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 2010  dicembre 05 Domenica calendario

VIZI E VIRTÙ DEI POLITICI VISTA DA MAZZARINO DAL SEICENTO AD OGGI NON È CAMBIATO NULLA

Roma torna su se stessa, sull’anima del proprio passato, per rifarla propria: restauri, cantieri avviati, i segreti riscoperti nelle costruzioni millenarie. Ultimo della serie, il palazzo di Tiberio, il primo a essere costruito sul Palatino, in seguito ampliato da Caligola, completato da Nerone, restaurato da Domiziano. Benché in tempi di crisi nera, c’è un’attenzione appassionata nell’animare i lavori. Culto del passato? Non esattamente.
La gente, diciamo pure i turisti, subisce un fascino nuovo da riempirsi gli occhi con le rinate visioni, perché danno forza a un presente incerto, devitalizzato. Così è anche per Pompei: crolli, cure inadeguate, le piogge e le intemperie che si abbattono, i guasti morali di una malavita che detiene il possesso iniquo del territorio, e lo ha sfruttato a lungo. Ma la “gente” c’è, arriva. Allora si deve convenire che l’incanto è di diversa natura, esiste un filo di raccordo fra i millenni andati e l’oggi, qualcosa di atmosferico e psichico che non è cambiato, che integra il respiro umano. Ebbene, quando leggo di questi sottili e arcani nessi temporali, di questa voglia dell’uomo contemporaneo di fondersi con chi è stato suo predecessore, a mia volta vengo preso da un desiderio bizzarro di comportarmi, in un certo senso, da archeologo con alcuni testi scritti secoli fa e che sembrano concepiti ai giorni nostri. Ultimo esempio: il Breviario dei politici secondo il Cardinale Mazzarino (non c’è stato politico più politico di questo personaggio nato a Pescina nel 1602 e che, specie sotto l’ala di Luigi XIV, è riuscito a modificare e a dare un destino all’Europa). Vi assicuro, non ci si crede. Leggendo il catalogo delle norme contenute nel Breviario, ci viene da dire: Fabio Fazio avrebbe potuto installare una sagoma lignea dell’Eminenza sul palco, mandando una registrazione delle sue massime di comportamento. Dal ’600, la politica non è cambiata di un millimetro. La politica non è un’arte in evoluzione, è più petrosa del palazzo di Tiberio. Non servono restauri. Basta sfogliare queste pagine, perché così è, stop. Chissà se hanno letto il Breviario i politici che si avvicendano ogni giorno davanti alla nostra tavola, a pranzo e a cena, come la pubblicità dei prodotti, che è arrivata a insinuare nelle nostre digestioni anche gli assorbenti femminili: la Tv si è limitata a rendere più agile la segnaletica degli inserti. Leggendo le norme del Mazzarino, i politici corrono solo il rischio di chiedersi: ma quanti anni abbiamo, mio Dio! L’Eminenza non bada a sottigliezze, per lui la strada del potere autoritario è tutta disseminata d’inganni e di dissimulazioni, di astuzie e mentali sottigliezze. Saint-Simon accusò Luigi XIV d’essere stato avvelenato dalle “pestifere” massime di Mazzarino, il re rispose: «Così è, e così sarà, a scapito del suddito». Apriamo a caso il Breviario. Consiglio: se si parla del Capo, si cominci col lodarlo, dire che è “uomo insigne e superiore alla sfera degli altri”, ma poi, come se non ne fosse responsabile, come se non fosse colpa sua, bisogna insinuare che egli si macchia di peccati segreti. E qui è meglio sorvolare. Altro consiglio: mettere, in certi casi, dietro le porte delle stanze, gente di buon udito (anche quella degli “ascoltatori” di camere, è una categoria politica, bisogna addestrarla).Ma sono i casi singoli, a sbalordire. Sembra proprio che, a pranzo e a cena, Mazzarino abbia visto i nostri politici in un immaginario teleschermo. Davvero.