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 2010  novembre 29 Lunedì calendario

SI ASCOLTA E SI VEDE: BASTA COLLEGARSI A INTERNET... - È

la radio totale, onnicomprensiva, circolare. È la trasmissione digitale che fa a meno dell´etere per affidarsi alla banda larga. Si parla della nascita della radio della "crossmedialità", quella che attraverso la Rete vive una metamorfosi talmente profonda che non è più neanche possibile chiamarla radio: influenza e si lascia influenzare, si ascolta ma si vede anche, e consente persino di mostrarsi. Una radio-tv che, grazie alle nuove tv connesse in rete (le "connected tv"), potrebbe presto sbarcare in salotto e, volendo, sostituire la televisione nella visione e nell´ascolto.
Da tempo la radio aveva aperto timide finestre su Internet: abbiamo assistito allo sviluppo dell´ascolto attivo grazie alle e-mail scambiate con i radioascoltatori, alle webcam piazzate in studio «per poterci vedere nel nostro studio, oltre che ascoltarci». Ma nulla di così rivoluzionario come ciò che accade dal lunedì al venerdì tra le dieci e mezza e la mezzanotte su Radio2 con il programma di Alessio Bertallot intitolato "RaiTunes", dove vengono messe in connessione tutte le ultime possibilità offerte dalla Rete. Una serata tipo: il dj introduce un pezzo, titolo, partono le prime note, un videoartista in studio crea immagini sul suo computer ispirate dalla musica, una telecamera lo riprende, poi le immagini del computer attraverso il mixer della radio rimbalzano sullo schermo del computer di chi sta seguendo in streaming da casa la trasmissione, suggeriscono un collegamento mentale che diventa il link con un video trovato dall´ascoltatore su Youtube, subito caricato nella pagina Internet della trasmissione e dunque visibile a tutti. Oppure il suggerimento è un brano che gli ascoltatori inviano sotto forma di link, e la scaletta del programma la fanno a quel punto i navigatori del web: «Così va in onda il suono della Rete» osserva Bertallot, «caratteristico per i ragazzi del Duemila proprio come lo era per noi il suono della polvere che gracchiava sotto la puntina del giradischi».
Ciò che sta accadendo alla radio è l´avvento di una nuova forma di comunicazione che prevede «contemporaneità di linguaggi e contenuti, tutto assieme web e social network, radio, tv, arte e musica» osserva Bertallot, le cui prime sperimentazioni da web dj risalgono al 2009 all´interno di "B Side", la trasmissione che conduceva a Radio Deejay. Tra le ultime realizzazioni a "RaiTunes", particolarmente suggestive sono state le colonne sonore, spesso missate in diretta, applicate alle immagini prese da mostre d´arte, come quella di Roy Lichtenstein alla Triennale o di Salvador Dalì a Palazzo Reale a Milano, mentre la Madama Butterfly di Puccini incontrava basi drum´n´bass. «Tutto ciò sta cambiando il ruolo del dj e anche il suo linguaggio. Mi sono dovuto impegnare per spiegare le immagini, per far sì che la trasmissione fosse interessante anche per quanti seguivano il programma solo alla radio». Fondamentale, per questa rivoluzione di tecnica e linguaggio, è stata l´evoluzione tecnologica: «Oggi ci sono siti che permettono una migliore trasmissione delle immagini e dei suoni» dice ancora Bertallot, «e ciò ha comportato anche un uso diverso del web, in diretta: si ascolta ciò che accade, si partecipa ad un evento "caldo" anche nella Rete, solitamente percepita come un enorme archivio di informazioni, un serbatoio di contenuti. Non si naviga più solo nello spazio, ma nel tempo presente».
La radio totale non cambia solo il ruolo del dj e i modi in cui il "tele-ascoltatore" partecipa alla trasmissione dei contenuti, in uno scambio finalmente orizzontale: cambia soprattutto il linguaggio dei conduttori. L´esempio più evidente di questa mutazione è "Popcorner", il programma che Francesco Adinolfi conduce tutti i sabati e le domeniche sempre su Radio2 tra le 22 e 30 e mezzanotte e mezza. Intorno a "Popcorner" è cresciuta una comunità che segue in streaming le trasmissioni, fatta di ascoltatori, ma anche degli artisti che Adinolfi contatta personalmente via web per avere in anteprima gli mp3 dei loro brani: «Un meccanismo di ricerca che rappresenta il 99 per cento dei pezzi che mando in onda,» dice il conduttore, che ha cambiato anche lo stile di conduzione del programma, dando il "tu" a chi ascolta: «É più democratico, cerco di uscire dall´indefinibilità del "voi". E così parlo a un ascoltatore ben preciso, come stesse lì accanto a me a fare la trasmissione».