FRANCESCA CAFERRI, la Repubblica 6/12/2010, 6 dicembre 2010
GATES AVVERTÌ FRATTINI "FRA IRAN E ISRAELE SI RISCHIA LA GUERRA"
Il segretario della Difesa americano Robert Gates spiegò al ministro degli esteri italiano Franco Frattini che c´era il rischio di «una proliferazione nucleare in Medio Oriente, di una guerra scatenata da un attacco israeliano, o di entrambe»se non fossero stati compiuti «progressi sul dossier nucleare iraniano nei mesi a venire». E sottolineò la necessità di «un´azione urgente».
Lo si legge in un file segreto inviato dall´ambasciata americana in Italia al dipartimento di Stato Usa del 12 febbraio del 2010, qualche giorno dopo la sua visita a Roma, l´8 febbraio.
Dal rapporto dell´ambasciata americana a via Veneto emerge che Gates spiegò a Frattini che, se la Repubblica islamica si dotasse di armi nucleari, tra 4-5 anni «sarà un mondo diverso» e gli spiegò di aver detto le stesse cose al primo ministro turco Erdogan. Nell´email si menziona che «Frattini ha recentemente sostenuto dichiarazioni pubbliche del Segretario alla Difesa sulla necessità aumentare la pressione sull´Iran».
Il messaggio prosegue spiegando che Frattini ritiene che Ahmadinejad non può essere considerato affidabile, soprattutto dopo che ha contraddetto alcune aperture che pure il suo governo aveva fatto. Il ministro degli Esteri italiano spiega anche che crede che la Russia appoggerà le sanzioni (come poi avvenuto ndr.) ma che la sfida vera era convincere la Cina «insieme all´India è fondamentale per l´adozione di misure che colpiranno il governo ma non toccheranno la società civile». Frattini invita Gates a coinvolgere altri Paesi, come Turchia, Brasile, Venezuela, Egitto ed Arabia Saudita e esprime «una particolare frustrazione per il doppio gioco della Turchia, che vuole risultare essenziale sia per l´Iran che per l´Unione europea».
Le parole di Gates risultano inquietanti alla luce di quanto accaduto ieri: a Teheran il capo dell´Organizzazione per l´energia nucleare, Ali Akbar Salehi, ha annunciato che il suo Paese ha fatto un nuovo passo in avanti verso l´atomica, dichiarandosi «autosufficiente nella produzione di concentrato di uranio. La dichiarazione arriva alla vigilia della ripresa delle trattative, oggi in Svizzera, del gruppo 5+1. «Nei prossimi cinque anni - ha affermato Salehi - speriamo di arrivare al punto di soddisfare tutte le nostre esigenze per la produzione di combustibile nucleare».