LUIGI GRASSIA, La Stampa 1/12/2010, pagina 29, 1 dicembre 2010
“Houston, abbiamo un problema Si può fare sesso nello spazio?” - Universi multipli. Energia oscura
“Houston, abbiamo un problema Si può fare sesso nello spazio?” - Universi multipli. Energia oscura. Materia oscura. Buchi neri. E sesso in orbita. Sono tanti i misteri nello spazio profondo. Però su alcuni si scrivono un sacco di libri e si fanno programmi in tv, mentre sul sesso extraterrestre c’è una specie di tabù. Ormai sono centinaia gli uomini e le donne che hanno visto la Terra da fuori e chiedersi «se» e «che cosa» abbiano fatto (o non fatto), lassù, non è una questione peregrina. Pensate per esempio al viaggio su Marte. Sarà lungo, sui 3 anni fra andata e ritorno, con un sacco di tempo da ammazzare e di esigenze fisiche e psichiche da soddisfare. E poi già si pianificano colonie stabili sulla Luna e sui pianeti, permanenze pluriennali, nascite di bambini... Ma, in vista di tutto questo, la medicina spaziale almeno studia il sesso? No. L’occasione per la Nasa di esprimere la sua posizione ufficiale è venuta quando un giornale di Rapid City, South Dakota, ha sollevato il problema in questi termini illuminati: «Il pubblico americano ha il diritto di sapere che i dollari dei contribuenti non vengano usati per finanziare la fornicazione nello spazio». Lo spunto della polemica erano finti documenti, che circolano in Internet, secondo cui la Nasa avrebbe commissionato ricerche su un Kamasutra di posizioni erotiche in assenza di gravità. L’ente spaziale, in risposta, ha assicurato che «non studia il sesso nello spazio e non ha in programma di farlo». I russi sono attestati sulla stessa linea negazionista e dicono: «Sui nostri mezzi spaziali non si è mai fatto sesso». Anche qui lo spunto erano delle voci da smentire: due cosmonauti, una Elena e un Valeri, avevano dato a intendere che qualcosa fra loro, in orbita, c’era stato; ma pare che abbiano solo scambiato qualche effusione. A dirla tutta, e per ritornare agli americani, una coppia sposata è già stata nello spazio (1991), ma neppure di questi due si è saputo se abbiano consumato. In mancanza di una casistica vera e di studi scientifici, non resta che chiedere scampoli di testimonianza a chi in orbita è stato; per esempio a due veterani dello Space Shuttle come gli astronauti italiani Umberto Guidoni e Franco Malerba. La prima domanda è difficile, ma non si può eludere, altrimenti si filosofeggia sul nulla. La gravità zero abbassa la pressione sanguigna: questo, per caso, depotenzia le reazioni sessuali? Ha lo stesso effetto dell’acqua gelata? Malerba e Guidoni testimoniano di no: «La funzione non è indebolita. L’organismo si adatta». Ma ci sono altri problemi. Guidoni: «La privacy in orbita è inferiore a quella del Grande Fratello». Nella Casa, almeno, c’è qualche angolo appartato; sullo Shuttle niente. Gli ambienti sono microscopici; tutto quello che si fa è monitorato da Terra; il wc è un sedile con una tendina. L’assenza di gravità dà nausee... tutto è molto scoraggiante. Malerba fa presente una difficoltà anche maggiore: «Nello spazio ogni contatto fisico, anche il più lieve, provoca una spinta nella direzione opposta. Perciò, se si vuol fare sesso in orbita bisogna legarsi l’uno all’altra!». Altrimenti, una carezza e ci si respinge, un approccio focoso di corpi e si rimbalza. E se ci si rotola a letto, non si smette di rotolare finché non si va sbattere contro una parete. In un programma tv Usa sono stati sperimentati (su un aereo a gravità zero) degli indumenti che permettono a uomini e donne di infagottarsi gli uni alle altre (la Nasa non è stata coinvolta). Gli approcci sono risultati goffi. E hanno lasciato ammaccature. Altra domanda: in certi film comici agli astronauti viene richiesto un prelievo di liquido seminale. Succede anche nella realtà? Malerba risponde «no», ma a sorpresa aggiunge: «Sarebbe necessario fare un controllo dopo il ritorno a Terra, perché nello spazio si assorbono dosi enormi di radioattività che potrebbero avere conseguenze sulla prole futura. Fra l’altro, questo esclude il volo spaziale come momento idoneo per concepire». I due astronauti ritengono che la Nasa non abbia tutti i torti a scoraggiare le relazioni in orbita. «Ci sono già tante cose di cui occuparsi - dicono -. Se poi si aggiunge una speciale attenzione per una persona particolare, che cosa può succedere in situazioni di emergenza?». Malerba racconta: «Un giorno in Olanda sono finito con l’auto in un canale. Mi sono salvato. Ma in seguito ho letto una statistica, secondo cui chi finisce in acqua con la macchina da solo ha più probabilità di salvarsi, mentre, se si è in due, si affoga. Perché ognuno cerca di aiutare l’altro». E c’è pure una questione di disciplina: immaginiamo il comandante che dà ordini a una astronauta, ma lei gli risponde «va’ all’inferno! Facciamo i conti stasera». In conclusione, niente sesso nello spazio? Guidoni chiarisce almeno uno specifico mistero: «Alcuni siti indicano la missione STS-75 dello Shuttle come la prima in cui si sia fatto ufficialmente sesso nello spazio. Ma io smentisco: c’ero anch’io, eravamo 7 uomini e non è successo niente!».