GINA KOLATA, la Repubblica 1/12/2010, 1 dicembre 2010
CONTRORDINE DEI MEDICI "TROPPA VITAMINA D FA MALE"
Gli altissimi livelli di vitamina D spesso raccomandati dai dottori non sono necessari, anzi potrebbero risultare nocivi alla salute. Lo dichiara una commissione di esperti, aggiungendo che anche gli integratori di calcio non sono necessari.
Secondo gli studiosi, quasi tutti noi abbiamo quantità adeguate di vitamina D nell´organismo, fornite dall´alimentazione e da risorse naturali quali l´esposizione al sole. Il professore Clifford J. Rosen, specialista di osteoporosi al Maine Medical Center Research Institute, spiega che «per la maggior parte delle persone assumere più calcio e vitamina D non è affatto indicato».
Il professore J. Christopher Gallagher, direttore del dipartimento metabolismo osseo della facoltà di Medicina della Ceighton University di Omaha in Nebraska concorda: «La responsabilità di dimostrare che si tratta di qualcosa di sicuro ricade su chi propone assunzioni extra di calcio e di vitamina D alla popolazione».
Negli ultimi anni si era fatta strada l´idea che pressoché tutti avessero bisogno di integratori di calcio e vitamina D. Nel caso del calcio forse l´unico gruppo che ne assume troppo poco è quello delle adolescenti. Le donne anziane, invece, a volte ne assumono troppo, correndo il rischio di calcoli renali e malattie cardiache, scrivono gli esperti.
Negli Stati Uniti, tra il 2008 e il 2009 le vendite di vitamina D sono aumentate dell´82 per cento, raggiungendo un giro d´affari di 430 milioni di dollari. «Tutti sperano che la vitamina D sia una sorta di panacea», commenta Dennis Black, docente di Epidemiologia alla University of California, San Francisco, augurandosi che il rapporto degli studiosi freni questa mania.
La commissione di 14 ricercatori è stata costituita dall´Institute of Medicine, un ente scientifico indipendente e no-profit su richiesta dei governi degli Stati Uniti e del Canada. Agli esperti è stato chiesto di esaminare i dati disponibili - quasi mille pubblicazioni - per decidere quanta vitamina D e quanto calcio assuma la popolazione, quale sia il dosaggio giusto per una salute ottimale e in che caso si possa parlare di assunzione in eccesso.
Calcio e vitamina D interagiscono e concorrono alla buona salute dell´apparato osseo; questo, tuttavia, è soltanto uno dei benefici attribuiti alla vitamina D; per ora non vi sono prove sufficienti ad avallare altre funzioni, a detta della commissione.
Alcuni laboratori hanno iniziato a segnalare come inadeguati i livelli inferiori a 30 nanogrammi di vitamina D per millilitro di sangue. In base a tale parametro, ben l´80 per cento della popolazione sarebbe deficitaria in fatto di vitamina D. La commissione, al contrario, ha concluso che un livello di 20-30 nanogrammi di vitamina D per millilitro di sangue è più che sufficiente, e quasi tutta la popolazione rientra in questo parametro.
Paul R. Thomas del Dipartimento integratori dietetici presso il Health National Institute afferma che ormai la vitamina D è aggiunta a un numero sempre maggiore di alimenti, e non è difficile trovare integratori che contengono 5000 Unità internazionali. Stando alla commissione, però, ne occorrono soltanto 600 al giorno.
I ricercatori hanno inoltre osservato che la maggior parte della popolazione assume sufficienti quantità di calcio dall´alimentazione, circa mille milligrammi al giorno per gli adulti, 1.200 per le donne tra 51 e 70 anni. Quantificare invece l´assunzione di vitamina D è più complicato. In linea generale la maggioranza ne ha in quantità sufficiente nel sangue, probabilmente perché la assume naturalmente tramite l´esposizione al sole e la immagazzina nel proprio organismo.
L´American Society for Bone and Mineral Research e altri gruppi hanno accolto favorevolmente lo studio. Non è chiaro come o perché si sia iniziato a parlare di livelli più alti per la vitamina D. In un primo tempo ci furono due studi - che si rivelarono sbagliati - nei quali si asseriva che erano necessari 30 nanogrammi di vitamina D per millilitro di sangue, quella che a giudizio della commissione è di fatto la soglia massima. In seguito furono pubblicati vari altri articoli e libri nei quali si affermava che la soglia di vitamina D necessaria doveva essere pari o superiore a 40 o 50 nanogrammi.
Dopo aver riesaminato tutti i dati, la commissione ha concluso che le prove dei benefici legati a più alti livelli di vitamina D erano «incoerenti e/o conflittuali e non dimostravano alcun rapporto di causa ed effetto».
Gli studi suggeriscono anche che più alti livelli di vitamina D sono associabili a un aumento del rischio di fratture e del rischio di morte generico, oltre ad aumentare il pericolo di altre malattie. Black, colto di sorpresa, dice: «Credevamo che più fosse meglio. Ora questo rapporto renderà tutti più prudenti».
(© 2010, The New York Times
La Repubblica
Traduzione di Anna Bissanti)