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 2010  novembre 30 Martedì calendario

MANUALE PER FARE A PUGNI CON I MITI


Frank Sinatra irritato perché, a Los Angeles, con il raffreddore non riesce a cantare. E la sua vena irascibile mette in agitazione tutto il codazzo dei fedelissimi postulanti.
Joe Di Maggio, vedovo sconsolato di Marilyn Monroe,che non perde mai eleganzae gentilezza, e non ha nessun rimpianto evidenteper i suoi anni di campione assoluto del baseball. E poi gli snobismi e le eccentricità degli espatriati americani a Parigi ,intellettuali che negli anni Cinquanta gravitavano intorno alla Paris Review, «un ufficio di una sola stanza a lnumero 8 di Rue Garancière. L’arredamento consisteva in una scrivania, quattro sedie, una bottiglia di brandy e numerose, vivaci ragazze laureate alla Smith e alla Radcliffe,ansiose di entrare nella testata per poter convincere i genitori, in patria, che all’estero non facevano niente di male». Fra quelle ragazze c’erano Jane Fonda e JoanDillon, figlia del ministro del Tesoro.

NUOVI GIORNALISTI
Nei primi anni Settanta alcuni giornalisti americani misero a punto una forma che chiamarono, senza sforzi di fantasia, “New Journalism” ,nuovo giornalismo. Si trattava di descrivere fatti e situazionic on una voce narrativ aletteraria, come se il cronista,più che un resoconto, ne facesse un racconto. «Voglio rendere i personaggi veri quanto basta da farli sembrare inventati. Voglio evocare ilromanzesco che scorre sottola superficie della realtà». Cosìs i esprimeva Gay Talese, nato negli Stati Uniti nel 1932 da madre italo americana e padre italiano, emigrato dalla Calabria. Collaborando per una dozzina d’anni al NewYork Times per poi passare, a metà degli anni Sessanta, al mensile Esquire, Talese fu spesso preso a esempio dai fondatori del “New Journalism”, che formalmente furono Tom Wolfe e Norman Mailer, ma fra i quali va ascritto anch eil nome di Truman Capote. Talese è noto per alcuni romanzi farciti da ricordi e appunti personali e da riferimenti puntuali a episodi di cronaca, in particolare per “Onora il padre”, del 1971, dovesi descrivono ascesa e caduta del boss mafioso Joseph Bonanno. Esce ora un volume di suoi articoli, inediti in Italia, dal titolo Frank Sinatraha il raffreddore– Ri -tratti e incontri (Rizzoli-Bur,pp. 318, euro12, trad. di ChiaraGabutti). Con uno stile molto simile aquello di Norman Mailer, Talese pedina i suoi obiettivi con rigore e puntiglio. Il suo è il punto di vista di una telecamera che stia sempre addosso a uno o più personaggi, alternando l’osservazione diretta con l’accumulo puntuale dei dati. Il che fornisce squarci di realtà come questo, a proposito del campione di pugilato Joe Louis:«La signora Louis, terza moglie del quarantottenne ex pugile, va sempre a prenderlo all’aeroporto, quando torna da un viaggio d’affari a NewYork, dove è vicepresidente di una società di pubbliche relazioni.
È una donna sulla quarantina,dall’aria vispa e piacevolmente in carne, ei n California è un famoso avvocato. Prima di incontrareJoe non aveva mai visto un pugile in vita sua. In precedenz aera stata sposata con un collega, un uomo che una volta descrisse come “aperto ai libri, non alla vita”. Dopo il divorzio giurò che voleva un uomo “aperto alla vita, non ai libri”». È incredibile, vero, quante informazioni si possono dare in poche righe, con un pugno di frasi? Una caratteristica di questo stile, e di quello di Talese in particolare, sta nel non emettere mai giudizi diretti. Neanche cercando con il lanternino si troverà traccia di un’opinione. L’opinione se la forma il lettore attraverso il montaggio fra descrizioni e episodi, fra particolari anche in apparenza poco significativi, ma che vanno a comporre un mosaico di chiarezza ben definita.
Sfugge il motivo per cuil’editore non abbia voluto dataregli articoli. Alcuni sonopiuttosto lunghi, anche unatrentina di pagine, e certo farebbedifferenza sapere se sonostati scritti nel 1966 o nel1996. Bisogna invece andarea naso, affidarsi ai riferimentidi storia e di cronaca. Allostesso modo, piacerebbe saperese tutti questi articolisiano stati pubblicati suEsquire, oppure anche su altreriviste o quotidiani. Misteridell’editoria.
Non sempre i ritratti si riferisconoa persone celebri. Cen’è per esempio uno, deliziosonel suo macabro umorismo,che riguarda AldenWhitman, autore di centinaiadi “coccodrilli” per il NewYork Times. I coccodrilli sono,in gergo, i necrologi riguardantipersonalità di spicco,compilati in genere preventivamentealla loro scomparsae aggiornati solo all’ul -timo momento. Ebbene,Whitman, un uomo mite epoco appariscente, che avevaperso tutti i denti in una rissanel 1936, era un vero maestronel settore. Non c’era celebritàche si ammalasse senzache lui se ne accorgesse, scavavanegli archivi a colpo sicuroe se ne usciva con unpezzo impeccabile. Aveva fattosua una massima di LaFontaine: «La morte non sorprendemai l’uomo saggio».Perciò teneva sempre aggiornatol’archivio, ma non mostravamai a nessuno il propriococcodrillo: «Un uomoche ha letto il proprio necrologionon sarà mai più lo stesso», ripeteva. In quell’archivioa volte trovava necrologi giàscritti dai diretti interessati.


L’ULTIMA STORIA
Così aveva fatto, ci ricorda Talese, un certo Lowell Limpus del New York Daily News. L’articolo apparve nel 1957con la sua firma: «Questa è l’ultima delle ottomila settecento e più storie che ho scritto per le “News”: dev’essere per forza quella conclusiva perché sono morto ieri…Ho scritto da solo il mio necrologio perché conosco l’argomento meglio di chiunque altro, e preferisco una descrizione sincera e priva di fronzoli…».
Quando Whitman ebbe un infarto, qualcuno aggiornò l’archivio su di lui. Lui non poté vederlo, soltanto immaginarlo.