Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  dicembre 06 Lunedì calendario

Immigrato drogato e senza patente uccide sette ciclisti - Corpi immobili a terra e sanguinanti. Bici deformate e schizzate lontano anche di dieci metri

Immigrato drogato e senza patente uccide sette ciclisti - Corpi immobili a terra e sanguinanti. Bici deformate e schizzate lontano anche di dieci metri. E poi un’auto fumante messa di traverso sulla carreggiata, un uomo che cammina tremante sul ciglio della strada, stringendo la mano di un bambino. Questa la scena che si è trovato di fronte ieri mattina, più o meno a mezzogiorno, Clemente Folinazzo, il primo ad arrivare sul luogo del terribile incidente che è avvenuto in località Marinella, a Sant’ Eufemia di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro. Una vera e propria strage: sette morti e tre feriti gravi, falciati in bici da un’auto guidata da un uomo risultato poi positivo alla cannabis, senza patente, di origini marocchine. «Sembrava che fosse scoppiata una bomba - racconta l’uomo - Alcuni automobilisti sono andati via impietriti, non ce l’hanno fatta a fermarsi». Le sette vittime sono Rosario Perri, Francesco Stranges, Vincenzo Pottin, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico Palazzo e Fortunato Bernardi. Facevano parte di un gruppo sportivo: impiegati, avvocati e commercianti. Uniti dall’amore per il ciclismo. Sono stati travolti da una Mercedes, guidata da Chafik Elketani, un marocchino di 21 anni. Sotto l’effetto di droga e senza patente perché gli era stata ritirata sette mesi fa, probabilmente nel tentativo di un sorpasso invade la corsia opposta, nella quale sta transitando il gruppo di ciclisti, e li stende tutti. Falciati di colpo. Un impatto frontale molto violento anche per l’alta velocità dell’auto. In base alla ricostruzione fatta da uno dei sopravvissuti, e confermata dai primi riscontri tecnici, la carovana di dieci persone pedala in direzione sud la statale 18, la strada che lambisce la costa tirrenica a cavallo fra le province di Catanzaro e Cosenza. A pochi chilometri da Lamezia Terme, una Mercedes grigia, vecchio modello, sbanda e all’improvviso travolge il gruppo. Alla guida un ragazzo marocchino residente a Gizzeria, un paese vicino, e con regolare permesso di soggiorno. A bordo con lui il nipote di 8 anni. Entrambi si sono feriti in maniera lieve e l’uomo è stato rinchiuso nel carcere di Catanzaro arrestato con l’accusa di omicidio colposo plurimo aggravato. Le sette vittime appartenevano a un gruppo di ciclisti professionisti e amatori, legato alla palestra Atlas di Lamezia Terme, e ogni domenica organizzavano gite in bici. Ieri, vista anche la giornata luminosa che si alterna alla pioggia, la loro destinazione è Amantea, cittadina lungo la costa cosentina. Sono le 11.30. Un gruppo di quattro persone, a causa della pioggia, decide di ritornare indietro, salvandosi così miracolosamente dalla strage. In dieci proseguono fino ad Amantea e poi, sulla strada del ritorno, il terribile incidente. Una tragedia impressionante. «Ci avevano allertato - spiega Silvio Rocca, uno dei primi soccorritori della Croce bianca - per un incidente in cui, secondo le prime notizie, era coinvolto un solo ciclista. Giunti sul posto, però, abbiamo visto che si trattava di una strage». Tra le vittime il proprietario della palestra, Fortunato Bernardi, che è zio del terzino Felice Natalino, la giovane promessa dell’Inter originario proprio di Lamezia. Nella pattuglia anche due fratelli: Rosario e Gennaro Perri, il primo è morto, il secondo è ricoverato a Cosenza. «Dove sei, Rosario? Dove ti hanno portato», chiedeva urlando Gennaro dal suo lettino d’ospedale. Ancora nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che il fratello è morto. Si sente un miracolato, Salvatore Mancuso, fra quelli che ha fatto rientro a casa per la pioggia. Hanno telefonato anche a casa sua, subito dopo la tragedia. «Ma io ero già sotto la doccia», racconta. Il sindaco di Lamezia Terme, Giannetto Speranza, ha indetto una giornata di lutto in coincidenza dei funerali. Ma a lutto è una regione intera. Le più alte cariche istituzionali hanno espresso il loro cordoglio alla vittime e ai familiari. Ma il bilancio finale della giornata di ieri per le strade calabrese è di nove e non sette morti. Nel pomeriggio, a Cassano sullo Jonio, hanno perso la vita in un incidente anche due sorelle rumene di 23 e 20 anni. *** I numeri 295 ciclisti morti in un anno I dati si riferiscono al 2009 Si tratta di quasi due gruppi di corridori del Giro d’Italia. Il numero di vittime è diviso così: 243 uomini e 51 donne fra i conducenti. Il record era stato registrato nel 2007, con 352 vittime. Dopo il calo del 2008, i morti sono tornati ad aumentare 14.804 ciclisti feriti in un anno Gli incidenti in bicicletta rappresentano il 3,9% del totale, ma fanno totalizzare l’8,3% dei morti complessivi e il 5,2% dei feriti. Ogni anno si verificano circa 15 mila incidenti. L’indice di mortalità medio è doppio rispetto a quello degli altri veicoli