Ernesto Assante, la Repubblica 4/12/2010, 4 dicembre 2010
Basta con la televisione che urla: «Abbassate il volume degli spot» - Le televisioni hanno, da molti anni, una pessima abitudine, quella di far salire il volume delle loro trasmissioni quando va in onda uno spot pubblicitario o il promo di un programma
Basta con la televisione che urla: «Abbassate il volume degli spot» - Le televisioni hanno, da molti anni, una pessima abitudine, quella di far salire il volume delle loro trasmissioni quando va in onda uno spot pubblicitario o il promo di un programma. Ma c´è chi dice no. Il Congresso americano ha approvato una legge che, se il presidente Obama la firmerà, vieterà alle televisioni di alzare il volume durante la pubblicità. Il Commercial advertisement loudness mitigation act, già approvato anche dal Senato, «porterà sollievo a milioni di telespettatori in tutto il paese», ha sottolineato il deputato Anna Eshoo, che ha presentato la proposta e ha combattuto tre anni per la sua definitiva approvazione, «ma il problema esiste da 50 anni, da quando i pubblicitari si sono resi conto che la gente si spostava dalla tv quando arrivavano gli spot». Le tv avranno un anno di tempo per adeguarsi tecnologicamente e regolare i propri livelli sonori. In Italia la legge anti-inquinamento sonoro della pubblicità esiste in realtà da vent´anni, da quando una normativa del 1995, la legge quadro sull´inquinamento acustico, modificava l´articolo 8 di una legge precedente, la 223 del 1990, che prevedeva il divieto, da parte della concessionaria pubblica e dei concessionari privati per la radiodiffusione sonora e televisiva, di trasmettere sigle e messaggi pubblicitari con potenza sonora superiore a quella ordinaria dei programmi. Ma, come ognuno di noi prova con le proprie orecchie ogni sera, guardando qualsiasi canale televisivo italiano, la legge è stata finora ampiamente disattesa. «Le radiotelevisioni dispongono di un accorgimento tecnico per aumentare artificialmente il volume degli spot pubblicitari, delle televendite e anche degli annunci dei telegiornali, senza che l´utente alzi il volume del televisore», dicono all´Unione nazionale consumatori, che da tempo ha segnalato le infrazioni. «Nella maggioranza dei casi il livello sonoro dei messaggi pubblicitari è superiore a quello del resto dei programmi e questo sia sulla base delle rilevazioni strumentali sia sulla base della percezione soggettiva dei rilevatori. Addirittura l´83 per cento dei messaggi ha presentato un livello sonoro superiore a quello del programma in cui erano inseriti». Perché questo ritardo nell´applicazione della legge? Perché, nonostante l´Agcom avesse già deliberato più volte su questa materia, mancavano gli adeguati parametri tecnici e le metodologie di rilevamento che sono stati oggetto di un´ulteriore delibera nel 2009. Il volume può salire solo del 15 per cento, pari a 0,6 decibel, una differenza talmente piccola da non essere sostanzialmente avvertibile, il che riporterebbe tutti i volumi alla normalità, sia durante i programmi, sia durante la pubblicità. Fino al 2006 non era così in 83 casi su cento, ma secondo l´Agcom i casi oggi sono «episodici». La percezione dei telespettatori è che l´aumento di volume continui in maniera sistematica e infatti online si è diffusa, negli ultimi mesi, una petizione per chiedere il rispetto della legge. Ora infatti la "moratoria" è finita e le emittenti devono mettersi finalmente in regola. Chissà se dopo l´esempio americano le cose, finalmente, cambieranno anche da noi.