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 2010  novembre 30 Martedì calendario

IL FILM DI DRAGOMIRA? OFFRE MAMMA RAI

Dragomira-Michelle Bonev ebbe il suo ricchissimo regalo di Natale, pagato da tutti i contribuenti italiani e abbonati alla tv pubblica, con un mese di anticipo. A Novembre 2009, Rai Cinema regalò alla Romantica Entertainment di Dragomira, un milione di euro per l’acquisizione full rights (tutti i diritti) di Goodbye Mama, il film da lei scritto, diretto e prodotto, ma non ancora distribuito né in Italia né in Bulgaria. Mentre l’acquisto del Divo di Paolo Sorrentino, trionfatore a Cannes venne rifiutato da Rai Cinema, la stessa azienda siglò invece l’investimento di un milione di euro su espressa richiesta della direzione generale di Masi. Sul noto asse Berlusconi-Masi, i dirigenti Rai si piegarono, evitando, come è comprensibile, di dare voce o luce alla notizia. Caterina D’Amico, al tempo amministratore delegato di Rai Cinema (controllata al 100 per cento di Rai spa) e ora in corsa per la direzione della Casa del Cinema di Roma, appose con Paolo Del Brocco attuale ad (ed ex dg di Rai Cinema), il proprio nome sul documento finale. Una cifra fuori mercato, inaudita per un film d’esordio (per i full rights degli esordienti di quei lidi, le cifre non superano mai i 50 mila euro). Da New York, le parole di D’Amico arrivano chiare: “Rai Cinema è una società indipendente ma il nostro azionista unico era la Rai. Ed esistono tante cose che facevamo per
diretto input della
casa madre. In questo caso si palesarono molte formali richieste di intervenire nella coproduzione di questo film nel quadro di una intesa italo-bulgara che coinvolgeva il ministero degli Esteri”. Dietro le pressioni, suggerisce D’Amico, ci sarebbe stato Masi in persona: “La direzione generale dell’epoca, la stessa di oggi”. “Se poi mi chiedete - continua - cosa significhi esattamente l’improvviso amore per la cinematografia bulgara, credo possiate rispondervi da soli. Io comunque, il film non l’ho visto”. Se domandi a D’Amico se un milione di euro non sia troppo, la risposta è un capolavoro di diplomazia: “Di certo è stato molto ben pagato. Al di là dell’acquisizione dei diritti per una cifra effettivamente molto vicina al milione di euro, Rai Cinema non è intervenuta in maniera diretta nella produzione del film.”. Per le responsabilità, D’Amico indirizza su Masi: “Io ho pensato che non fosse affar mio. Non posso farmi carico dei problemi del mondo intero”.
PAOLO DEL BROCCO , ad attuale di Rai Cinema ha fretta: “Non ricordo le cifre esatte, non le potrei fornire al telefono, ma rammento soltanto che un anno fa abbiamo acquistato i diritti di Goodbye Mama”. Anche Del Brocco ripassa il cerino: “La Rai ci chiese di fare quel tipo di operazione. Noi compriamo per suo conto. Siamo solo il braccio che acquista, non sappiamo se andrà in onda, non facciamo i palinsesti”. Poi chiude. Come raccontato dal Fatto nei giorni scorsi, il film di Dragomira ricevette un premio patacca al Festival del Cinema di Venezia il 3 settembre 2010. Mesi prima, nel novembre 2009, Rai Cinema ha versato la prima rata alla Bonev, il 20 per cento del totale, da erogare automaticamente alla stipula del contratto. La scorsa estate, presentando le opportune fideiussioni bancarie, la Rai ha saldato il debito con i restanti 800 mila euro. Ma a differenza di tuttiifilminconcorso al Festival di Venezia (l’opera della Bonev, non figurava in nessuna competizione) la Rai, anche se potrebbe, ancora non ha lanciato la distribuzione di Goodbye Ma-ma nelle sale cinematografiche. Sarebbero altri soldi, da aggiungere al già cospicuo esborso, una cifra da kolossal. E pensare che l’ultimo ciak di Goodbye Mama venne battuto il 24 maggio 2010, tre giorni dopo l’incontro romano tra i primi ministri Borisov e Berlusconi e a circa tre mesi dalla farsalagunareorganizzatadalMinistero dei Beni culturali di Bondi al Lido. Allora, Galan, involontariamente rivelò molto: “Berlusconi mi ha chiesto di portare i suoi personali saluti a Michelle Bonev”. Il governo disse di aver consegnato a Goodbye Mama il premio Action for Woman. Una bugia. Il vero premio Action for Woman fu deciso il 4 Marzo, riguardava i cortometraggi (il film di Dragomira è un lungo) e a quella data, Bonev non aveva neanche terminato di girare. Del resto, sul mistero Goodbye Mama, rimangono molte zone d’ombra. Chi saldò il ricco conto veneziano (charter, ospitalità per 32 persone in alberghi a 5 stelle, centinaia di migliaia di euro, una cifra da campagna da Oscar losangelino)? Bondi nega, il ministro della Cultura Rashidov e il premier bulgaro Borisov sostengono che abbiano pagato gli italiani, Bonev indignata, alla tv locale Btv, dopo aver detto: “Ho pagato tutto io”, ha negato l’accesso ai documenti: “Non devo darli ai giornalisti. Posseggo (particolare inquietante, ndr) tutti i numeri di
chi ha scritto di me. Consegnerò le carte, se richieste,
soltanto a un magistrato”. Ieri, alla stessa emittente, una delegata della troupe agli ordini della Bonev lamentava i mancati pagamenti per i servizi svolti e il critico cinematografico Kovacheva, membro delle commissione che propone allo Stato i film degni di ricevere sovvenzioni, ha dichiarato che l’opera era stata rifiutata per due volte come non meritevole. A Viale Mazzini, migliaia di chilometri più a sud, la pensano diversamente.