Paolo Griseri, la Repubblica 4/12/2010, 4 dicembre 2010
La linea di Marchionne spiazza Bonanni- Angeletti e rompe con Confindustria - Confindustria rischia di perdere un associato
La linea di Marchionne spiazza Bonanni- Angeletti e rompe con Confindustria - Confindustria rischia di perdere un associato. Non ci sarebbe da allarmarsi se non si trattasse della Fiat che con la sua sola quota associativa mantiene una parte significativa delle strutture di Federmeccanica. Ma non è una questione contabile. L´uscita del Lingotto dal contratto nazionale dei metalmeccanici è destinata, se verrà realizzata, a mettere in discussione un bel po´ di certezze sui due fronti del lavoro, quello delle imprese e quello dei sindacati. La scelta dell´azienda torinese di tenere fuori da Confindustria anche la seconda newco dell´era Marchionne (dopo quella di Pomigliano) conferma quel che la Fiom aveva previsto in estate. E infatti ieri Giorgio Airaudo, responsabile auto dei metalmeccanici della Cgil, aveva gioco facile a ricordare: «Quando dicevamo che Pomigliano non era un´eccezione tutti ci criticavano. Oggi anche Fim e Uilm riconoscono che avevamo ragione». E Camusso chiedeva ai colleghi: «E adesso? Cisl e Uil ci spieghino loro quale rapporto ci deve essere tra una grande azienda e il contratto nazionale». Forse quel rapporto non c´è più. E la linea di Marchionne di fare un contratto valido solo per le newco della Fiat, va al di là del dispetto a Confindustria (dove pure le notizie da Torino hanno provocato ieri parecchia irritazione) o della voglia di avere fabbriche normalizzate senza la Fiom. Prelude a un modello in cui il sindacato entra ed ha agibilità solo se è un sindacato aziendale. Lo schema è quello di Bob King, il potente leader del sindacato Chrysler, l´uomo che ha concordato con Marchionne la rinuncia allo sciopero in cambio del salvataggio della fabbrica e delle pensioni dei suoi ex dipendenti. Il problema è che in Italia un Bob King non c´è. E che i sindacati italiani hanno una logica opposta a quella dei colleghi negli Usa. Il sindacato italiano è confederale perché ha come obiettivo quello di migliorare le condizioni di chi lavora a prescindere dall´azienda in cui lo fa. Per questo è un sindacato egualitario che segue la logica: a lavoro uguale salario uguale. E per questo il sindacato italiano nasce con i contratti nazionali che stabiliscono le condizioni minime di salario e diritti per tutti coloro che fanno lo stesso lavoro. E´ un sindacato che ha come obiettivo la solidarietà tra lavoratori. Il modello del sindacato aziendalista è per molti versi opposto. L´obiettivo dei sindacalisti come Bob King è quello di mediare tra gli interessi dei dipendenti che rappresentano e quelli dell´impresa. Non è detto che non sia in certi momenti anche un sindacato conflittuale ma certo non si pone il problema della solidarietà con i lavoratori delle imprese concorrenti. Non è un sindacato che guarda al generale, è un sindacato che vive nel particolare. In Italia l´unica organizzazione che ha caratteristiche simili è il Fismic, l´ex sindacato giallo della Fiat, non a caso l´unico che ieri era pronto a sottoscrivere senza indugi l´accordo con il Lingotto. E non per caso ieri mattina Roberto Di Maulo, il Bob King italiano, dichiarava: «Con la scelta di non firmare per salvare il contratto nazionale, Fim e Uilm si assumono una grave responsabilità». Perché Marchionne ha scelto una linea che premia solo Il Fismic e l´ala più radicale della Fiom mettendo in difficoltà tutti coloro che stanno in mezzo e in queste settimane hanno tentato una mediazione? Forse perché non ha alternative dovendo spiegare al Tesoro americano che vale la pena investire 500 milioni a Torino in una fabbrica normalizzata e senza conflitti. O forse perché, temevano ieri i vertici nazionali dei sindacati confederali, la Fiat si prepara, dopo lo spin off di gennaio, a cercare acquirenti o soci per le newco. Sapendo che se un´azienda non applica il contratto nazionale italiano può applicare quello di un altro paese europeo. Sembra un paradosso ma c´è già chi teme in futuro un contratto polacco a Pomigliano.