repubblica.it, 1/12/2010, dagospia 1/12/2010, 1 dicembre 2010
IL FINANCIAL TIMES SULL’ITALIA
La crisi del debito europeo si è aggravata, portando l’italia sempre più vicino al "vortice che ha inghiottito Grecia e Irlanda e che minaccia Portogallo e Spagna". E’ quanto scrive oggi in un editoriale il quotidiano britannico Financial Times, sottolineando come i politici italiani si lamentino "a buon motivo" del fatto che i mercati stiano ignorando i punti di forza del nostro paese, ossia "un debito privato basso e le banche uscite virtualmente illese dalla crisi grazie a caute politiche creditizie".
Il quotidiano britannico, in particolare, elogia il ruolo del ministro dell’economia Giulio Tremonti "che, da quando è tornato in carica nelle elezioni dell’aprile 2008, ha giocato bene una mano difficile. Ora, al suo quarto mandato, Tremonti ha immediatamente compreso che, in una fase di acute tensioni di mercato, la condizione della finanza pubblica sarebbe il tallone d’Achille per l’Italia. E ha dunque fatto diventare la sua priorità quella di mantenere il deficit di bilancio entro limiti ragionevoli. Anche se ciò è stato fatto a costo di una pesante recessione nel 2009, l’economia sta crescendo di nuovo in misura modesta. La personalità e le politiche di Tremonti - sottolinea il Ft - costituiscono fattori stabilizzanti vitali tra le tensioni politiche che culmineranno il 14 dicembre in due voti parlamentari di fiducia che potrebbero rovesciare il governo di Silvio Berlusconi. E, che il primo ministro colpito dagli scandali perda il suo posto o no,
Tremonti sembra certo di restare in controllo delle finanze pubbliche, sia che lo faccia nella sua attuale posizione sia che, appena concepibilmente, lo faccia da successore di Berlusconi".
Tuttavia, "la dura realtà è che il destino dell’Italia appare sempre più legato a quello della Spagna", continua il quotidiano della City. "Se la Spagna, come accaduto alla Grecia e all’Irlanda, dovesse aver bisogno di un piano di emergenza dell’eurozona, la quota che l’Italia dovrebbe pagare metterebbe le sue finanze sotto pressione - precisa il quotidiano finanziario - in quel caso, anche l’Italia, seppure senza colpe, sarebbe a rischio. Per la salvezza di tutta l’eurozona - conclude il Ft - la difesa dell’Italia deve iniziare con la difesa della Spagna".
repubblica.it
***************
Dagotraduzione della Lex Column dal "Financial Times" di oggi
I diplomatici USA credono che le "notti brave e i party selvaggi di Silvio Berlusconi vogliono dire che non si riposa abbastanza", come mostrano i documenti diffusi da Wikileaks. Se c’è qualcosa che dovrebbe tenere sveglio Berlusconi la notte, sono le difese del suo Paese nei confronti del contagio nella crisi dell’Eurozona. I CDS (Credit Default Swaps, i derivati che sono un’assicurazione contro il fallimento di uno Stato o di un’azienda, NdDago) sul debito italiano e lo spread tra le obbligazioni italiane e tedesche sono improvvisamente schizzati ai massimi dall’introduzione dell’Euro. Dopo Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna, l’Italia deve essere la prossima, non è così?
Di sicuro, ci sono delle crepe nell’edificio-Italia. La sua economia è stagnante. Gli investitori odiano gli asset italiani: le azioni di aziende italiane stanno per chiudere il loro anno peggiore dal 1995 e il sesto anno di seguito di proventi negativi. Il debito pubblico sarà del 118% quest’anno. Ha di fronte 300 miliardi € di finanziamento (sia pubblico che bancario) nel 2011, un terzo da farsi nei primi tre mesi dell’anno. Le banche italiane sono sottocapitalizzate a confronto delle loro concorrenti straniere, e hanno una scarsa capacità di generare capitale interno.
berlusconi e tremonti
Ma il Paese ha le sue risorse importanti. L’Italia è una delle poche grandi economie ad avere un livello di debito stabile. Le finanze statali sono relativamente robuste, con un deficit solo del 5% (più basso della media dell’Eurozona), un indebitamento del settore privato relativamente basso, e un’alta proporzione di bond Italiani sono in mano a privati ed aziende italiani. Le sue finanze pubbliche sono ben gestite, e il ministero del Tesoro ha resistito alle pressioni di aumentare la spesa.
L’Italia dovrebbe quindi essere un baluardo contro il contagio dell’Eurozona, non una vittima. Questo baluardo però potrebbe essere messo alla prova se il rifinanziamento che dovrà avvenire in primavera coinciderà con un’elezione, che potrebbe intralciare la capacità del Paese di reagire agilmente in caso di instabilità finanziaria. Ma, guardandola dal lato positivo, le elezioni potrebbero voler dire la fine di Mr Berlusconi, che potrebbe quindi passare molto più tempo nella camera da letto dove, indubbiamente, può far meno danni.
dagospia.com
***************
Lex Column del Financial Times di oggi, testo originale
Italy US diplomats say Silvio Berlusconi’s "frequent late nights and penchant for partying hard mean he does not get sufficient rest", the WikiLeaks documents show. If anything should keep Italy’s prime minister up at night, though, it is his country’s defences against contagion from the eurozone crisis. Credit default swaps on Italian debt and the spread between Italian and German 10-year paper have suddenly ballooned to euro-era highs. After Greece, Ireland, Portugal and Spain, Italy must be next, surely? For sure, there are cracks in Italy’s edifice. Its economy is in the doldrums. Investors hate Italian assets: stocks are heading for their worst year since 1995 and their sixth year in a row of negative returns. Debt to gross domestic product will be about 118 per cent this year. It faces more than 300bn of financing (sovereign plus bank) in 2011, a third of it in the first three months. Italian banks are undercapitalised relative to peers and have little capacity to generate internal capital. But it has key strengths. Italy is one of the few large economies with a stable debt level. State finances are relatively robust, with a budget deficit of 5 per cent (lower than the eurozone as a whole), relatively low private sector indebtedness and high domestic ownership of Italian bonds. Its public finances are well managed and the treasury has resisted pressure to pump up spending. Italy should, therefore, be a bulwark against eurozone contagion, not a victim of it. Its defences could be tested if the spring refinancing coincides with an election, which would hamper Italy’s ability to react nimbly to financial instability. But on the upside, it could see the end of Mr Berlusconi, who could then spend more time in the bedroom, where arguably he can do less damage.