La Stampa 6/12/2010, pagina 32, 6 dicembre 2010
Scioperi e diritti dei lavoratori Ma i consumatori, chi li tutela? - Zapatero: Stalin o Franco? Con piglio dittatoriale il compagno Zapatero, dopo aver dichiarato lo «stato d’allerta» (che solo Franco aveva invocato in Spagna) contro il pericolo costituito dallo sciopero dei controllori di volo, ha risolto con pugno (chiuso) duro la vicenda
Scioperi e diritti dei lavoratori Ma i consumatori, chi li tutela? - Zapatero: Stalin o Franco? Con piglio dittatoriale il compagno Zapatero, dopo aver dichiarato lo «stato d’allerta» (che solo Franco aveva invocato in Spagna) contro il pericolo costituito dallo sciopero dei controllori di volo, ha risolto con pugno (chiuso) duro la vicenda. Bravo! Stalin si starà rallegrando nella tomba. Oltre Cina, Corea e qualche altra dittatura rossa, pure il prode Zapatero promette bene: in pieno Occidente. VINCENZO MANNELLO In Spagna uno sciopero dei controllori di volo paralizza il Paese: fin qui niente di strano. Quello che differenzia la Spagna, però, è la reazione governativa che manda l’esercito militarizzando i controllori con la minaccia di giudicarli secondo il codice militare. Il risultato è la fine dello sciopero. Ti aspetti un’ondata di sdegno da parte dei media e invece scopri che gli scioperanti sono autori di un «putsch... selvaggio e illegale», sono anche «nababbi... golpisti» che guadagnano il triplo del presidente Zapatero. Ecco allora che dobbiamo scendere in piazza e chiedere la fucilazione degli insorti. MAURIZIO BERTINI Certo fa impressione vedere uno dei pochi premier rimasti della sinistra europea spedire l’esercito a mettere fine a uno sciopero e dichiarare lo «stato di emergenza». Un comportamento che ricorda Ronald Reagan o Margaret Thatcher. Ma forse quello che è successo - aiutato dal fatto che i controllori di volo spagnoli stavano bloccando il Paese per difendere privilegi scandalosi - ci racconta che forse destra e sinistra potrebbero trovarsi d’accordo che oltre al diritto di sciopero (quando non è selvaggio e fuori dalle regole) esistono anche i diritti dei consumatori, di chi viaggia, di sta andando a lavorare o in vacanza. Ci sono i diritti degli utenti, che poi siamo noi, ma che spesso siamo dimenticati, come ci racconta quest’altra lettera che mi ha spedito tre giorni fa il lettore Mario Farinelli: «Anche ieri è stata una giornata di passione per Bologna e per i pendolari. I manifestanti che alle 14.30 si sono recati al Motorshow, al ritorno hanno pensato bene di occupare i binari della linea metropolitana. Questo, come lei può ben immaginare, ha creato enormi disagi a tutti coloro che dovevano tornare a casa, a tutti i pendolari che dopo otto ore e più, di duro e onesto lavoro, desideravano tornare dalla propria famiglia. Ma gli studenti lo hanno democraticamente impedito. Questa azione ha provocato soppressioni di treni e ognuno si è dovuto sobbarcare sulle proprie spalle disagi non indifferenti. Non capisco questa forma di protesta: bloccare le stazioni, i treni pendolari. Cosa credono, di fare un danno al governo o al ministro dell’Istruzione o all’amministratore delegato di Trenitalia se il pendolare arriva a casa con ore di ritardo, se il pendolare arriva al lavoro con ore di ritardo? Lo sanno queste persone, che se un pendolare arriva al lavoro in ritardo, rischia sanzioni in ore e soldi? Quello che però fa più rabbia è il menefreghismo da parte di tutti nei confronti di chi lavora. Né i politici di sinistra e di destra, né giornali e telegiornali, hanno dato rilievo a questa notizia. Il disagio provocato a noi pendolari è enorme. Ma nessun politico dell’opposizione, mentre appoggiava le manifestazioni, si è sentito in dovere di stigmatizzare le occupazioni delle stazioni. Nessun sindacato, che dovrebbe tutelare i lavoratori, ha condannato queste azioni che non sono contro l’onorevole Gelmini ma contro di noi». Mario Calabresi