Varie, 4 dicembre 2010
Il 2 dicembre 2010 è già nella storia del calcio: a Zurigo, alle 16.37, la Russia ha ottenuto l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2018, dopo 7 minuti il Qatar ha conquistato quelli del 2022
Il 2 dicembre 2010 è già nella storia del calcio: a Zurigo, alle 16.37, la Russia ha ottenuto l’organizzazione dei mondiali di calcio del 2018, dopo 7 minuti il Qatar ha conquistato quelli del 2022. [1] Massimo Franchi: «È stato, forse, il più grande scandalo nella storia della Fifa». [2] Massimiliano Castellani: «Che i Mondiali del 2018 sarebbero andati alla Russia, per le logiche perverse del calcio-business, e non solo, sapevamo che, anche sulla scia degli Europei del 2012 in Polonia-Ucraina, poteva accadere. Ma che il Qatar avrebbe piegato la concorrenza degli Stati Uniti (oltre agli outsider Giappone Australia e Corea del Sud) per portarsi nel deserto il Mondiale del 2022, tutti credevano che sarebbe rimasto un miraggio e nulla più». [3] Fabio Monti: «Se quella della Russia è una scelta innovativa, quella del Qatar per il 2022 si colloca fra l’audacia e la temerarietà». [4] La Russia ha ospitato solo l’Olimpiade (boicottata) di Mosca ’80, nel 2014 a Sochi organizzerà i suoi primi Giochi invernali. Vanni Zagnoli: «Comunque meglio l’ex Urss dell’Inghilterra, che all’attivo ha già un Mondiale, un Europeo e la terza Olimpiade, tra un anno e mezzo. Gli Usa ne ebbero 4 più il campionato del mondo del ’94: mai il Qatar si è qualificato, eppure allestirà il primo Mondiale in Medio Oriente. L’errore è stato affidare al Brasile sia il 2014 che le Olimpiadi estive del ’16. La rotazione dei maggiori eventi sportivi dovrebbe toccare ogni continente, non sempre gli stessi, grandi Paesi. Ora raggiunge i più ricchi». [5] Mosca e Doha avevano i dossier peggiori: in Russia fanno paura distanze e trasporti, in Qatar si giocherà a 50 gradi all’ombra e verranno venduti pochi biglietti. [6] Maurizio Crosetti: «Portare il mondiale in Qatar è come spostarlo su Venere. Significa ammettere che soltanto i soldi contano e nessun altro criterio varrà, mai più». [7] Marco Ansaldo: «È come portare un tartufo da McDonald’s per affettarlo su un hamburger con il ketchup». [8] Maria Luisa Colledani: «Con 50 gradi di temperatura sarà un torneo da poltrona, panino e Coca-Cola, anche se il paese ha promesso stadi con l’aria condizionata». [9] Il Qatar ha battuto alla quarta votazione gli Stati Uniti (14-8), che avevano già perso le Olimpiadi 2016 (Chicago vs Rio). Commento del presidente Obama: «Voto sbagliato». La Russia ha battuto, tra gli altri (Spagna/Portogallo, Belgio/Olanda), l’Inghilterra (appena 2 voti su 22). Il premier David Cameron: «Avere i migliori impianti, le miglior credenziali e la passione per il calcio non serve a nulla». [10] «Come hanno potuto, uno stato mafioso corrotto fino al cuore e un regno medievale senza libertà di parola, convincere i pezzi grossi della Fifa?», ha scritto l’inglese Daily Mirror sotto il titolo “Venduti”. Enrico Franceschini: «La risposta è una foto della Coppa del Mondo da cui escono mazzette di banconote». [11] A niente è servita la sospensione, due settimane fa, di due membri dell’Esecutivo da parte della Commissione Etica della stessa Fifa (il nigeriano Adamu e il tahitiano Temarii) sulla base delle rivelazioni pubblicate dalla stampa britannica in merito alla loro corruttibilità. Franchi: «Se avessero votato, probabilmente il margine delle vittorie di Russia e Qatar sarebbe stato ancora più ampio...». [2] Moisés Naím, ex direttore della rivista Foreign Policy: «Non si può più parlare di calcio senza tenere presente che ormai è un business, prima che uno sport. L’assegnazione di un Mondiale funziona come un appalto, dove vince chi offre di più. Chi mette più risorse sul tavolo e garantisce più incentivi ai decision makers ottiene l’incarico». [12] I Mondiali di calcio e le Olimpiadi rischiano di diventare un territorio di caccia riservato ai paesi non democratici. Naím: «In queste competizioni le democrazie partono svantaggiate, perché i loro governi non hanno il potere di spendere il denaro pubblico come quelli autoritari». Si pensi ai giochi di Pechino 2008: «Investire nelle Olimpiadi era una mossa strategica fondamentale, che serviva a proiettare nel mondo l’immagine di un paese moderno ed efficiente: uno spot pubblicitario del genere non aveva prezzo». [12] Roberto Renga: «Il successo del Qatar è importante anche in chiave Roma 2020 perchè, ottenendo il Mondiale di calcio del 2022, difficilmente lo sceicco potrà candidarsi anche per le Olimpiadi». [13] Il Mondiale dei ricchi è la vittoria di Sepp Blatter, presidente della Fifa classe 1936 in carica dal 1998 che tra 12 anni potrebbe essere ancora al suo posto. Monti: «Dopo aver spinto Havelange a scoprire l’America (’94), aver portato il Mondiale in Corea e Giappone (2002) e essere uscito da trionfatore dal Sudafrica, non si ferma più nella ricerca di nuove terre dove esportare “la più grande manifestazione non soltanto sportiva che si possa organizzare”». [4] Il Qatar ama vendersi come l’emirato dei primati. Francesco Battistini: «Il primo esportatore di greggio, il più alto Pil pro capite, la più bassa tassazione sul reddito, il progetto del ponte più lungo del mondo da lì al Bahrein, l’unico Paese del Golfo che ha autorizzato la costruzione d’una chiesa cattolica». [14] «Questa è una pietra miliare per il Medio Oriente, da oggi abbiamo 12 anni esatti per prepararci all’appuntamento con la storia» ha detto lo sceicco Mohammed Bin Hamman Al Thani, emiro del Qatar. [13] Il paese ha già ospitato i Mondiali under 20 del ’95. Giulia Zonca: «I Giochi asiatici dieci anni dopo, hanno un torneo Atp di tennis dal ’90 e da poco hanno organizzato il Masters femminile, sono nel calendario del Motomondiale, l’anno prossimo faranno esperienza con la Coppa d’Asia e nel 2021 le prove generali con la Confederation’s Cup. Costruiranno, hanno capitale infinito e progetti da sogno solo che non è il calcio a cui siamo abituati». [15] Il Qatar sarà lo stato più piccolo, e meno abitato, ad ospitare un’edizione della Fifa World Cup: un milione e settecentomila abitanti per 11.427 chilometri quadrati, Mattia Chiusano: «Il primo stato, ancora, con un sistema giuridico islamico ed una percentuale minoritaria di cittadini autoctoni: l’80% sono forza lavoro di India, Filippine, Nepal, Pakistan, Sri Lanka». [16] La candidatura aveva punti deboli che sembravano insormontabili: il clima (in estate si arriva anche a 50º), i pochi biglietti messi in vendita (2.869.000 contro i 4.957.000 degli Stati Uniti), la difficoltà nel costruire stadi nuovi. [17] Oggi il Qatar ha solo tre stadi da 45 mila posti. Battistini: «Ecco pronti 4 miliardi: se ne costruiranno altri 9, modulari e smontabili con l’acqua intorno e con impianti d’aria condizionata alimentati da pannelli fotovoltaici per giocare sotto i 27 gradi». [14] Fulvio Bianchi: «Sarà qualcosa da mille e una notte, impianti tutti al coperto, con l’aria condizionata, che a fine mondiale potranno essere smontati, messi in 1.600 container e regalati a qualche paese amico». [17] Tra i pochi punti di forza il fatto che se le distanze sono spesso un problema per la Fifa, nel 2022 in Qatar si potranno vedere anche due partite nello stesso giorno. Mattia Chiusano: «Cinque delle sette città ospitanti sono concentrate in un raggio di 25 chilometri». [16] Oltre agli stadi, nei prossimi 12 anni il Qatar dovrà pure costruire una nazionale competitiva. Il Giornale: «Per l’occasione,presenterà un nutrito gruppo di calciatori naturalizzati. La selezione del paese ospitante sarà infatti mutuata in larga misura dagli allievi dell’Academy Aspire for Sports Excellence, una scuola calcio che raccoglie i miglior talenti Under 14 dei paesi del terzo mondo ai quali il governo garantisce l’istruzione e un posto di lavoro per i genitori. Ragazzi che al compimento del 18esimo anno di età otterranno la cittadinanza del Qatar e che nel 2022 saranno atleti fatti e finiti per competere, forse a pari livello, con i campioni delle nazionali storiche». [18] Note: [1] Andrea Fani, Corriere dello Sport 3/12; [2] Massimo Franchi, Tuttosport 3/12; [3] Massimiliano Castellani, Avvenire 3/12; [4] Fabio Monti, Corriere della Sera 3/12; [5] Vanni Zagnoli, Libero 3/12; [6] Fabio Licari, La Gazzetta dello Sport 3/12; [7] Maurizio Crosetti, la Repubblica 3/12; [8] Marco Ansaldo, La Stampa 3/12; [9] Maria Luisa Colledani, Il Sole 24 Ore 4/12; [10] Maurizio Crosetti, la Repubblica 3/12; Giulia Zonca, La Stampa 3/12; [11] Enrico Franceschini, la Repubblica 4/12; [12] Paolo Mastrolilli, La Stampa 3/12; [13] Roberto Renga, Il Messaggero 3/12; [14] Francesco Battistini, Corriere della Sera 3/12; [15] G. Zon., La Stampa 3/12; [16] Mattia Chiusano, la Repubblica 3/12; [17] Fulvio Bianchi, la Repubblica 3/12; [18] LuGu, Il Giornale 3/12.