Roberto Miliacca, Italiaoggi 3/12/2010, 3 dicembre 2010
I MOBILI D’ORO DEI NUOVI PREFETTI
Tre nuove province, tre nuove prefetture. E pure tre nuovi appartamenti di rappresentanza per i prefetti, da arredare in maniera adeguata e senza badare a spese. Sì, perchè è più importante spendere per mettere bei mobili nell’appartamento e nella sala riunioni del capo della prefettura, piuttosto che per comprare i mobili degli uffici dei dipendenti delle nuove strutture periferiche dello Stato.
A leggere le tabelle allegate al decreto del governo istitutivo delle tre nuove prefetture di Monza e Brianza, Fermo e Barletta-Andra-Trani (Bat), pare essere proprio così.
In seguito alla creazione, nel 2004, delle tre nuove province, era infatti opportuno completare l’opera e realizzare anche tre nuove prefetture, o uffici territoriali del governo. Le amministrazioni locali delle tre province, infatti, dopo le elezioni di giugno del 2009, sono pienamente operative, e quindi occorreva individuare anche 3 prefetture. Il governo ci ha pensato lo scorso 24 settembre, varando un decreto, trasmesso al Senato per il parere, nel quale vengono indicati, euro per euro, tutti i costi che bisogerà sostenere per l’operazione prefetture.
Formalmente la normativa rispetta tutte le più rcenti regole della contabilità pubblica, e cioè che tutto si può fare purchè a costo zero. Infatti, in parte è così: il personale delle nuove prefetture viene messo a diposizione dal ministero dell’interno, come recita il decreto, senza determinare nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, e cioè trasferendo «le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente».
Peccato però che per aprire una nuova prefettura, bisogna trovare un locale, e soprattutto bisogna dare un ufficio, una sedia e una scrivania a tutti coloro che ci lavoreranno, compreso il prefetto, al quale bisogna anche trovare un appartamento da arredare in maniera adeguata.
E qui si scopre la vera anomalia del provvedimento, e cioè che gli arredi d’uffico per il personale delle nuove prefetture costano molto meno di quanto costi acquistare i mobili per l’alloggio del prefetto, per la sua sala riunioni e per tutte le suppellettili necessarie ad arredarli.
Complessivamente, si legge nel decreto, solo per arredare gli appartamenti dei tre nuovi prefetti (cosiddetto costo di primo impianto) lo Stato dovrà stanziare circa 1,4 milioni di euro. Il più costoso sarà l’appartamento che verrà messo a disposizione del futuro prefetto di Monza e Brianza: 543mila euro complessivi (480mila per mobili e 60 mila di suppellettili e 3mila di pulizie straordinarie). Per la casa del prefetto di Bat, invece, occorreranno 457mila euro, mentre per quello di Fermo ne basteranno soli 334 milaeuro, suppellettili comprese.
Impietoso il confronto che viene dalla lettura delle schede sui costi che lo Stato dovrà sostenere per il solo acquisto di nuovo mobilio per le tre nuove prefetture. Al netto delle risorse necessarie per l’acquisto di computer e di altri impianti e attrezzature necessari a far partire gli uffici provinciali, la mobilia costerà molto di meno di quanto necessario per gli appartamenti dei prefetti, nonostante sia utilizzata da un numero molto maggiore di persone: 273 mila euro per arredare la prefettura di Monza (quindi, quasi la metà di quanto previsto per l’alloggio del prefetto); 300 mila euro per la prefettura di Barletta-Andria-Trani (circa 150mila euro in meno di quanto previsto per la casa del prefetto); 236 mila euro per il mobilio di quella di Fermo (circa 100 mila euro in meno di quanto si dovrà da spendere per l’appartamento di rappresentanza).
Insomma, un’operazione, quello della nascita delle tre nuove province, che costerà in soldoni all’erario complessivamente circa 5,7 milioni il primo anno (2,2 mln per Monza, 1,7 mln per fermo e 1,9 per Bat) e poi 2,7 milioni circa complessivi, a regime, tra affitti, impianti, e stipendi per il personale, più o meno in missione. E meno male che bisognava tagliare.