insieme raccolgono più della metà degli iscritti stranieri alle Camere di commercio. Anche se nell’ultimo anno hanno registrato una crescita di circa il 4 per cento. Più contenuto l’aumento della manifattura, il terzo settore più numeroso (+1,3). Performance più marcata per la voce "alloggio e ristorazione": +7,9 per cento. «Il mercato continua a chiedere prodotti etnici - precisa Benvenuti -. Ma a questo dato vanno aggiunti anche i tanti bar che sono stati ceduti ai non italiani». Un settore, questo, che registra anche un’altissima presenza femminile: quasi un imprenditore straniero su due è donna. La media "rosa" tra tutti i settori è del 27 per cento, con un’incidenza molto alta nelle province centro-meridionali.

A livello regionale, i settori seguono la collocazione territoriale: «Al Nord la voce "costruzioni" è quella dominante - continua la ricercatrice della fondazione -. Nel Mezzogiorno, invece, il commercio». Poco più della metà degli imprenditori ricopre, all’interno dell’azienda, la carica di titolare. Rapporto, quest’ultimo, che è quasi identico alla natura giuridica dell’impresa etnica: il 54,8% sono registrate come "attività individuale", il 22,4 come "società di persone".

Imprenditoria giovane

Gli imprenditori stranieri, poi, sono relativamente giovani (due su tre hanno tra i 30 e i 49 anni) e sono nati soprattutto in Marocco, Romania e Cina. Giovani, anzi giovanissime, anche le loro aziende: sette su dieci sono state registrate tra il 2000 e il 2009. «Questi dati ci dicono che il tessuto imprenditoriale italiano si sta impoverendo – sintetizza Benvenuti –. In parallelo, continua il dinamismo degli stranieri che, nonostante la crisi, si dimostrano più attivi dei nostri connazionali». La ricercatrice poi cerca di mettere in evidenza anche il dato delle "imprese non classificate": «Ci sono quasi cinquantamila imprenditori stranieri che secondo le nostre Camere di commercio non sono collocabili in nessuno degli schemi previsti – dice –. Però prima o poi dobbiamo cercare di capire cosa fanno e dove vanno inseriti». • Commercio e costruzioni guidano il business multietnico
IL RECORD

Le imprese straniere iscritte alla Camera di commercio di Milano: in percentuale l’11,8% delle 622mila registrate in tutta Italia.
IL PESO

La percentuale più alta di imprese straniere sul totale è a Trieste (10,9), Teramo (10,2) e Gorizia (10). La media nazionale è il 6,4%
LA CRESCITA

Pavia è in testa alla graduatoria per aumento 2009-2005, insieme a Lodi (+64,8), Rieti (+64,7), Rovigo (+60,9) e Prato (+60,6)
IL COMMERCIO

Un’impresa straniera su tre è nel settore del commercio (29,5%), edilizia secondo posto (22,2%), poi alloggio e ristorazione (8,6%)
EDILIZIA MULTIETNICA

Ha titolare straniero il 10,4% delle imprese di "costruzioni" ; incidenza rilevante anche nel noleggio e supporto alle imprese (8,7%)
IMPRESE INDIVIDUALI

È l’impresa individuale la forma giuridica più diffusa, mentre le società di persone sono il 22,4 e quelle di capitale il 18,7%
SALUTE E ASSISTENZA

La presenza più importante delle donne è nel settore della sanità e assistenza sociale, dove è rosa più della metà delle imprese straniere
LA QUOTA

Quasi un’impresa straniera

su tre è gestita da una donna (27%); incidenza elevata

anche in agricoltura e industria
BAR E RISTORANTI

È più forte nel settore alloggio e ristorazione, sale ovunque la presenza delle straniere sul totale delle imprenditrici: in media, il 6,5%