Bianca Carretto, CorriererEconomia 8/12/2010, 8 dicembre 2010
GM: RITORNO A WALL STREET, CHEVROLET
Dopo aver lasciato Wall Street nel giugno del 2009 con l’etichetta del fallimento concordato, il General Motors è ritornata in Borsa con un’accoglienza trionfale, che l’ha riportata nel novero dei nomi storici: GM sbarcò a Wall Street nel 1916. La richiesta di azioni ha interessato al 90% gli investitori americani: un’operazione che, complessivamente, ha superato i 23 miliardi di dollari. Con un enorme e inaspettato collocamento — che ha interessato fondi pensione, organismi di investimento collettivo ed individuale (i piccoli azionisti hanno acquistato per 3 miliardi) — è stato annullato il ricordo delle perdite precedenti.
General Motors Dan Akerson l’ha riportata in Borsa
Orgoglio
In disparte, defilati, i fondi sovrani asiatici e del Medio Oriente, che si sono prudentemente astenuti, considerando che gli azionisti dovranno attendere ancora a lungo prima di ricevere dei dividendi. Ma quella che era stata subito battezzata « Government Motors» per aver ricevuto aiuti pubblici per 50 miliardi di dollari ha debuttato in Borsa con successo e l’andamento del titolo (che vale circa 34 dollari) dal 18 novembre ad oggi è stato un continuo testa a testa con quello di Ford, la concorrente che ce l’ha fatta senza sostegni pubblici. E GM, che sino ad un anno fa pareva essere la più ammalata delle sister negli Usa, ora vale in Borsa più di 50 miliardi dollari.
Dopo il cambio manageriale, la presenza internazionale di GM è stato il vero vantaggio. Dan Akerson, il leader dell’azienda, ha dichiarato in occasione della quotazione « questo è un gran giorno per tutti, per gli impiegati, i clienti ed i contribuenti». Lo Stato infatti ha recuperato subito 13,6 miliardi di dollari perché il Tesoro ha ridotto la sua presenza nel capitale dal 61% al 26%.
Gli investitori hanno visto nel titolo una stabilità nel lungo termine oppure la possibilità di speculare sin dalle prime vendite. Il collocamento di GM in borsa aprirà la strada alla Chrysler che sta compiendo un percorso molto simile, con un significato aggiunto, il riconoscimento della validità dell’alleanza con Fiat.
Dopo il trionfo però rimane qualche nuvola all’orizzonte. All’inizio del nuovo anno verranno pubblicati i risultati del quarto trimestre che si preannunciano meno rosei di quelli del periodo precedente. Attesa la presentazione della Chevrolet Volt, una vettura ibrida, simbolo della vera svolta del rinnovamento di GM. Costa meno di 41 mila dollari in Usa da cui va detratto il credito di imposta, un incentivo che porta il prezzo sotto ai 33.500 dollari. Il percorso per uscire definitivamente dalla crisi è ancora lungo: anche GM, come Chrysler e Toyota, soffre del calo del mercato americano che, quest’anno, si è contratto del 20%. La quota di GM dovrebbe stabilizzarsi intorno al 19%, la Ford, che ha contato solo sulle sue forze avendo rifiutato finanziamenti pubblici, potrebbe salire al 16,7%, beneficiando d i una redditività superiore alla media delle altre fabbriche. Chrysler oggi sfiora il 10%.
Siamo sempre lontani dai volumi di produzione degli anni storici. GM, pur avendo immatricolato in ottobre 183 mila veicoli, è costretta a vendere con sconti di almeno 3.000 dollari. Il vero rilancio avverrà quindi solo dopo il completamento della gamma.