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 2010  dicembre 04 Sabato calendario

Tra politica e tradimento sta per cominciare la lotteria dei congiurati - «Giuro che è meglio essere tradito - dice Otello - che saperlo e non saperlo»

Tra politica e tradimento sta per cominciare la lotteria dei congiurati - «Giuro che è meglio essere tradito - dice Otello - che saperlo e non saperlo». Pare ingiusto scomodare Shakespeare per il calciomercato di Montecitorio, come pure sui bocconcini piccanti serviti da WikiLeaks a proposito degli amici che vanno in giro a sparlare di Berlusconi, poi costringendolo a fare il classico buon viso a cattivo gioco. Ma lo stato d´animo del Cavaliere, quando gli capita di guardare negli occhi qualcuno dei suoi, non deve essere poi così distante dall´incertezza che affliggeva il Moro di Venezia. Non si fa che parlare di tradimento, infatti. Parola quant´altre mai povera e ambigua, eppure tale da risuonare irresistibile nel cuore del potere. Ordalia e gioco di società. Chi ha tradito, chi sta per farlo, chi tradirà. Si spiano le mosse dei possibili disertori, defezionisti, voltagabbana, ribaltonisti, infedeli, transfughi, apostati, felloni, è impressionante, ma anche sintomatica l´abbondanza di termini che la lingua italiana offre alla bisogna. Ma sulla vittima designata non ci sono dubbi. Berlusconi cavalca la sua stessa condizione, pur limitandola alla frode di Fini. Il messaggio è semplificato con assonanza di rinforzo: Futuro e libertà uguale «Tradimento e slealtà». L´altra settimana, in un´allocuzione ai Promotori della Brambilla, ha replicato in modo apocalittico: «Chi non voterà la fiducia sarà marchiato per tutta la vita di tradimento e slealtà». «Per tutta la vita» è la classica sparata da comiziaccio. Se non la storia, almeno l´esperienza consigliano di andarci cauti. Il Cavaliere oltretutto ha già recitato questa parte. Nel dicembre del 1994 lo mollò Bossi e allora nell´aula di Montecitorio lo chiamò Giuda, e «personalità quadrupla», che già era più grazioso, arrivando a rinfacciargli - ed era per lui il massimo dello sdegno - il voto che gli aveva dato mamma Rosa. Per inciso: dai banchi di An, cioè del partito di Fini, quel giorno sventolarono un telo bianco con su scritto «Bossi Giuda». Poi si è visto. Così vanno le cose in quel mondo. Del resto, la pratica è antica e suggestiva, dall´Antenora dantesca (traditori della patria e del partito confitti nel ghiaccio fino alla testa) fino al Rigoletto: «Cortigiani, vil razza dannata,/ per qual prezzo vendeste il mio bene?». In politica meglio non scaldarsi troppo: un bel giorno si passa da notaio e i traditori tornano alleati. «Di ferro», per giunta: e chi si scandalizza è un povero fesso. Tutt´altra questione, al netto di Fini, ma assai più logorante e pericolosa per Berlusconi, è il tradimento potenziale, il voltafaccia in fieri, cioè l´amico ambizioso, il ministro spregiudicato, il ciambellano ingrato, il dignitario, il servitore, la favorita o l´ex favorita che tengono il coltello nel cassetto, o in tasca, o nella borsetta, e per mille motivi aspettano l´occasione buona e si preparano a usarlo. Qualcosa del genere, in tal senso, il premier ha già sperimentato. Si pensi all´avvocato Dotti, e soprattutto alla sua compagna Stefania Ariosto che rese magnifiche foto e rimarchevoli deposizioni su certe abitudini in voga nell´ambiente, dalle parti di Previti. Nutrito è poi l´elenco di quelli che si sono chiamati fuori dall´ambito berlusconiano o hanno scelto, come dicono gli inglesi, una differente lealtà: dall´ex presidente del Senato Scognamiglio all´indimenticabile Filippo Mancuso. Ma stavolta è diverso, stavolta per il Cavaliere è molto, ma molto peggio. Come succede a teatro, si tratta di un esito non solo ampiamente previsto, ma singolarmente ricco di suggestioni. Quando non è il 25 luglio (vedi due puntate sul Foglio), sono le Idi di marzo, sia pure stimolate dagli imbroglioni della P3 che nei loro intrighi avevano ribattezzato il premier «Cesare» - di qui l´amichevole consiglio di Casini: «Silvio cerchi Bruto nella sua cerchia». Quando non è la fine di Craxi, ecco che sono gli ultimi giorni di Salò (il direttore di Libero Sallusti, con anche ricordi famigliari esposti al Fatto). Alla lotteria del tradimento i biglietti sono in vendita da almeno cinque mesi. Ci sono Wiki-Letta e Wiki-Pisanu; c´è «Giulio o Giuda?», insomma Tremonti; ci sono i ministri ritenuti tiepidi dal fondamentalista Stracquadanio, cioè Frattini e la Gelmini; c´è «la signora Carfagna», che poi ha fatto marcia indietro. Ma per tutti e per altri ancora, di questi tempi, non si sa mai.