Ernesto De Franceschi, Leggo 2/12/2010, 2 dicembre 2010
CALCIATORI. MA QUALE SCIOPERO FACCIANO BENEFICIENZA
[Intervista a Cofferati]
Sergio Cofferati boccia i calciatori. Colui il quale ha guidato per otto anni il più grande sindacato italiano, la Cgil, e poi ha amministrato Bologna, oggi attacca il mondo del pallone.
Il giorno dopo l’annuncio dello sciopero in serie A, che idea si è fatto?
«Non chiamatelo sciopero. E’ improprio: sciopero è la negazione di una prestazione alla quale corrisponde una riduzione della retribuzione».
In questo caso non è così.
«Appunto. La giornata che salta si recupera più avanti. Si tratta di un’iniziativa del sindacato calciatori per creare problemi all’organizzazione, al sistema calcio nel suo insieme. Ma chi gioca non vedrà uscire un centesimo dalle sua tasche».
Par di capire che lei bocci in toto la linea di Campana.
«Non ha senso. Qui nessuno vuole negare i diritti delle persone. I calciatori li hanno come qualsiasi altro lavoratore stipendiato. Sono sbagliate le forme».
Facciamo un gioco: lei è il segretario generale dell’Aic, come agirebbe per difendere i calciatori sul rinnovo del contratto collettivo in scadenza?
«Un’azione un tempo chiamata contro-sciopero. Lo facevamo i braccianti agricoli meridionali negli anni 50».
Cioè?
«Lavorare di più. In questo caso giocare una partita in più rispetto al calendario. Un match in beneficienza con in campo i migliori giocatori della serie A. Nello stadio di una grande città: Roma, Milano o Torino per avere il massimo risalto possibile. Col ricavato della giornata da devolvere ai più poveri. Penso a un’associazione di volontariato. I giocatori ne guadagnerebbero in simpatia e la loro lotta a quel punto avrebbe un senso».
E’ possibile in un mondo, come quello del pallone, pieno di interessi esterni?
«Perché no? In altri ambiti lavorativi è successo. Mi vengono in mente gli infermieri e i dipendenti dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. Negli anni 90, durante una vertenza con la direzione, invece che scioperare decisero di lavorare una domenica portando i bimbi a vedere la partita all’Olimpico».
Curioso che nel consiglio federale ci sia una rappresentanza dei calciatori. Come un operaio nel Cda di un’azienda.
«Non mi scandalizza. E’ una poltrona senza peso».
C’è chi vuole la Primavera in campo. I campioni picchetteranno gli stadi?
«Non credo si arriverà a tanto».
Cofferati, lei sarà uno dei tifosi in crisi d’astinenza l’11 e 12 dicembre?
«Sono un fan tiepido. Comunque io tifo Cremonese e Inter. Una oggi è in serie C, l’altra ha già rinviato la sua partita per il Mondiale...».
Scommette che alla fine Lega Calcio e Aic troveranno un accordo?
«Penso di sì».