Meglio qui che in riunione. A cura di Eugenio Alberti Schatz e Marco Maglieri, Rizzoli 2009, 1 dicembre 2010
Dalla raccolta di auto-epitaffi "Meglio qui che in riunione": «La poesia, come si vede, non rende immortali», il poeta Marco Furia; «Sono stato una spina nell’occhio dell’arte e della critica», Achille Bonito Oliva; «Oggi qui, domani là», Paola Lombardi, art director; «Dopo una vita da precario ho trovato il posto fisso», Aldo Nove; «Mai creduto in Second Life», tale Nicola Zanardi; «Invano tentò, con passo malfermo, di evitare la tomba che lo attendeva
Dalla raccolta di auto-epitaffi "Meglio qui che in riunione": «La poesia, come si vede, non rende immortali», il poeta Marco Furia; «Sono stato una spina nell’occhio dell’arte e della critica», Achille Bonito Oliva; «Oggi qui, domani là», Paola Lombardi, art director; «Dopo una vita da precario ho trovato il posto fisso», Aldo Nove; «Mai creduto in Second Life», tale Nicola Zanardi; «Invano tentò, con passo malfermo, di evitare la tomba che lo attendeva. Ma inciampò e cadde», Francesco Cossiga; «Sotto terra va bene, al tappeto mai», il pugile Paolo Vidoz; «Ha vissuto. Male. Ma ha vissuto», Renato Vallanzasca; «Qui sotto il cipresso, giace un uomo che se non nasceva era lo stesso», Enzo Rossi, grafico; «Cecì n’est pas un epitaph», Rocco Tanica, tastierista degli Elio e le storie tese, parafrasando Magritte; «Torno subito» di Leo longanesi; «Non andò mai alle Maldive», Mario Monicelli; «Aspetta, aspetta!...Non posso, non posso!», Umberto Eco; «Non si ritenne nè un nano nè un gigante, lieto di appartenere ad una mediocrità aurea», Giulio Andreotti; «È bello non saper d’esser morto!», Giuliano Spazzali; «Si farà viva lei», Elena Loewenthal; «Qui giace un coglione», Massimo Fini; «Cambio l’abito e sono subito da voi», la poetessa Giulia Niccolai; «Trovò l´Inferno nei preti, il Purgatorio nei libri, e il Paradiso nei numeri. Ora non trova più, e sta bene così», Piergiorgio Odifreddi; «To be continued», Aldo Grasso; «Sono stato un poeta audace (mai mendace) uno che ha scritto come gli pare e piace (col fuoco e non con la brace). Ora però non fate come coi Bronzi di Riace. A me, vi prego, lasciatemi in pace...», Giancarlo Tramutoli, poeta. Il carattere tipografico del libro è il Requiem.