ENRICO FRANCESCHINI , la Repubblica 3/12/2010, 3 dicembre 2010
GRAN BRETAGNA ANCORA AI LORD POSSIEDONO METÀ DEL PAESE
Si dice che le terre di proprietà di Richard Scott, dodicesimo duca di Buccleuch e di Queensberry, uno degli uomini più ricchi del regno, siano così estese da rendere teoricamente possibile attraversare l´intera Gran Bretagna senza mai uscire dai suoi possedimenti. È un´esagerazione, probabilmente, ma rispecchia fino a che punto la vecchia aristocrazia terriera mantiene i privilegi e le prerogative del passato. Secondo un rapporto pubblicato di recente a Londra, infatti, un gruppo di appena 1.200 famiglie di sangue blu controlla un terzo del territorio nazionale: quasi 90 mila chilometri quadrati di latifondi e zone agricole. L´equivalente, grosso modo, dell´intera Italia del nord in mano a poco più di mille persone.
Compilato dal sociologo Kevin Cahill in dieci anni di ricerche, intitolato "Chi possiede la Gran Bretagna?" e pubblicato dalla rivista Country Life, il documento lascia stupefatti coloro che vedono il Regno Unito come uno dei paesi più moderni, avanzati e multietnici d´Europa, trasformato dalle riforme della Thatcher e di Blair, irriconoscibile rispetto all´epoca delle marcate differenze di classe. «Invece la sorpresa è che in cent´anni la situazione non è molto cambiata», commenta l´autore del rapporto. «Una piccola minoranza continua a possedere un immenso ammontare di territorio. Per i ricchi, in particolare per gli aristocratici, avere la terra resta importante come un secolo fa o più. L´unica differenza sembra essere che nel 1910 i gentiluomini di campagna finanziavano le città, mentre oggi sono i gentiluomini di città a finanziare le campagne. Ma sostanzialmente si tratta sempre degli stessi gentiluomini o dei loro discendenti».
Le cifre non lasciano dubbi. I dieci più grandi latifondisti controllano, tutti insieme, 4 mila chilometri quadrati di terre, un territorio grande più o meno come la regione italiana del Molise. I 1.200 più grandi possiedono un terzo delle terre nazionali. E 36 mila persone, tra cui molti lord, conti e duchi, hanno addirittura il 50 per cento delle proprietà: metà della Gran Bretagna in mano allo 0,6 per cento della popolazione. Una diseguaglianza senza confronti, afferma il rapporto, con altri paesi europei. Il più grande proprietario terriero britannico, Richard Scott, 56 anni, duca di Buccleuch, 345esimo uomo più ricco del Regno Unito in base alla graduatoria annuale del Times, ha ereditato il titolo nobiliare e le terre tre anni or sono, alla morte del padre. I più belli dei suoi possedimenti sono Queensberry, Dumfries e Galloway, che contengono Drumlanrig, il magnifico castello del XVII secolo in cui il duca vive con la famiglia. Mille persone risiedono sui territori del duca, di cui 489 suoi servitori a tempo pieno; altri 78 lavorano per lui soltanto in estate. Il valore delle sue terre è stimato in un miliardo di sterline, circa 1 miliardo e 200 milioni di euro, inclusa una formidabile collezione d´arte: comprende un quadro di Leonardo da Vinci che vale da solo 50 milioni di sterline.
Il principe Carlo, con il suo ducato di Cornovaglia, la regina Elisabetta e il duca di Westminster sono tra gli altri maggiori latifondisti del regno. L´immagine dell´aristocratico inglese che vive in un castello, circondato da boschi, laghi e terre, con centinaia di servi, non è dunque del tutto obsoleta. Proprio nei giorni scorsi qui si è conclusa una miniserie televisiva, «Downton Abbey», che ha fatto record d´ascolti mostrando le vite separate, «upstairs, downstairs», delle magioni nobiliari nell´Inghilterra del primo Novecento. Ora le tengono come seconde case, ne adibiscono una parte a bed&breakfast, ma continuano a tenersi ben stretta la terra. «Cambiare tutto per non cambiare niente», commenterebbe il Gattopardo.