CARLO BRAMBILLA , la Repubblica 1/12/2010, 1 dicembre 2010
CINQUE PROGETTI CONTRO IL CANCRO MA SENZA FONDI SI RISCHIA LO STOP" - MILANO
Senza il 5 per mille la ricerca muore. Non si tratta di fare l´elemosina. Ma di salvare i più importanti progetti che caratterizzano l´eccellenza scientifica italiana a livello internazionale. A lanciare l´allarme sui possibili drammatici tagli al 5 per mille, contenuti nella legge di stabilità, è l´Airc, l´Associazione italiana per la ricerca sul cancro. «C´è il pericolo che i fondi dal 2011 si abbattano del 75% - denuncia Piero Sierra, presidente dell´Airc - e che quindi le associazioni ricevano solo il 25% delle donazioni rispetto al passato. Vorrebbe dire quasi dimezzare in un sol colpo i nostri fondi complessivi per la ricerca». Col rischio di fare naufragare progetti italiani di rilevanza internazionale. Durissimo sull´argomento Pier Paolo Di Fiore, il ricercatore che ha contribuito a far nascere il dipartimento di Oncologia sperimentale all´Istituto europeo di oncologia di Milano, tra i fondatori dell´Istituto Firc di Oncologia molecolare: «C´è un´enorme retorica sul rientro dei cervelli, che ci ha un po´ rotto. E´ inutile far tornare in Italia i cervelli a tutti i costi, se poi non permettiamo loro di lavorare».
Sono 910 i ricercatori attualmente impegnati in 105 unità operative per realizzare il programma di Oncologia clinica molecolare finanziato dall´Airc, con un investimento complessivo di 120 milioni di euro. Cinque i nuovi progetti di punta. Quello coordinato da Giannino Del Sal, docente di Biologia cellulare alla facoltà di Medicina dell´Università di Trieste e direttore dell´unità di Oncologia molecolare del laboratorio nazionale Cib, si concentra sui tumori della mammella, in particolare sulla varietà più aggressiva, il cosiddetto "triplo negativo", soprannominato così perché non risponde a tre bersagli contro i quali esistono farmaci molto efficaci e metastatizza molto facilmente. «Contro di loro, che rappresentano circa il 20% dei tumori alla mammella, non esistono armi specifiche. Esiste solo la chemioterapia, che però è poco efficace, un´arma ad ampio spettro, che spara nel mucchio». Gli 88 ricercatori coinvolti in questo progetto, non solo a Trieste, ma anche a Milano, Padova, Aviano, Modena e Prato, hanno scoperto però l´esistenza di un´importante via molecolare che regola il funzionamento dei geni che controllano la crescita tumorale. La strada per sconfiggere questo tipo di tumore. «Ci proponiamo con la nostra ricerca di trovare le molecole che possono riaccendere i geni soppressori delle metastasi e inibire i geni che sono stimolatori delle metastasi».
Sono 125, invece, i ricercatori coordinati da Ruggero De Maria, dell´Istituto superiore di sanità di Roma, che stanno lavorando a un altro importante progetto: come sfruttare l´esperienza sulle cellule staminali dei tumori del polmone e del colon per riprodurre in laboratorio i tumori dei pazienti e valutare le potenzialità terapeutiche di nuovi farmaci. Mentre Pier Paolo Di Fiore coordina 83 ricercatori impegnati a isolare le cellule staminali del tumore della mammella: «Ogni cancro nasconde un´ape regina, che comanda le altre cellule e rende il tumore più aggressivo. Riuscire a uccidere questa regina potrebbe rivoluzionare la cura del cancro».
E ancora Alberto Mantovani, della Fondazione Humanitas per la ricerca di Rozzano, con altri 83 ricercatori, lavora sul microambiente tumorale all´interno del quale si sviluppa il cancro. Mentre Pierfrancesco Tassone, dell´Università Magna Grecia di Catanzaro, coordina 78 persone con l´obbiettivo di utilizzare le nanotecnologie per veicolare farmaci molecolari mirati.