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 2010  dicembre 02 Giovedì calendario

LA MANGIATOIA INFINITA DELLA STATALE JONICA

In costruzione in Calabria c’è un’altra grande strada che come la Salerno-Reggio rischia di diventare una monumentale incompiuta, ma continua a succhiare soldi pubblici a tutto spiano. E’ la statale Jonica, definita nel 2001 dal governo di Silvio Berlusconi «opera di importanza strategica», che attraverso 491 chilometri dovrebbe collegare Reggio a Taranto. A distanza di 9 anni sono stati realizzati appena 12 chilometri in territorio calabrese su un totale di 415, meno del 3 per cento. I lavori al momento sono in corso soprattutto sul Megalotto 2 nei pressi di Catanzaro, un tratto affidato nel 2005 per 480 milioni di euro dall’Anas a Comeri (90 per cento Astaldi, 10 per cento Nino Ferrari).
Un aumento
tira l’altro
UN ANNO DOPO, primo aumento: 172 milioni di euro al momento della presentazione del progetto esecutivo preparato da Astaldi. Passano altri tre anni e nel 2009 vengono eseguite due perizie di variante in corso d’opera e decisi nuovi lavori in base agli “imprevisti”. Il costo sale di altri 30 milioni. E siamo a 680.
Passa un altro po’ di tempo e “per far fronte ai maggiori oneri vengono espunte delle lavorazioni” del valore di 24 milioni, come si legge in una recente delibera approvata dall’Autorità per le opere pubbliche che ad aprile aveva aperto un procedimento per capire cosa stesse succedendo davvero su quella strada. In pratica formalmente non aumentano di nuovo il prezzo, ma è come se lo facessero cancellando opere ritenute fino a quel momento utili. Non è finita:secondounreportinternoAnas del 20 luglio il prezzo ultimo sarà di 740 milioni di euro, 260 in più rispetto a quelli concordati al momento della gara di 5 anni prima.
Nel frattempo, tra una perizia e una variante, Astaldi alla fine del 2008 ha chiesto all’Anas altri 339 milioni per “maggiori oneri”, più del doppio di ciò che aveva eseguito fino a quel momento, stimato in 126 milioni. Non li ha avuti tutti, ma una bella fetta sì: 47 milioni e mezzo ricevuti a maggiodiquest’annoconun“accordo bonario”. E mentre salivano i costi, venivano dilatati i tempi di consegna. Astaldi al momento della gara si era impegnata a eseguire il lavoro dopo 1.000 giorni, poi il termine è stato spostato a settembre di un annofa,poial18giugno2010.MailMegalotto 2 non è ancora finito.
Questa volta, però, c’è anche chi dice no. Prima il Commissario straordinario nominato ad agosto di un anno fa per seguire la statale Jonica, Roberto Viviani, e poi l’Autorità per le opere pubbliche hanno affermato, in sostanza, che i lavori per le grandi opere vengono affidati “chiavi in mano”. Il contraente generale che accetta di eseguirle, si chiami Astaldi, Impregilo, Vianini (Caltagirone), Maltauro, Cooperative, sa a che cosa va incontro, conosce il prezzo, lo concorda e lo accetta, valuta la congruitàdeiprogetti ,devestimareipro e i contro e una volta assunto l’affare si deve caricare sulle spalle anche i rischi di impresa. Non può ad ogni curva chiedere più soldi, come se le grandi opere fossero una mammella da cui succhiare di continuo denaro pubblico.
Chi ha sbagliato
i conti
SEMBRA UN’OVVIETÀ, e invece il principio affermato dal commissario e dall’Autorità è una novità non da poco per le grandi opere stradali, un settore in cui la revisione prezzi (leggi: l’aumento), da qualche tempo non è più l’eccezione, ma la norma. Il caso dellastataleJonicaèclamorosoperché dal 6 giugno del 2005 in poi, cioè dal giorno in cui fu impartito dall’Anas ad Astaldi l’ “ordine inizio delle attività”, è tutto un florilegio di eccezioni, così come risulta dalle carte ufficiali: indagini integrative, analisi geognostiche, sorprese geologiche, monitoraggi ambientali, indagini archeologiche, lavorazioni espunte, riserve in corso d’opera, interferenze infrastrutturali, varianti tecniche e suppletive. Come fosse acqua fresca il progetto definitivo redatto dall’Anas nel 2002 e sulla base del quale fu organizzata la gara.
Delleduel’una:oilpianoAnaseraun disastro e allora l’estensore dovrebbe essere chiamato dall’azienda a renderne conto oppure il progetto andava bene e, a parte qualche imprevistosemprepossibile,nonègiustificabile tutto quell’ambaradam successivo di integrazioni e novità con relativo aggravio di costi. Non è tollerabile,infatti,cheilavorinonvadano avanti, i costi lievitino, le amministrazioni pubbliche (cioè i cittadini) paghino senza battere ciglio, le imprese ingrassino e nessuno sia chiamato a renderne conto non solo dalla Corte dei conti, ma magari anche dalla magistratura ordinaria.
In questa fiera delle grandi strade che non si fanno ci sono alcuni elementi ricorrenti, tratti che fanno pensare ad un sistema. Per esempio le cancellazioni di parti dell’opera. Sulla Salerno-Reggio, Anas e Impregilo (Benetton, Ligresti, Gavio) guidata da Massimo Ponzellini, per non sforare ufficialmente i costi di un megalotto hanno deciso alla chetichella di tagliare gli ultimi 9 chilometri di autostrada, quelli che da Campo Calabro avrebbero dovuto portare di filato il traffico fino all’imbocco del futuro ponte di Messina, rinviando a un “secondo tempo” l’esecuzione dei lavori (Il Fatto 9 giugno 2010). In pratica non hanno toccato i saldi di bilancio, ma hanno accorciato la strada e prima o poi i contribuenti dovranno pagare altri quattrini per quei 9 chilometri. Idem sulla statale Jonica.
Quelle tubature
un po’ a sorpresa
STESSO DISCORSO per le «interferenze», cioè le grandi strutture che intersecano il tracciato stradale. Possibile che al momento della progettazione i tecnici non si accorgano, per esempio, che i lavori vanno ad impattare su grandi reti,comeletubaturedelgasSnam di cui tutti conoscono da anni l’esistenza? E’ successo a Cinisello Balsamo (costruttore Impregilo) con la statale 36 (Il Fatto 14 luglio 2010) e succede anche sulla Jonica. La presenza di tubi Snam (di nuovo), del grande acquedotto Sorical e gli impianti del consorzio di bonifica Alli Punta di Copanello, hanno comportato un aggravio di costi come fossero realtà impreviste. Il risultato di tutto ciò è avvilente.
HascrittosconsolatoilCommissario per la statale Jonica: “Le aspettative che l’amministrazione committente (Anas) aveva riposto nella scelta delle modalità di affidamento (contraente generale Astaldi) non si sono in buona parte verificate”.