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 2010  dicembre 03 Venerdì calendario

IN AUTOSTRADA CANTIERI APERTI


Il Piano per il Sud annunciato dal governo non ha scongiu­rato il rischio di trovarsi da­vanti all’enorme incompiuta del­l’A3. Secondo il presidente dell’A­nas, Pietro Ciucci, la Salerno-Reg­gio Calabria è «il cantiere più lun­go d’Italia»: 443 chilometri di au­tostrada da ricostruire mentre vi transitano, in media, più di due­mila veicoli ogni ora e circa tre­mila Tir al giorno. Un’impresa complicatissima per la quale fi­nora sono già stati investiti 7 mi­liardi e 360 milioni. Ma il proble­ma, adesso, è che di miliardi, per ultimare i lavori, ne mancano an­cora due e mezzo, con 60 chilo­metri da completare, come mer­coledì ha ribadito Ciucci in un’au­dizione alla commissione Lavori pubblici del Senato. Lo avevano an­nunciato in una conferenza stampa a metà ottobre, il presi­dente Ciucci e il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli, ma dopo la pre­sentazione del Piano per il Sud la situazione è rimasta identi­ca, perché i sol­di inseriti alla voce ’grandi opere’ sono quelli che l’Anas già conteggiava per co­prire i lotti appena appaltati o quelli per i quali è in corso l’asse­gnazione dei lavori. Degli altri, che servono per colmare i vuoti tra un cantiere e l’altro, non c’è traccia nelle casse pubbliche, anche se, come ha spiegato Matteoli, «l’A3 resta una priorità, e la realizzere­mo ». Un’affermazione che però è so­vrapponibile a quella che pro­nunciò quattro anni fa un espo­nente del governo Prodi, il sotto­segretario Tommaso Casillo, an­nunciando l’ennesimo investi­mento: «Entro il 2011 completere­mo l’autostrada Salerno-Reggio Calabria, mettendo la parola fine a questa grande incompiuta», dis­se. In quello stesso giorno Ciucci confermava che in aggiunta ai sei miliardi già messi a disposizione in precedenza, nella legge Finan­ziaria 2007 erano state reperite «le ulteriori risorse necessarie, pari a circa 2,5 miliardi di euro, che con­sentiranno di completare i restanti lotti dell’autostrada A3». All’epoca, quindi, la spesa totale veniva sti­mata in 8,5 miliardi. Ora si è arri­vati a poco meno di dieci.

Se non ci saranno ulteriori rialzi ogni chilometro sarà costato 22 milioni: il leghista Roberto Castel­li, viceministro alle Infrastrutture, fa notare che si tratta di una cifra «inferiore ad esempio a quanto impiegato per il passante di Me­stre, per cui si sono spesi circa 30,5 milioni di euro al chilometro». Ma le somme si dovranno tirare quan­do chiuderanno i cantieri perché, se negli ultimi quattro anni l’asti­cella finanziaria si è alzata di 1,5 miliardi, dalla vigilia dell’inizio dei lavori l’impennata è stata molto più consistente.

Era il 2000 e si ragionava ancora in lire quando Nerio Nesi, mini­stro del governo Amato, annunciò che nel Dpef la Salerno-Reggio Ca­labria sarebbe rientrata in un pac­chetto di otto infrastrutture tra cui appunto la variante di Mestre e la statale 106 Jonica: costo comples­sivo delle opere, tradotto in euro, poco meno di 13 miliardi. Dieci anni dopo, tre quarti di quell’im­porto lo sta assorbendo solo l’A3. E secondo la relazione 2009 della Corte dei Conti sull’Anas, in nove anni l’onere dei lavori è aumenta­to del 205% anche perché, sotto­lineano i magistrati contabili, mentre i cantieri andavano avan­ti si è deciso di aumentare la par­te del nuovo tracciato che si sco­stava dall’originario, rendendo quindi necessari nuovi viadotti e gallerie.

Ma non è stata sballata solo la pre­visione economica: «Per ora – af­fermò sempre nel 2000 Nerio Ne­si – l’unica data certa è quella del 2005 in cui è previsto il completa­mento dei lavori della Salerno-Reggio». Due anni dopo, un altro ministro delle Infrastrutture, Pie­tro Lunardi, aveva già ripiegato sul 2006, mentre Silvio Berlusconi nel 2005 chiese pazienza fino al 2009. Un anno dopo quella scadenza, è stata ricostruita poco meno di metà dell’A3 e ora Matteoli e Ciuc­ci ammettono che ci vorrà la fine del 2013 per vedere ultimati i trat­ti su cui oggi sono in corso lavori e appalti, con i quali si arriverà a completare l’86% del tracciato. Re­steranno poi altri 60 chilometri, quelli per i quali non ci sono fon­di disponibili e sui quali, quindi, non è possibile fare previsioni: si tratta di porzioni complicate come quella tra Pizzo Calabro e Sant’O­nofrio che è composta quasi per intero da viadotti. Gli automobili­sti, a questo punto, non san­no se sia meglio augurarsi che quei nuovi can­tieri non venga­no mai aperti: sono angosciati da otto anni di viaggi su un’au­tostrada a cor­sia unica, dove le vetture sono costrette a fare slalom tra una carreggiata e l’altra, senza nessu­na protezione da eventuali sban­date di auto o mezzi pesanti che arrivano in direzione opposta. An­che adesso, percorrendo l’A3, si viaggia per circa 120 chilometri tra operai e scavatori, con la consa­pevolezza che se si finisce dietro a un Tir si è costretti a procedere a 40 all’ora anche per trenta chilo­metri di seguito. L’unica consola­zione, se si sta scendendo da Ba­gnara a Reggio, è che nelle gior­nate serene c’è tutto il tempo di godersi un panorama mozzafiato.