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 2010  dicembre 09 Giovedì calendario

MARA CARFAGNA? MIO MARITO HA SCELTO ME


«Un marito in casa non lo trattieni. Se vuole andarsene, se ne va, soprattutto se ha un’altra che è più giovane ed è chiamata "la ministra più bella del mondo"».

Dunque, traduco: suo marito ha scelto e rimane a casa con lei.
«Traduco io: tutto quello che è stato scritto e detto su Mara Carfagna e mio marito Italo Bocchino lo devo prendere solo come un gossip. E, comunque, seppure il tradimento ci fosse stato, forse, mio marito ha fatto una scelta» (sorriso).

Gabriella Buontempo appare serena, determinata e persino divertita. Va letta così quest’intervista: immaginandosi questa donna minuta e curata seduta dietro la sua scrivania di produttrice, stretta nelle spalle come a proteggere una pena recente, ma decisa a parlare per difendere «quello a cui tiene di più»: la sua famiglia, e tuttavia con su sempre il mezzo sorriso di chi riesce a vedere il lato umoristico di tutta la faccenda. Ed è questa sua capacità la prima cosa che ti spiega, motivandola col fatto che ha avuto «due mamme»: una, la sua, Liliana, bella, elegante e da lei adorata; l’altra, zia Graziella Lonardi, mitica figura della vita culturale romana che la introdusse, bambina, all’arte e al cinema. Insomma, le due donne non andavano granché d’accordo ma erano accomunate dal trovare in ogni situazione il fronte divertente. E ha un che di Freudiano, nel senso di psicanalitico, che mentre Gabriella Buontempo lo racconta, spieghi anche che purtroppo i suoi hanno divorziato e che nell’adolescenza ne imputò la colpa alla madre, rea di non aver perdonato un’infedeltà del marito sfasciando di conseguenza 1’intera famiglia. Un rischio che la sua, di famiglia, non ha mai corso, assicura lei, nonostante i gossip insistenti di feeling proibito tra il suo Italo e la ministra delle Pari Opportunità, quella che sul Corriere della Sera del 20 novembre scorso era definita "la donna fatale del Berlusconismo", quella che già aveva fatto vacillare il matrimonio di Silvio Berlusconi causa il «se non fossi già sposato, ti sposerei» che innescò la nota "richiesta di pubbliche scuse" di Veronica Lario e in definitiva la miccia del divorzio. In questo stesso 20 novembre, "la donna fatale’ campeggiava ovunque in una foto scattata in aula, intenta a «ticchettare» con Bocchino, per dirla alla Mussolini, ovvero: a parlare fitto col falco Finiano, il nemico numero uno del Pdl, «Italo detto Bocchino» come tuonava Alessandra, urlando «vergogna, tradimento, vergogna» e altre amenità che contribuivano a far sì che Mara annunciasse le dimissioni dal partito, dal parlamento e dal governo. Boom.
Tutti a spettegolare che la sua era, in generale, una fuga politica verso Futuro e Libertà, e, in particolare, una fuga romantica e sentimentale verso il prode Bocchino. E se ufficialmente la Carfagna si dimetteva per contrasti sulla linea del partito nella sua Campania (più favorevole a Nicola Cosentino che a lei), nella prima puntata della telenovela i commenti dei notisti politici facevano prevalere le ragioni del cuore su quelle della monnezza e del potere napoletani.
Roba straziante da leggere, se sei la consorte presunta tradita, madre di due bambine, o il fidanzato presunto tradito, come è nel caso del bel Marco Mezzaroma che, stando all’anchorman di La7 Antonello Piroso, sposerà la ministra il 13 maggio prossimo. La decisione sarebbe stata presa mercoledì 24 novembre, giorno in cui la Carfagna, con curioso tempismo, fa pace con Berlusconi e fissa la data con Mezzaroma.
Il giorno dell’annuncio siamo nell’ufficio romano della Goodtime e della pimpante Gabriella Buontempo. Grande il via vai di assistenti, dovuto al lancio del Pezzo mancante, docufilm sulla famiglia Agnelli che ha aperto il Festival di Torino come evento speciale. In più, si lavora al cast e alle location di Anita, miniserie per Raiuno su Anita Garibaldi, e a Felice Mainiero miniserie per Sky sul boss della mala del Brenta. Ci sarebbe da parlare anche di questo, ma la donna tiene al lavoro e più ancora alla sua famiglia.

Da quanti anni state insieme, lei e Italo?
«Diciassette».
Quante volte siete stati sul punto di lasciarvi?
«Mai»
Quante volte lei si è chiesta se era il caso di lasciarlo?
«Mai»
E lui? Ha mai parlato di separarsi?
«Non mi sembra che me ne abbia mai dato il segno».
(Il mezzo sorriso sta sempre lì).
Vi conoscevate già quando Andy Warhol la ritrasse?
«No. L’ho conosciuto nel 1993. Il mio fu l`ultimo ritratto che Andy dipinse prima di morire, nel 1987».
Da Marilyn Monroe a Gabriella Buontempo?
«Andy era amico di mio padre, di mia zia, era di casa. Quando ho vissuto a New York, sono stata due settimane nella sua Factory. Fu allora che mi fece le Polaroid per realizzare il dipinto, che però finì quando io ero in Italia, così il suo erede chiese a mio padre una cifra esorbitante, nonostante fossimo d’accordo per scambiarlo con due tavolini Art Nouveau di Emile Gallé. Il quadro fu venduto ad altri, non l’ho mai visto, ma sempre cercato, sperando un giorno poter avere almeno una litografia».
Com’era la Polaroid finale?
«Andy era innamorato della mia bocca, che trovava molto sensuale. Mi ritrasse nuda, di schiena, semiavvolta in un lenzuolo bianco, i capelli nerissimi tirati dietro, la bocca rossa fuoco, gli occhi neri».
Era così fatale anche al primo incontro con Bocchino?
«No, ero uscita in jeans e scarpe da ginnastica. Un’amica mi aveva invitata a una cena dicendo che voleva presentarmi un giovane molto carino. Mi ritrovai accanto a questo ragazzetto che se vedeste le foto del matrimonio vi rendereste conto di come era...».
Perché, com’era?
«Un’altra persona, un altro taglio di capelli, un ragazzino. Era giornalista al Secolo e portavoce di Pinuccio Tatarella. Io pure ero piccola, già lavoravo con Lina Wertmüller, ma eravamo due bambini. Insomma, lui mi guarda e mi fa: “E tu da dove vieni?”. Io l’ho guardato e a istinto gli ho chiesto: "Tu hai mai letto il Piccolo Principe?". E lui: "No, mai". E io: "Allora ti racconto una storia". E gli ho raccontato quella della volpe, finché lui mi ha chiesto: "Allora tu cerchi qualcuno che sia in grado di addomesticarti?"».
E lei, sventurata, disse sì.
«Sì, perché vidi nei suoi occhi una luce che mi fece innamorare. Il nostro è stato il primo matrimonio fuori dalle regole ferree dell’Msi: si sposavano solo fra di loro».
Il Corriere titolò sulle "prime nozze tra fascisti e socialisti".
«Avevano più paura i suoi: paura che Italo restasse inquinato dal mio ambiente».
Lui non era ancora neanche deputato, lei invece era il radicai chic, i salotti bene, la prestigiosa residenza di Palazzo Taverna.
«Lui era un po’ spaventato da tutto questo. Abbiamo dimostrato con la nostra storia che il nostro è un amore che dura, abbiamo avuto due splendide figlie, abbiamo costruito un progetto».
Quando c’è stata la prima dichiarazione?
«Sempre la prima sera. Lui ha detto: "Tu sei la donna della mia vita e io ti voglio sposare"».
Ha pensato che era pazzo.
«No. Il giorno dopo, ho raggiunto la mia famiglia all’estero e lui educatamente per due settimane mi ha telefonato tutte le sere alla stessa ora. Al ritorno, si è trasferito a casa mia. A un anno dal primo incontro, ci siamo sposati».
Perché per raccontare questa grande storia d’amore è partita da quando se la prese con sua madre che divorziò per un’infedeltà?
«Non faccio paralleli. Lo raccontavo per spiegare il rapporto con mamma e zia, perché mia madre ancora si lamenta che da allora voglio più bene alla zia...».
Sua madre sbagliò a non perdonare?
«Giudicare è difficile. Mamma era giovane, bella, aveva quattro figli. Reagì con grande orgoglio. La donna con cui mio padre la tradì era una che lei considerava inferiore e brutta».
Peggio essere traditi con una donna inferiore e brutta o con una che consideriamo in parte meglio di noi?
«Il tradimento fa male comunque».
Soffre leggendo i giornali che ricamano su suo marito e la Carfagna?
«Ci ero abituata. Il pettegolezzo era già circolato».
Quindi?
«È gossip. Ripeto: un marito in casa non lo trattieni».
I gossip non sono per definizione falsi.
«No, però quanti risultano non veri? E comunque, se pure fosse, mio marito non se n’è andato» (sorriso).
Lei sembra persino divertita.
«Non è che sono una donna che non vuole guardare. Sono una donna che fondamentalmente si fida. Sono gelosissima, ma devo avere la prova provata. "La vajassata" non è da me».
Avrà voluto vederci chiaro.
«Mio marito sostiene che non c’è stata relazione. E io credo che, se ci fosse stata, più che un problema mio, sarebbe un problema della Carfagna».
In che senso?
«La ministra delle Pari Opportunità si è sempre eletta paladina "non sfascia-famiglie": se fosse stata con mio marito, sarebbe venuta meno ai suoi principi».
L’ha mai affrontata viso a viso?
«Con lei non ho rapporti».
Strano: era la pupilla di suo marito. Forse i gossip vi hanno condizionato dal condurre le presentazioni?
«Forse hanno condizionato Italo e lei, non me. Io sono andata un’unica volta, credo, a una sua cena di compleanno».
Come ha giudicato le sue paventate dimissioni?

«Noto solo quanto sia poco indipendente: ha sempre bisogno dell’ombrello di
un uomo che la protegga, che si chiami Berlusconi o che si chiami Bocchino. Questo non fa parte del mio stile: io ho sempre condotto la mia vita andando avanti e anche pagando, attaccata sui giornali per via di mio marito».
Sono stati criticati i suoi appalti in Rai e i finanziamenti pubblici per i suoi film.
«Io non ho chiesto una raccomandazione neanche quando Tatarella era ministro delle Telecomunicazioni o quando lo era Maurizio Gasparri, che all’epoca era grande amico di Italo».
Suo marito ha mai paura che sia lei a mollarlo per un altro?
«È campano come me, del Sud, ma non è geloso. Sostiene che la gelosia dimostri fragilità, invece per me è il sale dell’amore, io sono gelosissima».
E da "gelosissima" come ha sopportato? Non controllava i messaggi, spiava?
«No, non è da me. Però, se avessi la prova provata, farei le valigie e me ne andrei. Italo lo sa».
Oggi scopriamo che la Carfagna ha fatto pace con Berlusconi e che si sposerà il 13 maggio. (Sorrisone) «Bene. Vuol dire che è felice e contenta».
È stato un gesto forte fissare le nozze proprio oggi.
«Vediamo, se si sposano...» (ridacchia). «Perché lo annunciano proprio oggi? Vediamo se è vero. È un problema di Mezzaroma, sa?».
In che senso?
«Mezzaroma sta con la Carfagna da tre anni?».
Sì. Quindi?
«Anche con mio marito ci starebbe da tre anni! Quindi, chi ha un problema è, al limite, Mezzaroma».
Si vede che pure lui non ha la prova provata.
«Allora, è un dubbio che ci accomuna» (sorriso).
Nel 2008 si parlò di presunte intercettazioni piccanti tra la Carfagna e il premier. Lei credette all’esistenza di quelle conversazioni?
«A me sembra così strano che una che fa la soubrette scopra la passione per la politica, venga catapultata in Parlamento, diventi subito ministra...».
Suo marito ha le sue responsabilità: l’ha aiutata a prendere 55 mila voti in Campania e ora la Carfagna si dice regina delle preferenze.
«Lo dice, però si scorda che gliele ha procurate Italo e che lei era - per somma algebrica - seconda dietro a tre uomini, considerando che in Campania vige la Legge Regionale che consente di esprimere doppia preferenza a patto di votare per una donna» (sorriso serafico).
Lei quanto segue la vita politica di suo marito?
«Così come lui non si occupa delle mie cose di cinema, io non mi occupo delle sue di politica, è un patto siglato 17 anni fa».
Lui sembra divertirsi molto a piantare tempeste.
«La politica lo diverte parecchio».
Anche quando gli puntano contro i cannoni?
«La politica è la sua vita, il suo pane quotidiano. Reagisce con carattere. Mi piace anche per questo».
Perché questa intervista non la fa con lei?
«Perché l’ha già fatta due anni fa, proprio su Novella. Titolo: "Amo mia moglie, non la Carfagna"».
Mi scusi se insisto: perché di Carfagna e Mezzaroma lei dice «vediamo se si sposano»?
«Vediamo. Sono tre anni che lo annunciano».
Però non avevano fissato la data...
(Sorrisone) «Bah... Di venerdì io non mi sposerei...».
"Di venere e di marte non si inizia e non si parte"?
«Appunto. Io, da napoletana scaramantica...».
Anche la Carfagna è quasi napoletana. Insomma, è salernitana.
«Appunto. Ma sa perché questi gossip non mi hanno turbata più di tanto?».
No. Perché?
«Perché due anni e mezzo fa è mancato mio fratello, dopo una malattia, la sclerosi, che lo ha maltrattato per 15 anni. Avevo da smaltire questo grande dolore, si figuri se mi preoccupavo dei gossip sulla Carfagna... E poi, se mai fosse: si immagini che pena una donna che ruba il marito a un’altra approfittando della perdita di un fratello!».

Il mezzo sorriso c’è sempre, anche ora che si vira sull’umorismo noir. Siamo ai saluti, già in piedi. La Buontempo si ferma, sorride sbadatamente: «Ah, avrà notato anche lei che la Carfagna annuncia le nozze nel giorno in cui ha perso... È tornata da Berlusconi senza avere nulla di quanto chiesto. Non ha vinto. Ha perso. E lo stesso giorno annuncia le nozze. Che coincidenza, no?».