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 2010  dicembre 04 Sabato calendario

ATAC, IL COLLOCAMENTO DI ALEMANNO PER EX TERRORISTI NERI, PARENTI E CUBISTE


A.A.A. cercasi dirigente municipalizzata del comune di Roma per assunzione a tempo indeterminato. No concorso pubblico. Richiesta esperienza di terrorismo, meglio se tra movimenti dell’ultradestra extraparlamentare. Inviare curriculum presso la Sala Giulio Cesare, piazza del Campidoglio. Astenersi sconosciuti e perditempo.
Dopo le ultime rivelazioni sulla parentopoli che ha coinvolto la società del trasporto pubblico romano, la giunta guidata da Gianni Alemanno assomiglia sempre di più a un’agenzia per il collocamento. Specializzata nel reinserimento di chi ha un passato difficile, magari da neofascista. Un anno fa il sindaco aveva già avuto il suo bel daffare per giustificare la nomina dell’ex naziskin Stefano Andrini alla guida di Ama Servizi ambientali (la società municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti). Adesso, mentre cresce l’imbarazzo, è costretto a fare i conti con l’affaire Atac.
Tra gli oltre ottocento nuovi assunti per chiamata diretta - rigorosamente a tempo indeterminato - ci sarebbero alcuni personaggi dal passato oscuro. Meglio, nero. In particolare Francesco Bianco e Gianluca Ponzio, legati rispettivamente ai Nar e a Terza Posizione. «Due ex terroristi - spiega il responsabile giustizia del Pd, Andrea Orlando - già arrestati, accusati di gravi crimini, molto noti alle forze dell’ordine». Bianco, vicino al gruppo dei Nuclei Armati Rivoluzionari di Monteverde (quello dei fratelli Fioravanti) ha subito processi per omicidio e rapina e oggi lavora in una rimessa di autobus. Ponzio, capo del servizio relazioni industriali Atac, nel 1989 venne arrestato insieme all’ex Nar Antonio D’Inzillo mentre trasportava alla stazione Tiburtina uno zaino pieno di armi e munizioni.
La figura dell’imprenditore romano Gennaro Mokbel - già esponente dei Nar, l’anno scorso al centro di uno scandalo per riciclaggio e frode fiscale - è l’anello di congiunzione delle intricate vicende romane. Un personaggio legato tanto a D’Inzillo (nel 1992 la polizia arrestò il terrorista nell’abitazione di Mokbel) quanto a Stefano Andrini. Proprio con l’ex dirigente dell’Ama, il discusso l’imprenditore operò in stretto contatto nel 2008 per favorire la candidatura a Palazzo Madama del senatore Nicola Di Girolamo. Poi finito al centro dell’inchiesta sulla banda Mokbel. La linea di collegamento, però, rimane l’eversione nera degli anni Settanta e Ottanta. Andrini, ad esempio, vanta un passato da naziskin. E una condanna a quattro anni e otto mesi per il tentato omicidio di due giovani militanti di sinistra avvenuto nel 1989, fuori dal teatro Capranica di Roma.
L’ultima assunzione finita al centro delle polemiche è quella del capo servizio prevenzione e protezione dell’Atac, il giudice Giuseppe Renato Croce. Già membro della P2 di Licio Gelli. Più della massoneria deviata, però, per diventare dirigente dell’azienda che gestisce gli autobus della Capitale aiuta la militanza nei gruppi extraparlamentari. Ecco così che grazie al presunto interessamento di Vincenzo Piso - un passato da militante di Terza Posizione, oggi responsabile del Pdl per il Lazio - hanno trovato un impiego sicuro all’Atac tre ex consiglieri municipali. Tutti di provenienza An. Si tratta del dirigente Pietro Menicucci, già rappresentante di Alleanza Nazionale nel V municipio, di Pierluigi Sapia e Pierluigi Damia.
Una storia di favori, spesso giustificati da antichi legami politici. Ma, più banalmente, anche una tipica vicenda di malcostume italiano. A vantaggio di conoscenti, amici e parenti. Perché tra gli 854 nuovi assunti di Atac, non ci sono solo ex terroristi. L’intero settore del trasporto locale capitolino sembra essere stato affidato a un esercito di raccomandati. Dalla compagna del deputato Pdl Marco Marsilio, al fratello del delegato allo Sport della giunta Alemanno Alessandro Cochi (per dovere di cronaca specifichiamo che si tratta di un operaio con una busta paga inferiore ai mille euro mensili). Dal figlio dell’ex generale Antonino Torre (eletto in Campidoglio con una lista civica che sosteneva il sindaco) alla compagna del consigliere delegato all’emergenza abitativa Marco Visconti.
Terroristi, parenti, e non solo. Nessun legame di famiglia nell’assunzione che ha fatto più discutere. Quella della cubista Giulia Pellegrino. Per diventare segretaria del direttore industriale dell’azienda, Marco Coletti, le è bastato presentare un curriculum a base di calendari sexy e serate da “hostess” nei locali notturni della Capitale.