ANDREA GRECO, la Repubblica 3/12/2010, 3 dicembre 2010
ENI NEGA LO SCANDALO GAS "SONO TUTTE BANALITÀ" - MILANO
Troncare, sopire. Chi occupa gli snodi che articolano la grande amicizia italo-russa reagisce nel modo più paludato ai dispacci pubblicati da Wikileaks. Così Valentino Valentini, definito dall´ex ambasciatore Usa Ronald Spogli «l´uomo chiave di Berlusconi in Russia». Così Paolo Scaroni, amministratore delegato dell´Eni che con questi rapporti d´amicizia e affari deve farci i conti essendo il Cane a sei zampe cliente da mezzo secolo dei russi, e primo operatore italiano a Mosca.
Il manager vicentino ha ribadito il suo aplomb per quelli che ai piani alti dell´Eni sono considerati – siano fatti concreti o rumors – non più che banalità da anni note nell´ambiente. «Ma figuratevi se parlo di queste cose, non esiste proprio», ha detto ieri Scaroni. Nei dispacci pubblicati dal sito di Julian Assange, c´è anche un riferimento all´intervento di Berlusconi nel negoziato per rivendere a Gazprom il 20% di Gazpromneft in mano all´Eni. Un´operazione criticata all´epoca, per il suo sapore di "portage", che tra le proteste internazionali contribuì a far finire al braccio energetico del Cremlino gli asset della privatizzata Yukos di Mikhail Khodorkovsky (dal 2003 e tuttora nelle patrie galere, per evasione fiscale). Eni non ha fatto commenti all´aiutino del governo, ma nelle retrovie chi ha più memoria ricorda che diverse volte, in mezzo secolo, i governi di turno hanno usato i loro uffici perché il gruppo potesse operare al meglio sullo scacchiere energetico. Scaroni ha poi parlato del progetto South Stream, gasdotto sotto il Mar Nero che Gazprom vuole fortemente per disintermediare l´Ucraina dal tracciato dei tubi verso l´Europa. Eni ha un ruolo paritetico nel consorzio, che investirà 15 miliardi di dollari in un´ambizione d´acciaio finora più voluta da Putin e Berlusconi, che non dagli ingegneri italiani. «Ci vorranno almeno 6-7 mesi ancora per arrivare a definire le caratteristiche tecniche dell´opera», ha detto Scaroni, rassicurando sui costi: «Non sono lievitati».
Più netta la posizione di Valentini, il compagno di viaggio inseparabile di Berlusconi a Mosca. «Al di là di alcuni titoli maliziosi, sono chiacchiere di corridoio della politica e diplomazia, informazioni parziali e inesatte elevate al rango di notizie riservate. Sui rapporti Italia-Russia non c´è nulla di misterioso, come ho argomentato più volte direttamente a Spogli. L´ambasciatore omette che nel precedente governo Berlusconi ho ricoperto l´incarico di tutor delle imprese italiane in Russia ed è noto che io abbia buoni rapporti e amicizie nel paese». Il deputato del Pdl divenuto in pochi anni intimo del Cavaliere, anzi, rilancia e accusa: «Traspare il tentativo di mettere assieme elementi privi di sostanza per giustificare una precisa strategia: quella di indirizzare la politica energetica di un paese "amico"».