MARINA VERNA, La Stampa 6/12/2010, pagina 16, 6 dicembre 2010
L’Iraq: proteggeremo la comunità cristiana - Una commissione parlamentare d’inchiesta sugli omicidi dei cristiani e una task-force della polizia per la protezione della minoranza: è la notizia con cui il premier iracheno Nouri al-Maliki, ha accolto nella sua residenza personale a Baghdad il ministro Frattini
L’Iraq: proteggeremo la comunità cristiana - Una commissione parlamentare d’inchiesta sugli omicidi dei cristiani e una task-force della polizia per la protezione della minoranza: è la notizia con cui il premier iracheno Nouri al-Maliki, ha accolto nella sua residenza personale a Baghdad il ministro Frattini. «Ho ricevuto importanti rassicurazioni dal premier Al-Maliki, dal ministro degli Esteri Zebari e dal presidente Talabani, del fatto che i cristiani sono parte fondamentale dalla cultura e della storia irachena - ha detto Frattini al termine degli incontri con le autorità irachene -. C’è l’impegno comune a fare di tutto perché i cristiani non lascino l’Iraq, se lo facessero i terroristi avrebbero vinto. Il governo ha promosso la costituzione di una commissione parlamentare che sarà presieduta da un parlamentare cristiano e si è impegnato per l’istituzione di unità di polizia sul territorio che includano militari e agenti cristiani». La questione della tutela della minoranza cristiana - «una componente essenziale della società irachena» - è stata affrontata da Frattini anche con il collega Hoshyar Zebar Zebari, che lo ha rassicurato: «Invieremo segnali positivi al mondo ricostruendo le chiese e proteggendo i cristiani. La posizione del governo è chiara, non sosteniamo gli incoraggiamenti ai cristiani a lasciare l’Iraq per l’Europa e su questo conviene anche il collega Frattini». Più delicata, invece, la richiesta italiana di clemenza per Tareq Aziz, il vicepremier di Saddam Hussein, unico cristiano del governo, condannato a morte per la persecuzione dei partiti religiosi durante il regime. «Saranno i giudici a decidere la sorte di Tareq Aziz - ha detto Zebari -. Sono stati rispettati tutti i diritti di Aziz, non è stato un processo segreto o nascosto, aveva una difesa e tutti dovrebbero rispettare la decisione dei tribunali iracheni». Frattini ha osservato che l’esecuzione di Aziz invierebbe «un segnale negativo alla minoranza cristiana in Iraq». Contrario all’impiccagione dell’ex braccio destro di Saddam è invece il presidente iracheno Jalal Talabani, il quale ha sottolineato ancora una volta di essere «contrario alla pena di morte, in particolare verso Tareq Aziz che è anziano e malato». Se il cristiano Aziz fosse messo a morte, ha spiegato a Frattini, «sarebbe un segnale negativo alla comunità cristiana che non sarebbe utile né costruttivo». Già in passato aveva annunciato che non avrebbe firmato la sentenza di morte, ma il Tribunale speciale che ha condannato Aziz non prevede la grazia in caso di pena capitale. Sempre ieri Frattini, alla presenza del patriarca di Baghdad Emmanuel Delli e dell’ambasciatore Gerardo Carante, ha inaugurato la nuova sede dell’ambasciata di Italia a Baghdad, nella «Green zone». E da Piazza San Pietro in Roma, in occasione dell’Angelus, il Papa ha ricordato «i continui attentati che si verificano in Iraq contro cristiani e musulmani e le violene in Egitto ed Eritrea», invitando i fedeli a pregare per «tutte le situazioni di intolleranza, di sofferenza che ci sono nel mondo, affinché la venuta di Gesù porti riconciliazione e pace».