Aldo Grasso, Corriere della Sera 30/11/2010, 30 novembre 2010
MOLTI PREGI E INTORNO IL VUOTO ECCO IL SEGRETO DI FAZIO E SAVIANO
Per il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano si è parlato di «nuova grammatica del linguaggio tv», di «morte del berlusconismo tv», di «nuovo format», di «politica al servizio della tv», di «un programma antitelevisivo», di «primo programma del dopo Berlusconi». A parte quelle di Leporello, Schindler, Nick Hornby e poche altre, le liste suscitano la vertigine solo a lettori raffinati; com’è possibile che una trasmissione di liste abbia fatto il boom di ascolti (oltre il 30% di share) e suscitato così tante discussioni?
Le ragioni sono molteplici, proviamo a elencarne qualcuna. F & S sono stati molto abili, grazie anche alla complicità involontaria del direttore Mauro Masi che ha scatenato il battage giornalistico, a trasformare un programma in un evento, in un «caso», in un qualcosa che «bisogna vedere». Come ha ricordato Carlo Freccero, «l’evento si realizza quando un programma cattura lo spirito del tempo», al di là della sua fattura (e lo stesso Freccero non ha risparmiato al programma giudizi tombali). Dunque, gli elenchi si sono trasformati in retine per farfalle per catturare questo benedetto spirito del tempo». Che è certamente il bisogno di legalità che il Paese comincia pesantemente a sentire (ogni giorno uno scandalo, una truffa, ogni giorno una escort). Che è la fronda finiana a Berlusconi. Che è la lotta dei cassintegrati, degli studenti, degli immigrati. Che è l’assenza reale di leadership nella sinistra e il conseguente bisogno di trovarne una televisiva, meglio se guru, capace persino di oscurare il clan Santoro. F & S sono stati capaci di imbottigliare questo vento.
Un’altra ragione è che Vieni via con me è un programma fortemente politico, (con marcate scelte ideologiche) mascherato pero da istanze morali, grandi racconti tragici in stile Marco Paolini, riformismo mediatico, desiderio di identità: un modo gentile, chic, persino nostalgico per imporre temi militanti. È un programma che invita a schierarsi senza il bisogno di doverlo dichiarare. Ma forse il motivo principale di tanto successo è che il resto della programmazione è ai minimi storici, il trionfo della sciatteria e della vuotaggine, l’esaltazione dell’incuria linguistica e dell’incultura della dirigenza Rai. Bravi, dunque, F & S, a sottrarsi a tanto disgusto. Ma fa bene ora Saviano a cambiare vita: è pur sempre il suo format più importante.
Aldo Grasso