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 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

Investire nell’arte - L’arte si impone come investimento alternativo, ma ha bisogno ovvero di distinguo e di tutele

Investire nell’arte - L’arte si impone come investimento alternativo, ma ha bisogno ovvero di distinguo e di tutele. Se n’è parlato a “L’evoluzione del mondo dell’arte”, simposio tenutosi in occasione del Gotha di Parma, la prestigiosa fiera di antiquariato. Nel convegno, organizzato da ArtNetWorth, azienda specializzata nella gestione di patrimoni d’arte, due sono i concetti evidenziati da Leonardo Etro, professore presso la Bocconi di Milano: trasparenza e fiducia. «Il mercato dell’arte è ancora carente sotto questi aspetti». Molti investitori dopo il fallimento dei Lehman Brothers si sono affacciati su mercati alternativi, come l’oro e l’arte intesi come beni rifugio. L’arte richiede però un modello più efficiente. «Non c’è dubbio - ha spiegato Edoardo Didero, ad di ArtNetWorth - che il mercato abbia in questi ultimi anni attenuato i picchi del mercato della finanza e la volatilità delle Borse. In altre parole è un bene rifugio che contrasta i fenomeni inflativi, ma non sempre. Da qui un modello sviluppato dall’azienda che permetta ai collezionisti, investitori, assicuratori di conoscere il “fair value” dell’opera d’arte che si basa su due fattori, la qualità del bene ed il valore». Il modello, spiegato in dettaglio dallo stesso Didero, si basa sulle stime degli esperti delle case d’asta su opere comparabili a quella in esame - ovvero dello stesso artista e periodo storico stessa tecnica e dimensioni. Poi ci sono la valutazione di un esperto indipendente, la valutazione in un mercato al dettaglio che in base a una media delle osservazioni si attesta intorno al 35% più alto rispetto alle stime delle case d’asta. Entra nel calcolo anche lo stato di conservazione dell’opera, mentre correzioni al rialzo sono determinati da un prestigioso pedigree o dalla prima pagina dedicata all’opera da un catalogo. Elemento indispensabile in questa certificazione è l’autenticazione da parte della Fondazione dell’artista, o in caso di opere antiche da importanti musei o autorevoli expertise. Il mercato mondiale attende un realizzo record per Ordination, l’eccezionale dipinto di Nicolas Poussin che Christie’s proporrà all’asta il 7 dicembre prossimo a Londra con una stima di 15-20 milioni di sterline. Fa parte della serie di sette Sacramenti commissionata all’artista Nicolas Poussin nel 1630-1640 dal mercante e collezionista romano Cassiano dal Pozzo. La collezione di Cassiano dal Pozzo, rimasta ai discendenti, era un must per i visitatori inglesi del Grand Tour e uno di questi, Sir Robert Walpole, tentò di acquisirla per la sua collezione, ma l’esportazione venne negata dal Papa in persona. Ci riuscì invece il mercante James Byres che riuscì a sostituire gli originali con delle copie fatte realizzare, pare, in un solo giorno e a portare di contrabbando gli originali in Inghilterra, vendendoli così a Charles Manners, quarto Duca di Rutland, un collezionista rivale di Sir Robert Walpole. Quando i sette dipinti arrivarono a Londra nel 1786 lo stesso re Giorgio III espresse il desiderio di vederli. Da allora la serie, di proprietà dei Trustees of the Belvoir Estate (a parte Penance, distrutto in un incendio e Baptism trasferito al National Gallery di Washington) rimase nel Belvoir Castle fino all’alba del XXI secolo e negli ultimi sette anni esposta al National Gallery di Londra. Per gli appassionati di filatelia l’appuntamento è a Torino da Bolaffi per un’asta che avrà luogo il 10 e 11 dicembre, una grande opportunità per ottenere a prezzi competitivi serie chiave delle principali raccolte che al dettaglio costerebbero ovviamente molto di più. Un rarissimo Penny Black inglese del 1840 con le iniziali “VR” (Victoria Regina), non emesso, quotato sul Bolaffi 60 mila euro (tra i più ambiti francobolli internazionali), parte da una base di 12.500. Con un catalogo a parte il 10 dicembre sarà dispersa la collezione Tirreno di antichi francobolli e affrancature di Modena e Parma di grande qualità e prestigio. Tra i top lot, uno splendido 9 cent azzurro per giornali del 1853 annullato su Gazzetta Ufficiale di Milano del 25 giugno (quotato 58.500 euro, parte da una base di 5 mila). La base, è bene ripetere, non è una stima, è un valore di partenza contenuto il più possibile per dinamicizzare le offerte in sala, cosa che avviene normalmente in tutte le aste Bolaffi. Imperdibile appuntamento, infine, da Phillips de Pury il 15 dicembre a New York: dopo l’exploit di novembre con l’arte post war e contemporanea che ha visto il record di 63.362.500 dollari per il monumentale Men in her life, 1962, una delle prime serigrafie di Andy Warhol, si ripresenta con un’aggressiva vendita di capolavori di design del XX secolo, tra cui un’icona assoluta, la celebre Orgone stretch Lounge in alluminio del 1993 di Marc Newson stimata 350 / 450 mila dollari.