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 2010  dicembre 03 Venerdì calendario

ITALIA, EMERGENZA MEDICI. IN PENSIONE 4 SU 10


L’ Italia, come la Gran Bretagna, la Germania e la Danimarca, rischia di doversi affidare entro i prossimi quindici anni ai medici di importazione. «Tra il 2020 e il 2025 andranno in pensione 115 mila dottori che oggi hanno fra i 51 e i 59 anni», annuncia il presidente della Federazione degli Ordini dei medici, Amedeo Bianco. Una spada di Damocle sulla Sanità: significa 38 medici su cento in meno in tutto il nostro Paese, nessuna regione esclusa. Più che in ospedale, l’emergenza sarà sul territorio, se le Università non accoglieranno da subito un maggior numero di specializzandi, cancellando o almeno rivedendo il numero chiuso. Ma anche negli ospedali pubblici - dove già oggi i ricorre spesso ai gettonisti - le prospettive sono allarmanti.

Più pensioni che lauree. A lasciare il camice bianco sarà il 62 per cento del medici di famiglia e il 58 per cento dei pediatri di libera scelta. Alta - il 48 per cento - anche la proporzione dei dipendenti del servizio sanitario nazionale che potrebbero andarsene senza essere rimpiazzati. In pensione anche il 55 per cento degli specialisti convenzionati interni.

Nel Paese dove la vocazione non manca e dove ogni anno si reinfiammano le polemiche sullo sbarramento alle Facoltà, il «tetto» che limita il numero di iscritti è a questo punto «una selezione eccessiva, inaccettabile». Qualcosa si sta già muovendo: «Da un lato - spiega il presidente Bianco - per far fronte a questa emergenza formativa si è ottenuto un aumento del 10 per cento dei posti ai corsi di laurea in medicina», ma dall’altro «riteniamo ormai improrogabile lavorare sulla formazione per avere un medico di qualità, capace di rispondere ai bisogni e alle esigenze della società». I medici del futuro, oltre ad esserci, «dovranno studiare e avere un bagaglio di conoscenze sull’etica, la bioetica, l’antropologia e la sociologia». E dovranno essere «multiculturali, cioè capire le diverse conoscenze e culture dei pazienti stranieri, che sono sempre più numerosi sul nostro territorio».

L’allarme dei medici è un preciso appello al Governo: «Riformare l’università e allargare l’offerta formativa senza adeguate risorse, come vuole fare ora la riforma in discussione al Parlamento - dice Bianco - è piuttosto contraddittorio. E’ vero, ci sono elementi del sistema universitario che vanno razionalizzati. Ma la percezione è che non si stia andando verso una razionalizzazione, ma verso un razionamento».