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 2010  dicembre 03 Venerdì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “FRUTTERO, CARLO”


Calvino era privo di aggressività. Negli ultimi anni era notissimo, e veniva spesso attaccato. Lui non faceva altro che giustificare i suoi nemici. Anche Carlo Fruttero, un altro grande amico e uno degli uomini più buoni che abbia conosciuto, è così. (PietroCitati) (Panorama 06/10/2005, pag.259 Manuela Grassi)

Dice il grande vecchio Carlo Fruttero: "Tutti i giovani che incontro dicono di me ’lucido, lucidissimo’ e vogliono dire poveretto, connette ancora". (L’Espresso 22/02/2007, pag.15 Giorgio Bocca)

Con la sua “testa di ottuagenario inconsapevole, incolpevole”, Carlo Fruttero tracciava un bilancio, diciamo così, toponomastico, dei suoi anni, a premessa delle sue “memorie retribuite” pubblicate con il titolo di “Mutandine di chiffon” (Mondadori). E dunque case e scuole, palazzi e strade, uffici e città. “Tanti passi in tanti diversi quartieri, tanti marciapiedi e portici e incroci, tante vetrine, tante fermate d’autobus, tanti androni sbirciati, tante finestre lontane misteriose, o vicine, fredde contro il naso: e alla fine sei servito, avrai meritato il marchio funesto di ‘memoria storica’, di ‘punto di riferimento’. Cos’è più che diceva quel pastore errante al ginnasio?”. Ha poi confidato, nei giorni in cui usciva il suo libro: “A un certo punto devi adattarti a quello che è accaduto. La vecchiaia è un aggiustamento continuo con cacciavite e chiave inglese”. (…) Così, quando Fruttero si trovò intervistato da Fabio Fazio – con quella faccia da vecchio con gran nasone, vecchio quasi come in un fumetto, e il bastone a cui appoggiarsi – prima correttamente convenne, poi ironicamente rivendicò: “Certo, vecchietto sono. Ma da voi lì a ‘Che tempo che fa’ c’era un vecchietto con i capelli lunghi, parlava sciolto, ma insomma… vecchio non poco… Era Camilleri. Alla fine, stavo lì con mia figlia, le ho chiesto: ‘Chi ha l’aria da vecchietto, Camilleri o io?’. Lei ci ha pensato un momento, poi ha fatto l’obiettiva: ‘Mah, stiamo lì…’. Ma non si può dire ‘stiamo lì’ al padre! Verso il padre bisogna essere faziosi, dire: ‘Dimostri vent’anni di meno!”. (Stefano Di Michele, Il Foglio 25/11/2010)