Valeria Chianese, Avvenire pag. 14 01/12/2010, 1 dicembre 2010
LA DIETA «PER GIOCO» CHE FA PERDERE PESO
Kaledo è un gioco e insegna a mangiare buono e giusto per essere belli e sani, aspirazione di tutti, ma da pochi raggiunta. Essendo una cosa seria si basa sui numeri: nel 2020 i bambini e non solo loro, saranno obesi.
Lo rammenta Salvatore Amaro, medico diabetologo e nutrizionista, ideatore di Kaledo nonché presidente dell’omonima associazione. E in Campania, patria della dieta mediterranea, si registra la percentuale più alta di bambini soprappeso in età dagli otto ai sedici anni. Solo a Napoli si supera il cinquanta per cento.
Un dato dovuto sia alla scarsità di strutture sportive che alla povertà diffusa che non consente l’acquisto di cibi di qualità. Non è un caso quindi che l’ispirazione di un approccio diverso all’alimentazione, soprattutto da parte dei più piccoli, sia di un medico napoletano e dello staff di ricercatori campani guidati da Bruno De Luca, professore ordinario di Fisiologia Umana presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università del capoluogo campano. Il senso e la finalità del gioco sono racchiusi nel nome stesso.
Kaledo unisce infatti due parole del greco antico che significano bello e mangio e a battezzare così gioco e associazione è stato don Salvatore Coppola, socio onorario di Kaledo, parroco di Santa Maria delle Grazie a Porchiano, quartiere Ponticelli, nella frontiera orientale della periferia napoletana. «Per gli antichi greci - spiega - bene e bello erano sinonimi e quindi essere belli significava anche essere sani». Quindi niente merendine e snack, niente patatine e barrette dolci tanto pericolosi per il peso, e per la salute. L’idea è scaturita da un evento luttuoso: la morte nel maggio del 2001 della sorella afflitta da obesità. Nel febbraio dell’anno successivo il dottor Amaro decise di fare qualcosa per aumentare le conoscenze sull’alimentazione partendo però dai bambini, i più a rischio. Il gioco è sembrata la forma più corretta e il successo e i risultati ottenuti lo confermano: i giocatori normalizzano il peso. Al primo torneo di Kaledo hanno partecipato tremila e cento bambini di trenta scuole campane. Una dimostrazione, accompagnata da uno studio specifico, che sarà portata al congresso sull’obesità infantile che si terrà a maggio 2011 in Turchia, a Istanbul. Con Kaledo Salvatore Amaro ha inteso coniugare, precisa, «le tre esse: salute, superfluo, solidarietà».
L’associazione si ispira all’appello di Raoul Follereau: «Un terzo dell’umanità muore per mangiare troppo mentre i due terzi muore per mangiare troppo poco» ed è impegnata in India, Zambia, Colombia.
Kaledo - da tavola, elettronico e in un prossimo futuro anche con le carte - è insomma l’opportunità per scoprire divertendo il rapporto fra salute e alimentazione e tra giustizia e solidarietà.